Aceste eneide, il fondatore delle due città siciliane dell’eneide
Aceste o Ageste o ancora Egeste divenne uno dei primi re siciliani ricordato nella mitologia greca e nell’eneide. Figlio del dio fluviale Crimiso, fiume della Sicilia occidentale, e di una donna troiana Egesta, per questo viene anche confuso come egeste, cioè figlio di Egesta. Questa donna fu affidata dal padre Ippote ad alcuni mercanti, per sfuggire alle ire di Apollo e Poseidone che volevano vendicarsi.
Queste divinità non erano state pagate, le offerte del Re furono ritenute inadeguate all’impresa che Apollo e Poseidone fecero con la costruzione delle mura di Troia. Per questo pretesero i sacrifici di giovani e nobili donne.
I genitori, per salvare le figlie, le mandarono lontano e nel suo viaggio arrivarono in Sicilia, dove Egesta, stanca del peregrinare, si riposò sulle sponde del fiume e benne fecondata dal figlio del Dio del fiume, da cui ebbe un figlio, appunto: aceste.
Il giovane, nato e cresciuto in Sicilia, fondò la città di Segesta o Aegesta e Deprano, luoghi che vennero citate nell’Eneide di Virgilio.
ENEA STIRPE ACESTE
Nell’Eneide raccontata da Virgilio che narra le gesta di Enea, un semidio. Figlio del mortale Anchise e di Venere, dea della bellezza. Il guerriero troiano fu costretto a scappare dalla città di Troia in fiamme con il padre Anchise, suo figlio Laerte e alcuni troiani fedeli ad Enea.
Preso il mare, poiché Poseidone apprezzava il semidio Ena, dopo giorni e giorni di navigazione approdarono a Delo dove un oracolo lo esortò di riprendere il mare. La sua missione non era finita, al termine del suo viaggio avrebbe fondato una grandiosa città (Roma).
A questo punto Enea approdò sulle isole italiche arrivando in Sicilia dove conobbero altre culture, ma dovette fuggire a causa di malattie e pestilenze. Giunto in Sicilia, a Capo Deprano, Aceste lo accoglie con tuti gli onori. Enea facendo riposare e rifocillare i superstiti. In questa località, sul monte Erice, sorgeva il tempio di Afrodite sua madre. Enea sostò in quella località per alcuni anni. La leggenda narra che fu Enea ad aiutare Aceste a fondare la città di Segesta diventandone poi il re.
Qui il padre di Enea il vecchio, Anchise, morì. Aceste istituì in suo onore i giochi funebri con sacrifici e banchetti. Lo seppellirono presso il tempio di Afrodite. Enea, dopo la morte del padre, decise di riprendere il viaggio per arrivare nel lazio e anche in questo caso volle fargli dono di tutto il cibo e vino che gli occorreva. Lasciando sul luogo gran parte della sua gente.
Grazie alla sua posizione strategica e ai suoi commerci la città crebbe e divenne una potente città. Oggi si trova all’interno del parco archeologico. Restano numerose testimonianze del passato come il tempio gotico del IV secolo a.C. e un teatro.
LEGGI ANCHE: Carruba proprietà, a cosa serve la carruba, usi e curiosità carruba
Giochi funebri della sicilia
I giochi funebri offerti da Aceste in onore di Anchise comprendevano delle gare di abilità tra cui una gara con le navi che venivano spinte a forza di remi. Esse dovevano raggirare uno scoglio in mezzo al mare, molto distante dalla riva e ritornare sulla spiaggia. C’erano gare ippiche. Una competizione con l’arco, pugilato tra troiani e siciliani.
Nell’Eneide, il V libro, descrive minuziosamente i giochi tanto da sembrare una moderna telecronaca, ricco di particolari, nome e gesta.
LEGGI ANCHE:Beppe Nappa sicilia, servitore dell’ombra, ed altre maschere sicilia
Articolo scritto ed editato da: Il bosco delle streghe