Erebo o erebus personificazione dell’oscurità: mitologia greca
Erebus o Erebo era una divinità primordiale. Una figura mitologica presente fino dalla creazione del mondo. Il suo mito non è citato insieme agli avventurosi Dei greci con famose gesta eroiche, ma e più la personificazione dell’oscurità.
Nella mitologia Greca Erebus o Erebo, insieme a Gaia ed Eros, erano i primi figli del Caos e della Notte (Nyx). Per alcuni, la notte, era sua madre e per altri sua sorella. In entrambi i casi Erebo si unì alla Notte ed ebbero numerosi figli tra cui Aether (Etere), cioè l’aria, l’atmosfera. Una potenza del cielo dove vivevano solo gli Dei.
Ebbero anche Emera, il giorno che sorge all’alba e si scurisce al tramonto.
CAOS SPAVENTOSO
Erebo rappresentava espressamente l’oscurità dell’oltretomba, l’abisso che ha preceduto la nascita dell’universo. Il buio dell’abisso che condivideva con i suoi fratelli: Tartaro e Caronte, chiamato il traghettatore. Tutte divinità legate al mondo sotterraneo che governava una provincia chiamata Malavita dove risiedeva un lugubre regno al centro della terra. Sempre secondo la mitologia, era lontano almeno quando la terra dal cielo finché non nacquero gli inferi e l’ade.
La divinità o entità del Caos, che ha dato comunque la vita a tutto, non era venerato, ma guardato con rispetto e timore, con paura e spavento poiché essa era così terrificante che anche gli Dei temevano la sua presenza.
Aspetto di Erebo
Erebo era la rappresentazione del luogo in cui era confinato Una destinazione oscuro, tenebrosa e piena di ombre. Una massa informe che aleggia correndo per caverne e gallerie senza uno spiraglio di luce.
Secondo la nostra immaginazione può apparire terrificante negli abissi nel Tartaro, luogo in cui Zeus confinò i titani che vollero fargli la guerra per detronizzarlo. Essi vennero imprigionati dopo averli sconfitti. Il padre degli Dei, Zeus, li fece sprofondare per non farli tornare più sulla terra.
L’Erebo era un luogo popolato da mostri dalle più svariate forme, forse la forma più varia che possiamo dargli nella nostra psiche.
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Mito di Erebo
Dopo il Caos il percorso delle generazioni divine fu lungo e lento, ma alla fine si arriva alle famose sembianze umane. Inizialmente tutto era entità, creature, qualcosa di immateriale, ma presente.
Si iniziarono quindi con le personificazioni, visibili e immateriali, come Nyx la notte che si unì direttamente a Erebo avendo dei figli. Tra i primi nati ci fu Stige il fiume infernale dell’odio. Così esteso da formare una grande palude. Venne poi Nemesi la personificazione del castigo divino e della punizione, la vendetta, la giustizia impartita con ordine che venne chiamata a presenziare le colpe degli uomini.
Le Esperidi, tre sorelle gemelle, custodi del giardino dai pomi d’oro, insieme al drago Ladone. Eris la lotta e la discordia, colei che lancerà il pomo della discordia al banchetto degli Dei con su scritto alla più bella.
Nacque poi Thanatos, la morte, il crudele abitante del mondo sotterraneo che colpisce inesorabilmente tutti gli esseri viventi che vivono sulla terra. Lui era il fratello gemello di Ipnos, il sonno. Il suo potere servì a far addormentare i numerosi eroi che ricorsero a lui per avere le loro vittorie.
Venne al mondo Moros il destino avverso che non si può cambiare. Ker la morte improvvisa e violenta che accompagnava le azioni dei guerrieri. Geras il dio della vecchiaia che anticamente era una virtù di persone che col passare degli anni hanno acquisito virtù e saggezza. Apate, l’inganno e Filote che rappresentava l’affetto e l’amicizia.
Precisiamo che questi sono solo alcuni dei discendenti di Nyx e di Erebo, ma c’è ne sono molti altri.
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Testimonianze scritte oggi disponibili
I poeti greci sono numerosi e in tanti hanno deciso di utilizzare proprio le leggende e la storia raccontata oralmente per le proprie narrazioni. Tanti i racconti affascinanti che parlano delle gesta eroiche, ma solo poche opere sono arrivate ai nostri giorni integralmente.
Sui racconti mitologici ed eroici, sulle varie divinità che componevano la folta schiera di divinità olimpiche si hanno alcune notizie. Per fortuna si sono riuscite a interpretare reperti e altre testimonianze che sono state scoperte tra incisioni e stele.
Comparando i vari racconti, tra i più noti, notiamo che la religione greca si incentra sulla genealogia. Uno dei più grandi scrittori fu Esiodo, il poeta, che nella sua “Teogonia” elenca le divinità iniziando dal Caos primordiale, dimostrando quindi come si avesse una chiara idea di quale fosse stato l’inizio del mondo.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.