Assafetida: finocchio selvatico e “puzzolente”, proprietà e usi
L’assafetida, conosciuta anche come finocchio fetido o più precisamente Ferula assa-foetida, è una pianta erbacea perenne di grandi dimensioni che può crescere fino a tre metri di altezza. Appartenente alla famiglia delle Apiaceae, è originaria della Persia, del Marocco, dell’Iran, dell’Egitto e dell’Asia, dove cresce spontaneamente in terreni desertici, secchi e sabbiosi, in steppe e luoghi abbandonati.
Le radici sono fittonanti, carnose, rugose e di colore scuro esternamente, ma bianche all’interno. Il fusto è robusto, erbaceo ed eretto. Mentre le foglie, rade e opposte, sono bipinnate e lancinate, di colore verde lucente e lunghe fino a 40 centimetri. I fiori sbocciano a fine primavera, sono piccolissimi, di colore giallo e disposti a ombrello. La pianta impiega alcuni anni per fiorire, morendo poco dopo. I frutti sono piatti, oblunghi e scuri.
USO IN CUCINA
Nonostante l’odore poco invitante, l’assafetida è utilizzata in cucina come spezia, il cui aroma scompare durante la cottura, lasciando un sapore gradevole simile al coriandolo. La spezia si presenta come una resina gommosa, ricavata dalla radice della pianta di due o tre anni di età. Una volta intaccata, la radice secerne liquidi resinosi e gommosi che vengono raccolti ed essiccati, poi ridotti in polvere o addizionati con farina di riso e gomma arabica, e venduti in panetti. Il suo sapore ricorda l’aglio, tendente al piccante. Tutta la pianta è commestibile: foglie, fiori e radici fresche possono essere consumati come verdura. La spezia è reperibile nei negozi alimentari etnici.
LEGGI ANCHE: Erba amara sardo corsa pianta, rara, bellissima e tossica
Spezia nobile per egizi e romani
L’assafetida era conosciuta già dagli antichi Egizi e Romani. Questi ultimi utilizzavano una pianta simile, il silfio, per la sua fama e ricercatezza come spezia nobile, ma quando il silfio si estinse, venne sostituito con l’assafetida, nonostante Plinio il Vecchio la detestasse, chiamandola “sterco del diavolo”. Tuttavia, essa guadagnò notorietà anche per le sue proprietà medicinali.
Il nome Ferula assa-foetida deriva dal latino: “Ferula” si riferisce alla canna o verga, in riferimento al fusto della pianta, “assa” deriva dal persiano “aza” che significa guarire, per le sue molteplici proprietà medicinali, e “foetida” significa puzzolente per il suo odore pungente. È una pianta molto usata nella cucina indiana, ingrediente della miscela di spezie masala, e anche nella famosa salsa inglese Worcester.
LEGGI ANCHE: Arnica proprietà, utilizzo? Tabacco dei poveri, cosa cura arnica
Proprietà assafetida
L’assafetida è ricca di acido ferulico, resina, gomma, solfuri, zolfo, cumarine sesquiterpeniche, glucosio, polisaccaridi e glicoproteine. Ha proprietà antinfiammatorie e antivirali, utili per combattere virus, influenza e infezioni. È un espettorante che libera le vie aeree da tosse e bronchite, oltre ad avere effetti febbrifughi e antiallergici, alleviando raffreddore da fieno e asma. Ha anche proprietà fluidificanti per la circolazione sanguigna, riducendo colesterolo e glicemia, e agisce come vasodilatatore, antiossidante e antitumorale.
Sul fronte digestivo, è carminativa e digestiva, favorendo una buona digestione e alleviando disturbi gastrici come reflusso e ristagno di gas, oltre a favorire il transito intestinale. È anche diuretica. Non ci sono molte controindicazioni per l’uso di questa pianta, ma è vietata alle donne in gravidanza per le sue proprietà abortive.
Crescita selvatica assafetida
L’assafetida, sebbene selvatica, può essere coltivata. Richiede un clima caldo e secco e molto sole estivo per imitare il suo habitat naturale. Deve essere seminata in un luogo dove possa crescere fino a maturità, preferibilmente in un angolo dell’orto o del giardino ben esposto al sole e in terreno fertile e ben drenato. Non può essere trapiantata a causa della radice fittonante, dove risiedono tutte le sue proprietà. La pianta non tollera il freddo e può morire in inverno.
LEGGI ANCHE: Carruba proprietà, a cosa serve la carruba, usi e curiosità carruba
Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe