Estsanatlehi: dea natura mitologia nativi americani, Navajo e Apache
Estsanatlehi, conosciuta anche come Adzaa o Nadlehè, è una figura centrale nella mitologia Navajo e Apache. È la dea primaria della natura e della fertilità, che guida le stagioni, le fasi lunari e i cicli di crescita della donna. Estsanatlehi è associata a molti epiteti, tra cui “la madre di tutti” e “donna che si rinnova”, ed è venerata per il suo ruolo nella vita e nella rigenerazione della terra e delle persone.
RUOLO DI ESTSANATLEHI
Estsanatlehi è considerata la dea della terra dagli Apache Chiricaua e viene celebrata come la divinità che porta la pioggia leggera, simbolo di fertilità. È la moglie di Tsohanoai, il dio del sole, che ogni giorno attraversa il cielo portando il sole sulle spalle.
Da questa unione nacquero due figli, Nayenezgani e Tobadzistsini, che cresciuti dalla madre nel lontano occidente, diventarono eroi nella mitologia Navajo.
La dea è fondamentale per la tribù, in quanto dagli insegnamenti di Estsanatlehi gli esseri umani hanno ricevuto la saggezza, la conoscenza, i canti rituali e le regole per vivere in armonia con la natura.
Essa è presente nei riti di passaggio dall’adolescenza alla pubertà, festività che durano quattro giorni e che iniziano con l’arrivo del menarca (le prime mestruazioni). Durante questi riti, una ragazza vestita di bianco incarna la dea sulla terra, ricevendo doni che la rendono feconda e la proteggono.
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Simboli e aspetto della dea
Estsanatlehi si può palesare sottoforma di una bellissima giovane ragazza in primavera, simbolo di rinascita e nuovi inizi. In estate, diventa una donna matura, e in autunno e inverno, invecchia, solo per rinnovarsi ogni anno in un ciclo vitale continuo. I suoi simboli includono frutti come mele e mais, fiori e acqua piovana. È spesso chiamata “la donna dipinta di bianco” per il suo candido vestito, che cambia colore a seconda delle stagioni per riflettere i colori della natura.
Secondo la leggenda, Estsanatlehi fu trovata da bambina dal primo uomo e dalla prima donna creati sulla terra, che la crebbero come loro figlia. Da adulta, si innamorò del sole, con cui ebbe due gemelli, Nayenezgani e Tobadzistsini. Questi gemelli, cresciuti rapidamente, partirono per trovare il padre, il dio del sole, per ottenere armi magiche necessarie a sconfiggere gli spiriti maligni. Durante il viaggio, incontrarono la donna ragno, che diede loro due piume per proteggerli. Dopo aver trovato il padre, ottennero le armi e tornarono a casa per festeggiare con la madre Estsanatlehi, che visse nell’estremità occidentale del cielo.
Creazione dei Navajo
Le guerre dei figli di Estsanatlehi, Nayenezgani e Tobadzistsini, spopolarono la terra. Per ripopolare il mondo, Estsanatlehi prese la polvere dai suoi seni, creando farina bianca dal seno destro e farina gialla dal seno sinistro. Mescolò e impastò le farine, creando un uomo e una donna, che mise sotto una coperta magica.
Il giorno seguente, la coppia era viva. Nei quattro giorni successivi, la coppia si riprodusse, formando quattro clan Navajo. Soddisfatta della sua creazione, Estsanatlehi benedisse la terra e si ritirò nella sua casa nei cieli, lasciando il suo spirito sulla terra sotto forma di stagioni.
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Sopravvissuti alla guerra
Estsanatlehi incarna il ciclo perpetuo di nascita, vita, morte e rinascita, rappresentando il continuo rinnovamento della natura e della vita umana. Il suo legame con i cicli naturali e la fertilità la rende una figura centrale nella mitologia Navajo e Apache, venerata non solo come creatrice, ma anche come guida spirituale e simbolo di speranza.
Solo quattro mostri sopravvissero alle guerre dei figli di Estsanatlehi:
- Età
- Inverno
- Povertà
- Carestia
Questi rappresentano le sfide inevitabili della vita, che neanche la dea poté eliminare. Tuttavia, la sua presenza e benedizione offrono conforto e guida per superare queste difficoltà.
Estsanatlehi è una figura potente e benevola nella mitologia dei nativi americani, simbolo di fertilità, rinnovamento e saggezza. Di ispirazione e spiritualità per i Navajo e gli Apache che rispettano la connessione con questa divinità.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe