Doride e nereidi: storia regno del mare – Mitologia greca
Doride, detta: dagli amabili capelli, era figlia del titano Oceano e la titanide Teti, entrambe divinità e rappresentazioni del mare primordiale nella mitologia greca. La coppia ebbe 3000 figlie, le Oceanine, e 3000 figli, detti Potamoi. Essi erano le divinità dei fiumi principali che percorrevano la terra per poi unirsi nuovamente ai mari.
La ninfa Doride sposò Nereo, figlio di Ponto e Gaia. Insieme rappresentavano la fertilità, la fecondità del mare e di tutti i suoi abitanti gli animali.
Dalla loro unione ebbero 50 figlie dette: Nereidi o Doridi. Divinità immortali come i loro genitori e un unico figlio maschio, tale: Nerito. Lui aveva un bellissimo aspetto tanto che fece innamorare la dea Afrodite. Lei voleva portarlo con sé nell’olimpo, ma al rifiuto del ragazzo, che voleva restare nel mare, a dea lo trasformò in una conchiglia.
Doride e Nereo abitavano sul fondo del mare nelle grotte marine cosparse d’oro e d’argento. I due ebbero una vita felice e i loro compiti erano quelli di dirigere i suoi figli e figlie. Sulla sua progenie ritroviamo un intreccio con altre divinità e avventure che sono affascinanti.
Purtroppo sembra che molti dei nomi delle ninfe nate dai due siano andati dispersi. Solo in alcune tradizioni marinaresche ritroviamo nomi di bellissime donne del mare.
BELLEZZA E MITO DI DORIDE
La descrizione di Doride e molto vaga. Nella Teogonia di Esiodo la descrive come: Doride dagli amabili capelli. Nella mitologia greca viene descritta come una donna bellissima con una corona di conchiglie sulla testa e una lunga e morbida tunica. Lei è la rappresentazione stessa del mare.
Il mondo del mare non ha un aspetto definito. I marinai dedicavano a Doride e alle sue figlie preghiere, canzoni e poesie sacre affinché vegliassero sulla loro navigazione. Spesso si chiedeva la navigazione serena. I pescatori invece che riempissero le loro reti con molti pesci e per offerte donavano libagioni e sacrifici.
Infine perfino i naufraghi veneravano questa divinità per poterli far tornare sani e salvi sulla terra.
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Chi sono le oceanine?
Le figlie di Doride, le nereidi, rappresentavano gli aspetti del mare, come le correnti sottomarine o il mare calmo, quello in tempesta o con colorazioni diverse. Altre potevano assumere l’aspetto di bellissime donne. Le spiagge sono poi le ninfe più evidenti al del mare.
Ritroviamo poi le piccole onde che si muovono lentamente. Il luccichio del Sole sulle onde o i guizzi di luce che si alzano dal mare mosso. Il colore azzurro, verdastro, blu delle acque.
Queste ninfe sposarono sia dei che mortali generando una numerosissima schiera di figli e figlie che hanno reso grande la mitologia greca. Una delle sue figlie si chiamava Doris, per distinguerla da Doride poiché quest’ultima decise di chiamarla proprio come lei.
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Moglie di Poseidone
Doride era una divinità benevola, la rappresentazione della fertilità del mare e della riproduzione marina. Infatti era anche chiamata: la placida, calma o l’armonia del mare. Non aveva aspetti devastatori come quello di Poseidone che faceva tremare la terra e scatenare il mare alzando le onde sommergendo la terra.
Poseidone sposò una delle figlie di Doride, la bellissima Anfitrite che spingeva le onde del mare sugli scogli e che siede sul trono dorato accanto a lui. Per muoversi cavalca delfini e cavalli marini. Poseidone e Anfitrite ebbero un figlio: Tritone che era per metà uomo e per metà pesce. A lui fu dato il potere di calmare le tempeste con l’aiuto del suo corno. Con questo strumento annunciava l’arrivo del padre.
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Nereidi: chi sono e cosa sono? Nereidi famose e le loro avventure – Mitologia greca
Le Nereidi originarie, quelle più famoso, erano le 50 figlie di Nereo, il dio del mar Egeo, e Oceanina Doride.
Queste sono ninfe del mare considerate delle creature immortali. C’è da dire che loro sono le: ninfe del Mar Mediterraneo rappresentazioni del mare tranquillo. Facevano parte del corteo marino del Dio Poseidone insieme a delfini e ai cavalli bianchi con la coda di pesce.
Sono donne ricche di grazia e bellezza che avevano lunghi capelli che ornavano con perle, alghe e stelle marine. Ognuna di loro rappresentava un aspetto del mare e presero parte a tutti gli avvenimenti che si svolsero in mare. Al matrimonio della nereide Anfitrite con il dio del mare Poseidone, loro erano testimoni.
SACRIFICIO DI ANDROMEDA – MITOLOGIA GRECA
Il sacrificio di Andromeda per colpa della madre Cassiopea, moglie di Cefeo e regina d’Etiopia, avvenne a causa di un’offesa. Cassiopea affermò che sua figlia era più bella delle dee e delle 50 Nereidi vantandosi apertamente con la popolazione.
A questa offesa, le Nereidi si adirarono insieme allo stesso Dio Poseidone. Quest’ultimo mandò sulla città un maremoto inondandola tutta e un mostro marino che si aggirava lungo la sua costa.
Per trovare una soluzione a questa grande offesa, il re Cefeo interrogò un oracolo e gli disse che per placare il mostro doveva sacrificare la sua unica figlia Andromeda. La ragazza fu incatenata a uno scoglio per essere divorata dal mostro, ma arrivò Perseo che con la testa mozzata di Medusa pietrificò il mostro. Salvando Andromeda e sposandola gli Dei e le Nereidi placarono le loro ire e benedirono le loro nozze.
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Nereidi significato
Il nome Nereide significa: flusso, fluido. Alcune di loro ereditarono il potere del padre quello di predire il futuro. Protettrici dei naviganti e dei pescatori, regolavano le correnti marine e placavano le onde del mare. Eudora era la nereide della vela delle imbarcazioni che faceva alzare e abbassare il vento per le navigazioni e riempiva le reti dei pescatori. Orithya era la nereide dei mari infuriati. Mentre Actea era la ninfa della spiaggia.
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Nereidi più famose nella mitologia greca
Molti dei loro nomi non si conoscono neppure, ma vi sono alcune che sono diventate famose pe le loro storie o per essere le madri di eroi Epici come:
Teti, la nereide che porta il nome della nonna titana Teti, madre di Achille. Janassa e le sue sorelle: Agave, Anfitoe, Callianassa, Irea, apparvero a Teti quando gridò per il dolore di Achille per l’uccisione di Patroclo.
Cimotoe insieme a Tritone e a Nettuno disincagliano le navi dei Troiani che stavano naufragando oppure acquietano il mare reso agitato da Eolo.
Galatea era la nereide amata dal ciclope Polifemo. Quest’ultima poi si innamorò di Aci, il figlio del Fauno, un pastore che pascolava le sue greggi in vicinanza del mare. Lui ricambiava l’amore della nereide e si incontravano di sera a chiarore della luna. Una notte, mentre erano insieme, furono visti da Polifemo. Pervaso dalla gelosia prese un grosso masso e lo tirò su Aci che morì schiacciato. Galatea pianse tutte e sue lacrime. Gli Dei ebbero pietà del pastore e dal rivolo del suo sangue nacque un piccolo fiume (originariamente si chiamò Akis) che nasce dall’Etna e sfocia in mare, proprio dove i due ragazzi si incontravano. In alcuni punti del suo percorso, le acque di questo fiume, sono rosse come il sangue di Aci.
Un’altra Nereide famosa era Aretusa. Il fiume Alfeo, figlio di Oceano, si innamorò di Aretusa spiandola mentre faceva il bagno nuda. La timida Aretusa scappò via nell’isola di Ortigia vicino Siracusa (Sicilia). Chiese aiuto ad Artemide che la trasformò in una fonte di acqua sorgiva che si versa in mare. Alfeo pregò Zeus di deviare il suo corso passando sotto le acque del mare ionio per sfociare nell’isola di Ortigia e ritrovare la sua amata Aretusa.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.