Crom Dubh: dio venerato con sacrifici umani – mitologia celtica
Nella mitologia celtica Crom Dubh o Crom Cruiach, è un Dio celtico del Sole e della fertilità dell’agricoltura.
Letteralmente, il suo nome, significa: Curvo e nero. Raffigurato come un vecchio curvo, con la schiena piegata in avanti per il peso dei suoi tanti anni di vita. Trasporta un un sacco di doni, forse grano o orzo, possiamo dire che è come un “babbo natale”, anche se la sua figura è più crudele.
La divinità di Crom Dubh era adorata fin dalla preistoria. Infatti è una divinità primordiale, antica e mai dimenticata. Il suo culto viene datato circa 6000 anni fa nel Nord Europa. Si narra che fu lui a introdurre il sapere e la conoscenza per la coltivazione del terreno, dei cereali e della lavorazione della farina. Oltre a questo insegnò agli uomini l’allevamento del bestiame.
SACRIFICI A CROM DUBH
Nel giorno rituale di Samhain, il capodanno celtico a fine ottobre, si adorava anche Crom Dubh, in modo da ricordarlo sempre.
Però Crom Dubh era venerato durante l’inverno, quando la terra era dormiente, e in cui si pensava a nutrire e fertilizzare il terreno. I sacrifici a lui dedicati erano terribili, se li vediamo con gli occhi di oggi. I riti religiosi richiedevano dei sacrifici umani che avvenivano ogni anno.
Il sacrificio avveniva per placare la divinità e ingraziarsela. Questa era un’offerta per ringraziare Crom Dubh per la sua fertilità con la speranza che si sarebbe poi aumentata, l’anno avvenire, la produzione dei cereali e di animali.
Venivano sacrificati sia uomini che bambini e il loro sangue. Anzi nei secoli, partendo dalle testimonianze datate nella preistoria, a lui si sacrificavano i primogeniti delle famiglie scelte per essere immolate a Crom Dubh.
Inizialmente, la scelta delle “vittime” era una scelta affidata al destino, tramite una pesca eseguita dal vecchio del villaggio oppure dal druido. In questo modo non erano gli uomini o le invidie a scegliere chi sacrificare, ma era il Dio stesso che, tramite il suo volere, sceglieva chi sacrificare. I sopravvissuti della famiglia, come ad esempio la moglie o i genitori del soggetto scelto, avrebbero avuto, nell’anno a seguire, una quota di cibo e altro da tutti i componenti del villaggio. Per far fronte alla perdita avuta.
Nei secoli avvenire, con l’aumento dei villaggi e della popolazione che potevano contare su dei propri guerrieri, a Crom Dubh venivano sacrificati schiavi oppure nemici catturati.
I sacrifici avvenivano con la decapitazione di fronte all’immagine o idolo che raffigurava il Dio. Il sangue veniva raccolto e sparso sui terreni che sarebbero stati coltivati nell’anno a venire.
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Dio del Sole oscuro
Crom Dubh era rappresentato con un grande idolo realizzato in oro che era un metallo che, secondo il popolo celtico, apparteneva al Sole. La colorazione era talmente rara che era per questo che l’oro era considerato un materiale sacro da donare agli Dei.
Ancora oggi esiste un luogo sacro a Crom Dubh che ci racconta il suo mito. Un grande idolo in pietra, da cui, nei secoli, è stato eliminato il rivestimento d’oro, è posto nella pianura di Magh Sleact che si trova nella contea dell’Ulster. L’idolo è attorniato da dodici idoli più piccoli scolpiti in pietra. Questa è una testimonianza di come questo Dio fosse importante per l’antico popolo celtico e la sua datazione è appunto preistorica. Questo è l’unico un sito enorme, grande, sconfinato che fa capire che la religione celtica doveva essere estesa in tutto il Nord Europa e questo luogo doveva essere un punto di “raccolta” dei diversi villaggi o capi villaggi che, ogni anno, intraprendevano il viaggio per onorare Crom Dubh.
In base agli studi eseguiti, i sacrifici al Dio avvenivano sia nei singoli villaggi, ma ogni anno c’erano dei prescelti di ogni comunità che venivano sacrificati in questo luogo.
Il vero aspetto di un demone
Il suo culto durò fino all’arrivo dei missionari cristiani e di San Patrizio che condannarono il rituale pagano, vietando del tutto i sacrifici umani. Crom Dubh venne quindi considerato al pari di un demone della morte. Il Sole oscuro o l’altro aspetto del Sole e del benessere. Per i cristiani, Crom Dubh, era un demone a tutti gli effetti che dava benessere o esaudiva il desiderio delle persone, di avere più ricchezza, sacrificando la vita e l’anima di persone che comunque si offrivano o lui in modo consapevole.
Non essendoci più riti né sacrifici, Crom Dubh, venne man, mano dimenticato, scomparendo agli occhi della religione cristiana. Tuttavia il suo culto permane, ma con rituali diversi e meno crudeli.
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Raccoglitore di anime
Secondo alcune leggende, Crom Dubh, non avendo più anime da raccogliere, divenne invisibile, ma la sua figura folcloristica non scomparì mai del tutto. Cambiò, dicono alcuni, che si era incarnato nel Dullahan o: “uomo scuro” che terrorizza ancora oggi, le persone durante le notti irlandesi.
Questo uomo misterioso è un demone che simboleggia tutti gli aspetti della morte. Oggi viene rappresentato come un uomo dalla pelle putrida e rinsecchita sulle ossa che sono comunque evidenti. Ha occhi scavati, a volte fiammeggianti. Emana un cattivo odore.
A volte ha una testa molto piccola e a volte cammina con una testa decapitata sotto il braccio, non la sua testa, ma di qualche sua vittima. Quando viaggia per le terre può decidere di camminare a piedi, altre volte a cavallo oppure con dei cavalli neri che sono anch’essi decapitati. Tante volte è stato avvistato davanti ai cimiteri che presiede oppure si ferma di fronte alle case di persone che stanno morendo.
La lotta contro San Patrizio
Crom Dubh è legata ad una credenza che riguarda la sua lotta contro san Patrizio che arrivò in Irlanda per portare la cristianità.
Ci sono due versioni. La prima è vista dalla visione dei cattolici. San Patrizio si ritrovò a combattere contro il demone Crom Dubh che voleva la sua anima. La lotta avvenne in modo cruento e a vincere fu San Patrizio.
La seconda versione è quella vista dal popolo celtico. San Patrizio voleva che Crom Dubh negasse la sua fede e che si convertisse alla parola di Cristo. Durante l’esorcismo il demone venne preso da spasmi e dal dolore. La sua pelle si arse e divenne rinsecchita. Tuttavia chiamò le anime a lui devote che avvolsero San Patrizio e lo schiacciarono a terra. A questo punto il Dio si avvicinò con un’ascia per decapitare il santo, ma decise di non giustiziarlo poiché la sua anima non era degna di diventare sua.
Infine c’è un’ultima leggenda. Qui si narra di San Patrizio (Patrick) volle vedere la grande statua del Dio posta nella pianura. Quando vi giunse, alzò il suo pastorale. La statua, che era interamente fatta d’oro, divenne polvere. Restò incisa sulla polvere la forma del pastorale di San Patrizio e gli idoli più piccoli, costruiti in roccia che stavano attorno al Dio, si frantumarono. Oggi sappiamo che è solo una leggenda poiché il sito è ancora esistente e intatto.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.