Abnoba, divinità celtica, mitologia celtico, dea della caccia
Abnoba era conosciuta con svariati nomi a seconda delle regioni che la veneravano.
Abnoba, Avnova, Abna, Dianae Abnova divinità e dea celtica adorata in Gallia e in Germania. Conosciuta perfino in Inghilterra poiché appartiene ad una religione antichissima che era diffusa nella zona del Nord Europa quando le terre emerse erano ancora unite e non frazionate come le conosciamo oggi.
Abnoba dea della foresta e delle Selvi, dei fiumi e delle sorgenti, degli animali selvatici. Piccola nota personale del Bosco delle streghe: essa somiglia alla Dea Diana (per i romani), Demetra (per i greci) e Sekhmet (per i greci).
La sua dimora era la Foresta Nera in Germania era anche il nome della montagna a lei dedicata. Si tratta di una divinità minore, non è molto popolare e si trova ben poco della sua mitologia o storia. In realtà gli studiosi hanno scoperto che lei è una delle divinità primordiali, vale a dire appartenente alle entità divine preistoriche.
In seguito al dominio romano e alle diverse culture che si sono susseguite nel corso dei secoli, si hanno oggi delle notizie confuse.
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SCOPERTA DELLA DEA ABNOBA
Nelle leggende e storie comune, nelle cosiddette: storie metropolitane e tradizionali, ci sono tanti miti che ci parlano di questa divinità.
Gli studiosi hanno iniziato a darle peso, nonostante sia una divinità minore, dopo la scoperta archeologica di ben 9 iscrizioni epigrafiche. Un suo altare con dedica si trova alle terme di acque minerali di Badenweiler in Germania. Questo a testimonianza che era una divinità minore importante e che ancora oggi, nonostante siano passati i secoli, che è ancora molto amata.
Un’altra iscrizione e sito archeologico che dimostra la presenza di abnoba si trova a Mùhlembanch e gli antichi romani la associarono alla dea Diana, dea italiana-romana che condivide con abnoba gli stessi attributi, vale a dire:
- Dea della caccia e delle Selvi
- Custode delle fonti e dei corsi di acqua
Nella mitologia greca fu associata ad Artemide. Per i Galli fu associata alla dea Arduinna, nume tutelare della foresta grande, la foresta delle Ardenne in Francia.
La dea abnoba era una divinità esclusiva del luogo della Foresta Nera, immensa foresta verde con catene montuose dove regnava incontrastata. Non ci sono raffigurazioni che ne descrivono le fattezze, cosa non inconsueta per il popolo celtico che, secondo la loro cultura, non usava la lingua scritta, ma solo orale, e le raffigurazioni dei pochi idoli erano a interpretazione personale delle diverse tribù.
Della dea abnoba ci sono solo altarini, ex voto che ne mostrano l’importanza. Una delle offerte tipiche e comuni, importantissime per la dea abnoba, erano e sono le pigne e i rami di abeti a lei sacri.
In Inghilterra, presso il fiume Avon, si trova una città fondata dai romani, ma dove sorgeva un paese del popolo celtico, che si chiama appunto: Abnoba in suo onore.
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Divinità titanica celtica
Tacito, filoso, scrittore e studioso, nobile patrizio romano, nella sua opera sulla Germania parla di interminabili fiumi e catene montuose a perdita d’occhio. Una splendida descrizione della Foresta Nera dove vivono popoli di barbari bellicosi. Quest’ultimi sono dipinti come creature selvagge, violente con divinità altrettanto selvagge e spaventose. Sopra la catena montuosa, i romani vi trovarono specie di animali che non avevano mai conosciuto.
L’abnoba, il nome del monte, era il nome della dea. In realtà, secondo il popolo celtico, il monte è la manifestazione terrena della dea poiché ci sono molti miti e leggende che parlano di questi esseri titanici, giganteschi, che sono composti da terra, massi e pietre
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