Beppe Nappa sicilia, servitore dell’ombra, ed altre maschere sicilia
Beppe o Peppe Nappa è una maschera nata in Calabria, ma è diventata la maschera tradizionale siciliana. In modo particolare è diventata caratteristica della città di Sciacca, Comune di Agrigento. Il nome è il diminutivo di Giuseppe, mentre il cognome Nappa, vuol dire toppa e sta ad indicare una persona povera, un uomo da nulla.
CHI È BEBPPE NAPPA
La maschera di carnevale siciliana inizia a farsi conoscere con la commedia da strada intorno al 1500 ed è cresciuta insieme alla commedia comica romana. Esso è paragonabile ad uno Zanni, cioè ad un servo sciocco e scroccone. I sannos (in seguito zanni) erano già esistenti in Grecia e poi nell’antica Roma, e indicava una persona con poco cervello, stupido. Esso entrò nella cultura teatrale romana. Venne citato anche da Cicerone.
Il suo costume non è mai cambiato, anche nel corso degli anni rimanendo sempre lo stesso. Dopo aver avuto la sua notorietà già nei primi anni del medioevo, la maschera si è eclissata come tante altre maschere del carnevale pagano. Alcune città della Sicilia vantano i natali della maschera di Beppe Nappa. Il carnevale è sempre stato molto importante nella Sicilia poiché trae le sue origini dalle feste Dionisiache festeggiate alla fine di febbraio. Con l’arrivo del cristianesimo il carnevale doveva essere soppresso in qualche maniera. Però era difficile scardinare e far dimenticare questa festa pagana che era molto legata alla vita del popolino, che poi era la maggioranza. Il carnevale durava un mese. Iniziava dopo l’epifania fino al giorno prima che iniziasse la quaresima, con il passare degli anni si è ridotto a una settimana.
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U’ servu siciliano, u’ zannu, o’ beppe
Vestito con un ampio costume costituito da una casacca e calzoni azzurri, con maniche lunghe tanto da nascondere le mani e con dei grossi bottoni. I calzoni arrivano alla caviglia. Possiede le scarpe bianche. Al collo ha una gorgiera bianca. In testa indossa un cappellino (questo è l’unica cosa che, nel corso dei secoli, è cambiato) di feltro giallo. Porta calotta bianca e non ha una maschera, ma piuttosto ha totalmente il viso imbiancato. Sempre stanco, quando compare in scena sbadiglia e questo dimostra che è un servo pigro e indolente, sfaccendato e sempre assonnato. Ha voglia solo da divertirsi, tant’è che da un momento all’altro improvvisamente danze, salta, fa piroette acrobatiche. La cosa che più gli piace e stare in cucina alla ricerca del cibo perché è goloso.
Carattere furbo nel raggirare le persone. Se viene scoperto dal suo padrone, in questo caso un Barone, pagava tutte le conseguenze dei suoi guai e dei suoi piccoli furti. Beppe Nappa viene regolarmente picchiato per le sue sbadataggini e furberie dal padrone. Questo è tipico del servo schiavo che era una figura ricorrente nell’antica Grecia e nell’antica Roma.
Carnevale con Beppe Nappa
Negli anni ‘50 la maschera di Beppe Nappa venne scelta come rappresentante della città di Sciacca. Nei giorni di carnevale gli vengono assegnate le chiavi della città e ne diventa il sindaco viaggiando su un carro fuori concorso. Lui apre le sfilate dei carri allegorici che si snodano per la citta con tante persone che festeggiano distribuendo salsicce alla brace, caramelle, vino e spremute di arancio, tutti prodotti tipici siciliani. Oltre a questo, durante il Carnevale con Beppe Nappa, si canta tutta la notte.
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Altre maschere siciliane tradizionali
Oltre che a Beppe Nappa ci sono molte altre maschere in Sicilia. Ogni Comune ne ha una. Ne citiamo solo alcune, come:
- Abbatuzzu, maschera di Acireale, Catania
- Vecchia di li fusa di Modica, che porta con sé il carnevale
Quest’ultima appartiene ad un’antica leggenda che viene narrata in molti modi. Pare che fosse una gigantessa che era in grado di tessere armature per i suoi figli. Le armature erano di ferro e di lana. Alcune giovani vollero scoprire il suo segreto e tentarono di distruggere il fuso della vecchia, ma non ci riuscirono. La morte colpì la vecchia che da allora non poté più filare e i giganti furono costretti a vestirsi con pelli di animali. Vediamo che la vecchia rappresenta: la morte del carnevale.
Da notare che in Sicilia e in Sardegna, le leggende dei giganti fanno parte della tradizione popolare. Non a caso la trinacria è la patria dei ciclopi.
Altre maschere sono i:
- Mastri di campo di Mezojusu di Palermo che imitano un assalto al castello perpetrato dal conte di Modica per conquistare la dama bianca di Navarra
- U Riavulicchiu a Corleone, serve per esorcizzare le cattive annate e i pessimi raccolti
- Il nannu Termini Imerese, fantoccio imbottito di paglia vecchio e basso, vestito da notabile e la sera del Martedì grasso viene bruciato in piazza non prima di aver letto il suo testamento.
Queste sono le machere e i costumi di carnevale siciliani più famosi e comuni dopo Beppe Nappa.
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