Aconito – potere delle piante, il fiore della vendetta
Aconito, pianta erbacea perenne che cresce prevalentemente in zone montuose, nei pascoli alpini e in gran parte dell’Europa cresce spontanea.
Appartenente alla famiglia delle ranuncolacee, l’aconito è molto bella, decorativa con i suoi fiori di un colore blu-violaceo intenso che sanno farsi notare. La sua bellezza è ingannevole essendo una delle piante più velenose che esistono in Italia. L’aconito veniva usata come veleno già dall’antica Roma e specialmente nel medioevo.
ELMO DI FIOVE O DEL DIAVOLO
Nel linguaggio dei fiori, l’aconito, simboleggia la vendetta!
Può essere coltivato per ornare il giardino, ma non è consigliabile averlo a portata di mano se si hanno bambini o anziani, appunto per la sua pericolosità. La pianta è di medie dimensioni. Può arrivare ad un’altezza di 60 centimetri. Le radici sono rizomatose e carnose. Dalla rosetta basale si erge il fusto del fiore che contiene poche e leggere ramificazioni. Mentre le foglie sono glabre, palmate, divise in lamine lineari.
I fiori sono solitari e spuntano su una lunga spiga, somigliano ad un elmo antico ed è per questa particolarità che viene anche chiamata: Elmo di Giove o Elmo del diavolo!
Potere magico dell’aconito
Fin dai tempi più remoti, gli uomini hanno imparato a usare le erbe per curarsi, per fare magie e stregoneria. Ad usarle sono streghe, maghi, sacerdoti e druidi, uomini di medicina e non solo. Le erbe si usano per farne pozioni o unguenti.
La pianta dell’aconito più che proprietà magiche ha proprietà velenose che nel corso del tempo hanno potuto far credere a magie mortali e poteri straordinari. I suoi effetti provocano dei disturbi da far apparire la persona malata o in preda a qualche malocchio o maleficio, fino a condurre al coma e alla morte. L’aconito è considerato un Arsenico naturale e bastano 3 mg per effetti mortali.
Tuttavia è un’erba che si usa molto nella magia nera. Precisiamo che il fiore, integro, si usa per rituali di magia nera, separazioni e allontanamenti d’amore oppure per malocchio e fatture mortali.
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Il veleno delle armi romani
L’aconito era conosciuto al tempo degli antichi romani come il: veleno delle punte delle armi. I soldati usavano intingere le loro armi, daga o lancia, nella linfa o estratto dell’aconito in modo che i propri nemici, feriti, se non morivano in battaglia, sarebbero morti nei giorni avvenire.
Era poi uno dei veleni più usati nei complotti politici. Esistono testimonianze scritte addirittura verbali in cui si usava dire: la morte è aconita! Vale a dire: è morto per il veleno dell’aconito.
Fu sempre nell’era romana che questa pianta e fiore si iniziò ad usare anche nelle magie e rituali di vario genere. I suoi fiori, bruciati e inalati, erano in grado di dare visioni. I sacerdoti piromanti usavano invece bruciare il fiore e la pianta sul fuoco in modo che il fumo che si alzava dava responsi sulle domande che vi erano poste.
Nel medioevo il suo utilizzo continuò specialmente tra i nobili. Purtroppo fu in questo periodo che si pensò che questo fiore fosse del diavolo e di conseguenza chi lo coltivava, lo aveva nel proprio terreno oppure vicino alle abitazioni, dato che è una pianta che cresce spontanea in Italia, era considerata una strega, prescelta/o dal demonio, iettatore o adoratore del demonio.
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Caratteristiche della pianta aconito
Dell’aconito spontaneo è prevalente il colore blu o viola scuro, esistono anche colorazioni del giallo e raramente bianche. Tutte le sue parti sono tossiche, in particolar modo le radici che contengono un alcaloide velenoso: l’Aconitina e la Nepalina, acido Benzoico e Vetraico.
Si consiglia di non toccare la pianta a mani nude perché il veleno viene assorbito rapidamente dall’epidermide. I fiori non sono velenosi, ma è sempre bene prestare attenzione alla sua linfa che potrebbe essere urticante o provocare delle irritazioni. In caso viene ingerito è facile avere dolori e crampi di stomaco che si calmano bevendo molto.
Però, se si ingerisce già una quantità di linfa pari ad un cucchiaino, si hanno effetti dannosi come: rallentamento della respirazione, abbondante salivazione, formicolio alle articolazioni, difficoltà e perdita di sensibilità, paralisi, problemi all’udito e agli occhi, tachicardia, seguita da febbre alta.
In caso di avvelenamento, andare al pronto soccorso per una lavanda gastrica.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.