Aretusa: La Naiade della Mitologia Greca – fonte acqua
Aretusa era una ninfa naiade della mitologia greca, una delle figlie di Nereo e Doride. La sua storia è famosa per la trasformazione in una fonte per sfuggire ad Alfeo, figlio dei Titani Oceano e Teti. La Fonte Aretusa si trova a Ortigia, la parte più antica della città di Siracusa.
Questo specchio d’acqua dolce è separato dal mare da un muro di pietra. Situata su un’isola di circa un chilometro di lunghezza, la fonte è stata onorata dagli abitanti come protettrice della città e simbolo della felicità degli innamorati. Oggi è anche conosciuta come la Fonte dei Papiri per le numerose piante acquatiche che vi crescono.
Secondo Diodoro Siculo, la fonte contiene abbondanti pesci sacri e intoccabili. Un’antica credenza narra che se si gettava una coppa nel fiume Alfeo in Grecia, questa sarebbe riemersa nella Fonte Aretusa in Sicilia. Il mito della ninfa fu importato dai coloni della Magna Grecia che colonizzarono l’isola, fondendo le credenze religiose italiane e greche.
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NAIADI DEL FIUME
Le naiadi, dal greco “fluire”, erano ninfe delle acque dolci, come fonti, sorgenti e laghi. Queste divinità possedevano spesso facoltà guaritrici, con acque salutari e termali utilizzate per curare i malati. Tuttavia, non tutte le naiadi erano benevole; alcune potevano vendicarsi se qualcuno osava immergersi nelle loro acque senza permesso. Le naiadi erano rappresentate come giovani e immortali donne di straordinaria bellezza, con lunghi capelli ondeggianti e pelle candida, spesso raffigurate nude.
Nel racconto di Ovidio, Aretusa era una ninfa che faceva parte del seguito di Artemide, la dea della caccia. Un giorno, dopo una lunga passeggiata nei boschi, la ninfa decise di rinfrescarsi e si immerse nelle acque di un fiume, che era Alfeo, originario del Peloponneso in Grecia. Ammirando la bellezza della ninfa, Alfeo assunse sembianze umane e cercò di avvicinarla. Spaventata, la ninfa fuggì e chiese aiuto ad Artemide, che la nascose sotto una nuvola e la portò sull’isola di Ortigia, trasformandola in una fonte.
Alfeo, innamorato, chiese aiuto a suo padre Oceano per raggiungere la sua amata. Oceano fece scorrere il fiume attraverso vie sotterranee sotto il Mar Ionio, permettendo ad Alfeo di arrivare in Sicilia. Aretusa, comprendendo l’amore di Alfeo, ricambiò il suo sentimento. Artemide scavò una caverna sotto la sorgente per permettere ai due di incontrarsi eternamente.
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Mito di Aretusa
Esistono varie versioni del mito di Aretusa. Secondo Pausania, Alfeo era un abile cacciatore innamorato della ninfa. Lei fuggì e si rifugiò sull’isola di Ortigia, dove si trasformò in un pozzo. Alfeo, tramutato in un fiume, scorreva sotto il mare fino a raggiungere il pozzo di Aretusa, unendo le loro acque.
La testa di Aretusa, vista di profilo con capelli ricci raccolti e vistosi orecchini, fu incisa su una Decadracma d’argento coniata a Siracusa nel 400 a.C. Nel 1966, la sua immagine apparve su un biglietto da 500 lire, raffigurata sopra onde stilizzate del mare, circondata da delfini, un’aquila e un serpente.
Il mito di Aretusa rappresenta una delle molte storie affascinanti della mitologia greca che combinano elementi di natura, divinità e amore. Le naiadi sono simboli del potere delle erbe e delle acque curative. Esse incarnano la forza vitale della natura e il potere rigenerativo delle fonti d’acqua dolce.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.