Tisifone: divinità triade Furie, dea della Vendetta e punizioni
Tisifone, insieme alle sue sorelle Aletto e Megera, fa parte delle Erinni, note anche come le Furie. Queste divinità erano così temute che spesso venivano chiamate Eumenidi, “le benevole”, per evitare di attirare le loro malevole attenzioni. Tisifone era la personificazione della vendetta, incaricata di punire i crimini gravi, specialmente quelli all’interno delle famiglie, come l’omicidio di genitori e fratelli, tormentando i colpevoli fino a farli impazzire.
Secondo il mito, le Erinni, tra cui Tisifone, nacquero dal sangue di Urano, il cielo, dopo che fu castrato da suo figlio Crono. Questo atto crudele avvenne in seguito al maltrattamento degli altri figli di Urano, i Titani, da parte del padre. Il falcetto di selce con cui Crono compì la castrazione, generò una serie di eventi che portarono alla nascita di Venere (Afrodite) dal mare e delle Erinni: Tisifone, Aletto e Megera, dee vendicative destinate a punire chi commetteva crimini orribili.
L’ASPETTO DI TISIFONE
Nella mitologia greca, Tisifone è descritta come una donna anziana dall’aspetto orrendo, vestita di nero con serpenti che si contorcono tra i suoi lunghi capelli. I suoi occhi bruciano come brace e dalla sua bocca, deforme dalle urla contro i colpevoli di omicidio, esce un alito pestilenziale. Tisifone porta con sé armi di tortura per tormentare le sue vittime, avvolta in un mantello insanguinato con ali simili a quelle di un pipistrello. Risiede nell’ade, il regno dei morti, rinchiusa in gabbie di ferro, da dove esce una volta al mese per tornare sulla terra e punire i colpevoli di gravi crimini.
Tuttavia, come altre divinità, essa si può presentare anche sotto altre forme, come questa dov’è rappresentata con serpenti nei capelli, occhi che sputano fuoco e una torcia in mano. Questa descrizione evidenzia il suo ruolo di portatrice di punizione e di terrore. La sua presenza era sinonima di angoscia e disperazione per coloro che cadevano sotto la sua ira.
Tisifone rappresenta uno dei personaggi più oscuri e potenti della mitologia greca, simboleggiando la vendetta implacabile e la giustizia intransigente. Il suo mito continua a influenzare la cultura e la letteratura fino ai giorni nostri, rimanendo un esempio indelebile delle forze che guidano il comportamento umano e le sue conseguenze.
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Tisifone, cosa rappresenta, simbolismo
Nel regno dei morti, le Erinni servivano Ade e Persefone. Tisifone, insieme alle sue sorelle, era responsabile del tormento delle anime dannate. Queste divinità infernali garantivano che i morti ricevessero la giusta punizione per i crimini commessi in vita.
Tisifone è un potente simbolo di vendetta e giustizia. La sua iconografia, con serpenti e fuoco, rappresenta la distruzione e la purificazione attraverso la sofferenza. In molte rappresentazioni artistiche, Tisifone è raffigurata mentre infligge punizioni ai malvagi, spesso con una frusta o una torcia.
Questi simboli non solo riflettono il suo ruolo come punitrice, ma anche l’idea che la giustizia, sebbene severa, è necessaria per mantenere l’ordine cosmico. La figura di Tisifone serve a ricordare che i crimini contro la natura e l’ordine divino non resteranno impuniti.
La punizione delle erinni
Un mito famoso che coinvolge Tisifone è quello di Alcmeone. Alcmeone, uno dei Epigoni, uccise sua madre Erifile per vendicare l’assassinio del padre Anfiarao, che Erifile aveva tradito. Dopo aver compiuto questo atto, Alcmeone fu perseguitato dalle Erinni, con Tisifone che lo tormentava incessantemente fino alla sua follia. Questo mito sottolinea il terribile potere delle Erinni e la loro implacabilità nel perseguire i colpevoli di parricidio e matricidio.
Letteratura delle furie
Le Erinni, comprese Tisifone, svolgono un ruolo cruciale nella letteratura e nella cultura greca. Nella trilogia “Orestea” di Eschilo, Oreste viene perseguitato dalle Erinni dopo aver ucciso sua madre Clitennestra per vendicare l’assassinio del padre Agamennone. Oreste, tormentato, si rivolge all’oracolo di Delfi, che lo consiglia di invocare l’aiuto di Atena. La dea interviene, persuadendo le Erinni a smettere di cercare vendetta e ad accettare il ruolo di guardiani della giustizia.
In “Iliade” e “Odissea” di Omero, le Erinni vengono descritte come divinità capaci di far perdere il senno agli uomini, scatenando liti e conflitti feroci. Questa dualità tra vendetta e giustizia sottolinea l’importanza culturale delle Erinni e di Tisifone nell’antica Grecia, offrendo una prospettiva unica sulla morale e sulle conseguenze dei crimini nella società greca antica.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe