Tartaro o Tartarus: divinità primordiale del Tartaro, mitologia greca
Il Tartaro, con la sua profondità oscura e i suoi tormenti eterni, rappresenta una parte infernale e spaventosa del luogo dove riposano i morti, che poi non riposano poiché ci sono punizioni in base alla loro condotta di vita. Il luogo delle pene più severe, riservato a coloro che osano sfidare gli Dei o commettere atti di estrema malvagità, riflettendo la complessità delle credenze antiche sulla giustizia divina e sulla condanna eterna.
Solo che spesso esso viene descritto come un luogo, quando invece è una divinità.
Il Tartarus, o semplicemente Tartaro, è una delle prime divinità primordiali della mitologia greca, generato dal Caos insieme a Gea (la Terra). Si tratta della parte più profonda degli inferi, situata nelle viscere della terra. Tartaro, unendosi generò a Gea, è padre di mostri mitologici come l’Echidna, una creatura metà donna e metà serpente, e Tifone, il terribile titano. Inoltre è il luogo di residenza delle Arai, le dee della vendetta, e di altre divinità oscure.
COM’E’ IL TARTATO?
Nella cosmogonia greca, Tartaro è una delle prime entità a emergere dal caos primordiale. Secondo Esiodo, nel suo poema “Teogonia”, Tartaro è nato subito dopo Caos, Gaia (la Terra) e Eros (l’Amore). Rappresenta l’abisso più profondo e oscuro sotto la terra, un luogo tanto distante quanto il cielo è alto sopra la Terra. Tartaro è quindi sia un luogo fisico che una divinità personificata.
Il Tartaro è descritto come una voragine profonda, un abisso così buio che un oggetto impiegherebbe nove giorni e nove notti per toccare il fondo. È spesso confuso con l’Ade, ma sono due regni distinti: mentre l’Ade è il regno dei morti, il Tartaro è il luogo di condanna per le divinità malvage e gli umani colpevoli di gravi misfatti.
Descritto come un abisso infinito, più profondo dell’Ade stesso. È il luogo in cui le anime dei dannati e le creature mitiche pericolose sono imprigionate. Tartaro è circondato da mura di bronzo e tre strati di notte. Questo dà un’idea della sua inaccessibilità e della sua natura terrificante.
Come divinità, Tartaro è spesso meno personificato rispetto ad altre figure mitologiche. Tuttavia, il suo ruolo è cruciale nella struttura del cosmo greco. Tartaro è considerato uno dei Protogenoi, le divinità primordiali che rappresentano i fondamenti dell’universo. Mentre la Terra (Gaia) e il Cielo (Urano) rappresentano aspetti vitali e tangibili del mondo, Tartaro rappresenta l’aspetto oscuro e punitivo.
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Il significato di tartaro
Il Tartaro, come divinità e luogo, rappresenta la giustizia divina e il destino ineluttabile. È un simbolo della punizione che attende coloro che sfidano l’ordine cosmico stabilito dagli dei. Esso è anche una manifestazione del lato oscuro della mitologia greca, un promemoria delle conseguenze delle azioni malvagie e del potere implacabile degli dei olimpici.
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Punizioni “tartaresche”
Nel mito greco, il Tartaro è il luogo in cui vengono puniti gli dei e gli esseri umani che hanno sfidato il potere degli dei o commesso atti di estrema malvagità. È qui che Zeus ha confinato i Titani dopo averli sconfitti nella Titanomachia, la guerra decennale contro i Titani e i loro alleati. Persone come Tantalo, condannato a soffrire fame e sete nonostante le tentazioni vicine, e Prometeo, punito con il tormento dell’aquila che gli divora il fegato ogni giorno, sono esempi di creature leggendarie imprigionate nel Tartaro per i loro peccati.
Per gli antichi Romani, il Tartaro era paragonabile all’inferno, un luogo di punizione per i peccatori. Descritto come circondato da mura alte, con fiumi di lava incandescente e tormentato dalle Erinni, le dee della vendetta con le loro fruste, il Tartaro rappresentava il destino oscuro per coloro che avevano disobbedito agli dei.
Tartaro e i Titani
Una delle storie più famose che coinvolgono Tartaro riguarda la Titanomachia, la guerra tra i Titani e gli dei olimpici. Dopo la sconfitta dei Titani, Zeus li imprigionò nel Tartaro come punizione eterna. Tartaro divenne quindi non solo un luogo di punizione per le anime umane, ma anche per le divinità cadute. Qui, i Titani, inclusi Crono, furono relegati in catene, sorvegliati dai Giganti Centimani, mostruosi esseri con cento mani e cinquanta teste.
Ci sono poi altri prigionieri di questo luogo. Oltre ai Titani, molti altri esseri mitologici furono imprigionati nel Tartaro. Tra questi vi erano i Giganti ribelli, i figli di Urano e Gaia che tentarono di spodestare gli dei olimpici, e altre creature mostruose come Tifone, il gigante dalla testa di drago, considerato una delle forze più distruttive della mitologia greca. Anche i ribelli condannati dagli dei, come Sisifo e Tantalo, furono relegati a subire tormenti eterni.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe