Civetta simbolo e significato, saggezza e sapienza – Il Bosco delle Streghe
La civetta simbolo di saggezza, della sapienza universale e ancestrale.
L’uccello notturno della civetta, è un essere misterioso. Nel corso dei secoli ha assunto molti significati negativi. In Egitto e nell’antica Rom la civetta simbolo di morte e di cattivi presagi.
In Grecia la civetta simbolo era l’animale sacro della Dea Atena. Quest’ultima non se ne separava mai, tenendolo sulla spalla o sulla testa. Proprio perché significava il sapere e la saggezza.
ANIMALE SACRO AD ATENA
Si marra che Atena stessa si trasformasse in civetta con ali e sguardo luminoso. Ciò gli permetteva di vedere nell’oscurità e fare chiarezza, scoprire verità nascoste portandole alla luce. Il simbolo della civetta, la sua effige, erano stampate su delle monete di quell’epoca. Ancora oggi ci sono monete di un euro con il simbolo della civetta.
Nel medioevo il civetta simbolo, insieme al gatto nero, erano dei simboli della stregoneria. I suoi organi, cuore, zampe, penne e piume, servivano per pozioni e incantesimi.
Per i nativi americani la civetta e il simbolo della chiaroveggenza (dono che gli venne data da Atena in Grecia ed è incredibile vedere quanto queste storie siano similari a chilometri di distanza).
La Civetta veniva interrogata per conoscere il futuro, eventi e premunirsi in caso di necessità. In Italia c’è la credenza popolare che essa porti sfortuna. Sentire il suo canto, che somiglia a una donna che piange nella notte, portava lutto e disgrazia. In caso essa ride invece è un porta fortuna. In poche parole, la civetta simbolo del futuro, il suo verso indica, in generale, di: stai attento o stai tranquillo.
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La leggenda Civetta del medievo
In realtà vediamo che fino all’epoca romana, quando la religione pagana era la principale, la civetta simbolo di fortuna, di veggenza e di saggezza.
Nel medioevo, con la diffusione del cattolicesimo, si demonizzavano i simboli pagani in modo da averne paura. Fu proprio nel medioevo che la leggenda che la civetta portava sfortuna inizia a farsi strada.
Per colpa della sua natura, cioè quello di essere un animale notturno, con gli occhi che brillavano nel buio, si iniziò a pensare che la civetta fossero gli occhi del diavolo. In questo periodo nasce questa strana usanza.
Quando c’erano persone malate o inferme, durante le notti si accendevano tante candele o fuochi che attirassero gli insetti, nella speranza che le civette si avvicinassero alle case. Se l’uccello lanciava il suo grido di pianto, allora il defunto sarebbe morto, se invece rideva, allora si sarebbe salvato. Ad aumentare questo suo aspetto nefasto, c’è poi il fatto che essa nidifica in vecchi ruderi abbandonati, ma in alcuni casi nei cimiteri.
Comportamento animale della civetta
La civetta appartiene alla famiglia dei strigidae, è un rapace notturno di medie dimensioni, lunga circa 30 centimetri e con una apertura alare di 70 centimetri. Vive in Europa, Asia e Africa. Il suo piumaggio è marrone- grigio con macchie bianche. Il capo schiacciato con occhi grandi e con un’iride contornato di giallo luminescente. Il becco piccolo e adunco, robusto, coperto da peletti. Le zampe corte e artigliate.
Di media, la vita di una civetta, è di 12 anni. La femmina e leggermente più grande del maschio. L’apparato uditivo è tra i più sviluppati e ciò gli permette di intercettare suoni e fruscii nel buio. Perfino la sua vista è fenomenale. Grazie ad essa, gli consente di vedere e intercettare la preda nel buio. Si ciba in prevalenza di topi, piccoli serpenti e di insetti notturni, come le grosse falene.
Animale solitario, saggio e intelligente, sedentario e pigro, soprattutto di giorno. Tutte le sue attività si svolgono di notte come cacciare, corteggiare e difendere il suo territorio. La civetta nidifica in cavità di alberi nel folto dei boschi, nei tetti di case o torri abbandonate nelle cavità di muri.
Comunica con i suoi simili tramite stridii e si riproduce in primavera. Dopo il corteggiamento e l’accoppiamento, la femmina depone le uova da 3 a 5. Esse sono covare per 28 giorni. Una volta schiuse, i pulcini, che dopo qualche giorno sono ricoperti di lanuggine bianca, iniziano ad avere le penne. Essi sono nutriti dalla madre finché non iniziano a volare dopo circa un mese.
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