Smertrios: Saturno, Marte ed Ercole unica divinità – mitologia celtica
Smertrios o Smertrius e una divinità celtica venerata in Gallia e in Norico. In latino, questa divinità, è chiamata: Noricum! È la ritroviamo come divinità venerata in diverse provincie romane.
Vediamo infatti che ha una corrispondenza in questi luoghi dotto il dominio romano, nell’antichità. Tra l’altro è il nome latino della passata provincia che oggi conosciamo come: Austria.
Smertrios significa: salvare, provvidente o protettore. Esistono alcune incisioni che mostrano la sua figura. Di solito esso era raffigurato su delle pietre calcarea. La più famosa è presso la colonna dei Nautes. La sua figura è quella di un giovane uomo, robusto, con barba e nella mano destra alzata ha un falcetto.
Già in questa raffigurazione possiamo ritrovare due figure principali. La prima è quella del famoso personaggio noto, nel mondo celtico e norreno, come i vichinghi, del: druido. Costui lo si può assimilare ad un sommo sacerdote, ad un mago oppure ad una figura semidivina che ha conoscenze tali che è in grado di parlare direttamente con gli Dei.
La seconda figura è quella similare a Saturno, la divinità romana del tempo. I greci lo chiamano Cronos. Esso viene appunto raffigurato con una falce in mano che indica il tempo che trascorre e prima o poi “falcia” la vita. Oppure indica il tempo di mietere i raccolti che sono giunti a maturazione.
In altre raffigurazioni, Smertrios, ha in mano un bastone ed è intento a combattere un serpente che si alza di fronte. In questo caso ritorniamo nel mondo norreno e celtico, dei vichinghi, dove c’è il dio Thor che combatte contro il serpente che vuole distruggere il mondo tenendolo stretto nelle sue spire.
CONFUSIONE CON DIVINITA’ ROMANA
Nell’espansione dell’impero romano ci furono molte sovrapposizioni di divinità, cioè le divinità dei popoli conquistati erano poi incorporati o assimilati alle divinità romane. Smertrios non fa differenza. Infatti, in alcune ricostruzioni, vediamo che esso, per la sua figura, è similare a saturno. Però, per i suoi poteri, valori e compiti, lo si assimila a Marte.
Tant’è infatti che ci sono delle incisioni, quindi testimonianze, che lo chiamano: Marti Smertrius o Marte Smertrios.
Smetrios: ercole il padre del popolo galato
La città di Alesia, luogo sacro, sorgevano molti tempi delle divinità Galliche dove spiccava appunto questa divinità. In alcune credenze si pensa che esso sia Ercole, anzi nominano Ercole come il padre dei popoli celti, i galati e degli Iberi.
In un’altra raffigurazione del Dio Marte Smertrius esso si ritrova insieme a sua moglie, dal nome Ancamna. I bassorilievi di Frekenfeld, nell’antico territorio di Nemetes (Germania), lo raffigurano con una clava in mano, la tunica e un lungo mantello.
Sua moglie invece indossa una lunga tunica, ha i capelli raccolti dietro la nuca. Essa diventa una dea dell’acqua e delle sorgenti. Il dio condivise il tempio con la dea Rosmerta che significa: provvidenza, moglie a sua volta del Mercurio romano, dio protettore dei mercanti. Il loro culto era istituito in entrambe le rive dei fiumi Mosa, Reno e Mosella. I due Dei vengono rappresentati sempre insieme, come la coppia divina.
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Colonna dei Nautes
La colonna dei Nautes e una colonna monumentale eretta in onore di Giove nel I secolo d.C. dai marinai del fiume Senna. Questi marinai erano detti anche battellieri. Eretta sotto il regno dell’imperatore Tiberio. In origine doveva essere alta circa 5 metri e sulla sommità vi era posta la statua di Giove. Fu in seguito distrutta e oggi ne rimane solo una parte che venne scoperta nel 1711 durante alcuni lavori di restauro.
Il piastro è coperto interamente di sculture. Costituito da un piedistallo e 4 blocchi di pietra calcarea impilati uno sull’altro. Di forma cubica. In ogni sezione vi sono scolpite, in rilievo, le divinità gallo-romane. Attualmente il pilastro è esposto alle terme di Clunya a Parigi. Le sue sculture sono rovinate dal tempo, ma mantengono il loro fascino e mistero.
Inoltre vi sono raffigurate tante altre divinità romane, quali: Marte, Mercurio, la dea Fortuna, Smertrios, Cernunnos, Castore e Polluce, Vulcano, Hesus , Rosmerta, Tarvos e Trigaranos.
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Motivo del “mix” divino
Per quale motivo i romani, durante la sua espansione territoriale, incorporando gli altri popoli, non hanno soppresso interamente le altre religioni e culture? Questa domanda è lecita, anzi è importantissima.
Torniamo indietro nel tempo. L’impero romano aveva interessi di espansione a livello commerciale. La sua economia diventava forte appunto avendo il dominio su: porti, creando città, recuperando le materie prime necessarie. Cosa che ancora oggi viene eseguita, ma in modo diverso.
Le colonie romane portavano a Roma: metalli di vario genere, legno, cibo, spezie e via dicendo. Queste ricchezze permettevano al popolo italico una grande ricchezza. Solo che c’era anche un onore popolare, cioè gli antichi romani instillavano, nel popolo sotto il proprio dominio, l’idea che essi non erano dominati, ma incorporati, con le loro culture, ad una “superpotenza”.
L’idea era semplice: tu non sei schiavo perché noi rispettiamo le tue divinità e culture, ma le incorporiamo a quelle principali, cioè alle nostre. In questo modo dimostravano un qualche rispetto al popolo sotto dominio, ma allo stesso modo mettevano in chiaro che loro erano i dominatori. Come a dire: sei libero di fare quello che io ti concedo!
Vero è che questo “sottile” modo di agire ha permesso ai romani di non doversi occupare e preoccupare delle proprie colonie perché molti territori conquistati avevano acquisito benessere. Ciò ha permesso all’Impero romano di avere un potere su tutta l’Europa per millenni.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe