Ammit, la dea divoratrice funeraria, mitologia egizia
Ammit o Ammut è una creatura mostruosa della mitologia egizia. Viene chiamata: la divoratrice dei morti!
Un essere che incute paura e terrore. Usata come monito agli uomini, come una sorta di punizione per chiunque non avesse avuto una condotta retta e giusta in vita. Descritta con il muso da coccodrillo, pieno di denti acuminati. Criniera e zampe anteriori, compreso il tronco del corpo sono da leone. Mentre la parte posteriore è quella di un ippopotamo.
COMPITO DELLA DIVORATRICE
La divoratrice Ammit assiste al rito della pesatura del cuore dei defunti (detta psicostasia) in compagnia degli altri Dei. Secondo la mitologia egizia: un cuore giusto e puro deve essere più leggera della piuma. In caso contrario esso e l’anima del defunto non può continuare il suo viaggio verso l’aldilà. Viene quindi dato in pasto ad Ammit.
Il libro dei morti
Il suo nome viene citato nel libro dei morti, capitolo 125, con cui i sacerdoti celebravano riti e preghiere. Pronunciano in formule di protezione e oggi anche in molti incantesimi che sono per evocare i morti. Diversi sacerdoti contribuirono a scrivere questo libro che doveva proteggere il defunto nel lungo viaggio verso l’aldilà dei faraoni. In questo lungo viaggio c’erano ostacoli e creature mostruose da combattere. Messaggi criptici da decifrare e pesatura della sua condotta in vita.
Per questo c’erano delle formule magiche per proteggere o ammansire le creature mostruose incontrate. Alcune delle scritte contenute all’interno del libro dei morti erano poi dipinte nelle camere funerarie dove la mummia riposava. Altre erano invece incise sui sarcofaghi e sui fogli di papiro che si deponevano in queste camere e che il defunto, all’occorrenza, usava per difendersi.
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Mangiatrice di cuori!
Ammit era chiamata anche la mangiatrice di cuori o dei morti. Gli egizi avevano il grande culto della vita eterna anche dopo la morte. I suoi Dei sono incentrati sul loro passaggio nell’aldilà. Il rito della pesatura del cuore si svolge in un grande sala dove ci sono 42 Dei che lo dovranno giudicare presenziati da Osiride. Anubi porta per mano l’anima del defunto presso la grande bilancia, con due piatti.
In uno Anubi pone il cuore e sull’altro piatto la piuma, ovvero la Maat, giustizia. Il dio della saggezza Thot prende nota della pesatura.
Se il cuore, mentre Osiris sente le giustificazioni del defunto, è troppo pesante nei confronti della piuma, veniva dato in pasto alla dea Ammit che aspettava con avidità vicino alla bilancia. L’anima era quindi condannata ad essere annullato per sempre.
Mentre se il cuore era più leggero della piuma, voleva dire che la persona era stata giusta nella sua vita terrena e Osiride lo ammetteva nei campi dei giunchi, il loro paradiso.
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Ammit la dea del nulla
In Egitto Ammit non era venerata perché rappresentava tutto ciò che è male, che fa paura. Gli egizi la temevano perché lei era il nulla. Condannando le anime ad una eterna dannazione, dolore e tormento. Tutti gli uomini, nella loro vita terrena, dovevano seguire le leggi di Maat, la dea della giustizia e dell’ordine, raffigurata con sembianze umane, una giovane donna con una piuma di struzzo posta sul capo che serviva per la pesatura del cuore.
Solo ciò stabiliva la bontà o i peccati. Le sue braccia erano fuse con piume di uccello e a volte veniva rappresentata con le braccia aperte, come ad accogliere con un simbolico abbraccio al defunto.
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Male e bene nella mitologia egizia
Vi è un’altra divinità egizia con sembianze metà uomo e con la testa di coccodrillo che si chiama: Sobek. A volte rappresentato interamente come coccodrillo.
Se Ammit è associata al male e al dolore, Sobek era il dio benefico delle acque del Nilo, simbolo di fertilità e della forza militare, per la sua aggressività. Dio venerato e “usato” come protezione per allontanare le forze negative e gli spiriti. Amato tanto da mummificarlo e metterlo nelle tombe dei faraoni.
Le due divinità, in diverse tombe, sono messe uno vicino all’altro, come a dire: male e bene o vita e morte. Alcuni coccodrilli mummificati sono stati trovati con piccoli coccodrilli in bocca. Il simbolismo è alquanto discusso. C’è chi crede che questo stia a significare che: l’anima si reincarna in modo da poter proteggere in eterno la vita. Un’altra versione invece parla di come si cresce per diventare sempre più forti. Diciamo che il vero significato è possibile ritrovarlo solo nei testi dei defunti della mitologia egizia di cui sono state perse molte tracce.
Nel periodo Tolemaico-Romano, gli egizi dedicarono alcuni santuari per onorare e venerare il dio Sobek e allevare i coccodrilli. Trattamento non riservato alla dea Ammit che però era molto temuta.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle Streghe