Astarte: dea notte della prostituzione sacra – mitologia egiziana
Astarte o Astharòt, Astoret e ancora Astart. Nel periodo in cui c’era l’aumento della cultura in Grecia, venne scritto che questa divinità era una dea venerata dai Fenici e Babilonesi. In generale era una divinità nota e famosa in tutte le Nazioni semitiche e della Cananea.
In Siria, Arabia, Libano, Palestina e Giordania Astarte era detta: La Grande madre dea dell’amore e dell’eros, in poche parole del sesso. Forse è per questo che venne poi assimilata alla fertilità e fecondità.
C’è da dire, tra le curiosità che avvolgono questa dea, c’è quella di essere la protettrice del cielo notturno, cioè della notte. Come mai? Ebbene perché il sesso o la passione era vissuta tipicamente di notte, poiché di giorno c’era il lavoro nei campi e non solo. Ecco che dunque Astarte diventa anche la protettrice delle prostitute o mercenarie.
CULTO ANTICO
La venerazione di Astarte è antica, databile nel secondo millennio a.C. Entità che si espanse in tutto il mediterraneo e in Egitto dove raggiunse il suo massimo splendore.
Il suo alter-ego greco è la dea Afrodite che ha appunto molti dei suoi aspetti. In Sardegna e Sicilia venne accomunata a Venere e a lei fu dedicata la città di Mistretta (da Am-Astart: città di Astarte).
Astarte era la città di Cartagine, Cipro e Malta. Viene citata anche nell’antico testamento rappresentata come una giovane donna nuda con lunghi capelli sciolti. Però in alcune immagini al posto dei piedi ha degli artigli ed è per questo che era anche la dea della guerra o meglio della guerra quando sui campi di battaglia rimangono i feriti morenti. Alcune statue la rappresentano come una donna nuda, con i capelli sciolti, che traina un carro con due cavalli mentre allatta un bambino.
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I tanti mariti di Astarte
Di Astarte si conosce poco anche se si sono ritrovati alcuni reperti archeologici che permettono di intrecciarla con la storia antica. Di sicuro rappresenta la terra madre, la prima progenitrice, creatrice di tutti gli esseri viventi, piante, animali e uomini.
Il suo sposo è incerto. Per i babilonesi e fenici venne fecondata dal dio Baal, il dio principale divinità del cielo e delle tempeste, ma per altre religioni Baal era un demone. Lui era considerato il padre degli Dei fenici. I due abitavano il più alto monte della Siria, il monte Cassius.
Ci sono autori di mitologia antica fenicia, affermano che il suo sposo era Adon o Chemosh (il distruttore). Per i Filistei e Moabiti Ammoniti, Astarte era una crudele divinità venerata con sacrifici umani. Alla coppia veniva associato anche un fanciullo che formava una triade divina rappresentando interamente il suo carattere di sposa e madre. Per Astarte furono eretti diversi altari dal re Salomone che la seguiva nella sua religione. Salomone, il famoso Re, noto per la sua saggezza, ma non altrettanto fedele, ebbe molte amanti straniere e sposò 700 principesse avendo poi altre 200 concubine. Questo stile di vita era proprio per seguire la dea Astarte, almeno per tanti studiosi.
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Prostituzione sacra
Il suo culto veniva venerato con la prostituzione sacra. La prostituzione sacra doveva avvenire in luoghi di culto, nei templi, in alcuni rituali di fertilità e in altri culti misterici.
Come abbiamo accennato lei era la divinità che appunto proteggeva la prostituzione e allo stesso tempo era la divinità della passione, dell’eros, sesso e del piacere.
Uno dei rituali più comuni ed importante a lei dedicato era il: rituale sessuale di accoppiamento.
Una curiosità interessante è che, tale rituale, propiziava anche i buoni matrimoni, con tanti figli, e si potevano celebrare dietro un compenso economico. Una sorta di “messa personale”, ma con un metodo specifico di accoppiamento.
Queste somme di denaro erano poi accumulate come “tesoro del tempio”. Ad esso partecipavano sia fanciulle di buona famiglia che schiave, sacerdotesse e perfino donne sposate unendosi con i sacerdoti nel tempio e luogo sacro prestabilito. Tutti gli altri sacerdoti, a turno, si univano alle fanciulle e donne scelte in una sorta di orgia.
Un’antica usanza vuole che almeno una volta nella loro vita le donne dovevano fare sesso con uno sconosciuto all’interno del tempio. C’era poi chi pagava la prestazione sessuale e questo aumentava il tesoro di Astarte. In realtà possiamo dire che questi templi erano dei luoghi di prostituzione consentita, ma solo chiamata: sacra. Le donne che si negavano o rifiutavano oltraggiavano la dea ed era un grave peccato che si poteva addirittura essere allontanate dalla comunità, esiliate, allontanate dalla stessa famiglia oppure lapidate.
Tale pratica venne poi proibita all’epoca dell’imperatore Costantino I, impedendo la prostituzione rituale nel 306 D.C.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe!