Driope – Mitologia Greca: la mortale trasformata in ninfa
Nella mitologia greca, Driope è una figura affascinante, la cui storia varia a seconda delle fonti. In alcune versioni, è figlia del re dei Driopi, una popolazione che viveva alle pendici del monte Eta. In altre, è figlia del re Eurito, signore di Ecalia, una città della Tessaglia.
Driope è nota per essere stata una pastorella che custodiva il gregge del padre in compagnia delle Amadriadi, ninfe dei boschi che divennero le sue amiche inseparabili. Alla fine, anche Driope fu trasformata in una ninfa.
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DRIOPE E APPOLLO
Uno dei miti più noti legati a Driope riguarda la sua relazione con il dio Apollo. Il dio, per avvicinarsi a Driope e alle Amadriadi, si trasformò in una tartaruga. Quando Driope prese l’animale tra le mani, Apollo si mutò in un serpente, facendo fuggire le Amadriadi e rimanendo solo con Driope. Da questa unione nacque un figlio, Anfisso, che divenne il fondatore della città di Eta. In onore di Apollo, Driope divenne sacerdotessa di un tempio dedicato al dio.
Tuttavia, il suo destino prese una piega tragica quando le Amadriadi, per motivi sconosciuti, la rapirono e la trasformarono in un pioppo nero.
Un’altra versione del mito racconta di un evento in cui Driope, senza saperlo, commise un sacrilegio nei confronti della ninfa Lotide. Driope era solita raccogliere fiori per farne ghirlande da offrire alle ninfe. Un giorno, giunta nei pressi di un lago con il figlioletto in braccio e la sorellastra Iole, si mise a raccogliere fiori di loto per il bambino.
Il loto che tagliò era in realtà la ninfa Lotide trasformata in pianta per sfuggire a Priapo. Non appena Driope recise lo stelo, dal fiore iniziò a sgorgare sangue. Subito dopo, il suo corpo cominciò a trasformarsi in un loto, radicandosi nel terreno. Prima di completare la metamorfosi, Driope salutò il marito e il padre, raccomandando loro di prendersi cura del figlioletto e di insegnargli a rispettare la natura, poiché in ogni pianta poteva nascondersi una ninfa.
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Pianta del loto
Driope si trasformò dunque in un loto, una pianta sacra non solo nella mitologia greca ma anche in molte culture asiatiche, tra cui quelle cinese, giapponese e indiana. Il loto, con i suoi fiori bianchi dalle sfumature rosate, è simbolo di purezza dell’anima, crescendo in acque poco profonde mentre le sue radici affondano nel fango. In altre versioni del mito, Driope si trasforma in un pioppo nero, simbolo di lutto e sofferenza nei santuari greci, dove le foglie tremolanti al vento venivano interpretate come messaggi oracolari. In altre ancora, diviene una quercia, pianta sacra a Zeus, simbolo di forza e longevità.
Mito di driope e pan
Una variante del mito di Driope è raccontata nell’Inno Omerico a Pan. In questa versione, Driope, descritta come una mortale di straordinaria bellezza, ebbe una relazione con Ermes, il messaggero degli dèi, che si travestì da pastore per avvicinarla. Da questa unione nacque Pan, il dio dalle sembianze caprine, protettore dei pastori e della natura selvaggia. Driope, sconvolta dall’aspetto del figlio, lo abbandonò. Ermes, tuttavia, portò Pan sull’Olimpo, dove gli dèi, divertiti dal suo aspetto e affascinati dal suo carattere gioviale, lo accolsero con benevolenza.
La figura di Driope, sebbene meno conosciuta rispetto ad altre divinità della mitologia greca, rappresenta un interessante intreccio di storie e leggende che riflettono temi ricorrenti come la metamorfosi, la sacralità della natura e la connessione tra divinità e umanità.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.