Anuqet, la signora delle gazzelle, divinità egiziana
Anuqet è una delle più adorate divinità egiziane, conosciuta anche come Anoeket, Anaka, Anqet.
Il suo nome significa: Lei abbraccia, simboleggiando l’abbraccio che il Nilo offre alle terre circostanti durante le sue inondazioni, rendendole fertili. Protettrice delle acque del fiume e delle cateratte basse tra Khartoum e Assuan. Anuqet era inizialmente associata alla caccia e alle gazzelle che si abbeveravano sulle sponde.
Una delle rappresentazioni più antiche di questa deva è proprio quella che richiama le forme del Nilo. Il reperto somiglia, dall’alto, ad una donna che circonda le terre dove c’erano principalmente i terreni da coltivare.
DEA DELLA LUSSURIA
Durante il Regno Intermedio in Egitto, Anuqet fece parte della triade venerata sull’isola di Elefantina insieme a Satet che era una Dea delle acque e della fertilità e Khnum il dio vasaio creatore del mondo e dell’uomo. Nel Nuovo Regno in Egitto, divenne nota come la dea della lussuria e della fertilità, protettrice delle donne durante il parto e l’allattamento.
I suoi poteri erano appunto quelli di procreare, cioè provvedere al raccolto, ad una buona nascita e prosperità degli allevamenti. Senza contare che lei rappresentava la seduzione, nel senso che era in grado di allettare sia le divinità, gli uomini che gli animali.
Venerata perfino dalle prostitute con culti segreti che venivano eseguiti in determinati periodi e solo con il favore delle tenebre.
L’aspetto di Anuqet e i suoi poteri
Anuqet è spesso raffigurata come una giovane donna con un lungo abito aderente ornato di piume di struzzo. La piuma di struzzo, in Egitto, è simbolo di verità, onestà e di rettitudine. Questo nasce anche dalla convinzione che l’anima non può pesare più di una piuma. L’anima monda, cioè pulita, onesta, indica una vita retta. Sul capo indossa una corona alta, tipico oggetto indossato anche dai faraoni. In mano ha uno scettro e un ankh, cioè la croce ansata che è nota anche come: chiave della vita. Talvolta viene rappresentata mentre allatta il faraone che, per discendenza, ha nelle vene sangue divino.
Però vediamo che la sua forma principale, visibile a tutti gli esseri umani, è l’aspetto da gazzella.
I simboli sacri a anuqet è freccia che indica la velocità delle gazzelle, almeno in base ad alcuni reperti che non hanno chiarito del tutto l’importanza di questa divinità. Infine, in alcune raffigurazioni, appare con la testa di gazzella.
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Culto di anuqet
Il culto di anuqet non si limitava a Elefantina, ma si estendeva anche all’isola di Sehel, dove Amenhotep II eresse un santuario presso Assuan sul Nilo. Durante i periodi delle cateratte pericolose, i navigatori scolpivano iscrizioni votive per chiedere protezione a anuqet durante i loro viaggi commerciali sul fiume.
Carestia d’egitto, la più terribile
L’isola di Sehel è famosa per la “stele della carestia”, un’antica iscrizione che narra della carestia che colpì l’Egitto per sette anni durante il regno di Djoser. Si dice che Imhotep, il gran sacerdote, abbia interceduto con Anuqet, Satet e Khnum, vale a dire con la triade, predicendo la fine della carestia. Questo evento fu commemorato con una cappella dedicata alla dea Anuqet sull’isola.
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Scritto e editato da: Il bosco delle streghe