Ganimede mitologia, chi è? La costellazione segno zodiacale acquario
Ganimede nella mitologia romana e greca, era il giovane coppiere degli Dei, il suo compito era quello di riempire i bicchieri agli Dei, ma allora perché è famoso? Anzi perché è ricordato nella storia.
In realtà Ganimede era un giovane principe figlio del re Troo (che poi diventerà Troia) e della ninfa naiade Calliroe, figlia di Oceano e Teti. Caliroe diede alla luce tre figli, cioè: Ilo, Assaraco e Ganimede. Un principe fanciullo che passò alla storia per la sua bellezza.
Ritratto come un fanciullo nudo con capelli ricci e cappello in testa, vicino all’aquila o con una coppa in mano. Il suo mito nasce anche per la “sospetta” relazione con il divino Zeus. Tant’è che viene appunto raffigurato vicino ad un’aquila, una delle forme animali prese da Zeus.
Ganimede mitologia viene dal latino: Catamitus, che significa: ragazzo scandaloso! La sua figura è stato un tema molto trattato nel rinascimento e barocco. Un personaggio sia scolpito, che dipinto. Il rapimento del fanciullo da parte dell’aquila, simboleggia parte delle pratiche dell’antica Grecia nell’iniziazione sessuale dei giovinetti.
Ganimede contro Ebe
Il mito narra che Ganimede (mitologia) era il figlio prediletto del padre. Un giorno lo mandò in Lidia per offrire un sacrificio a Zeus. Tantalo, re del paese, se ne invaghì follemente e lo trattenne per farlo diventare il suo coppiere e suo amante. Vantandosi di avere il più bel coppiere del mondo, simile in bellezza ad un dio.
Zeus lo seppe e curioso andò a vedere Ganimede. Invidiò Tantalo che effettivamente aveva al suo fianco il bel principe, mentre lui aveva come coppiera la figlia Ebe (figlia di Zeus ed Era), la personificazione dell’eterna bellezza e giovinezza. Nonostante la divina ancella della madre, accudiva e serviva gli Dei versando loro nettare e ambrosia, per Zeus non era abbastanza poiché non esiste solo la bellezza femminile, ma anche quella maschile.
Un giorno, mentre Ebe assolveva al suo compito, si era ubriacata. Per sbaglio inciampò e cadde in malo modo mostrando le sue parti intime. Zeus furente la cacciò via e la volle assolutamente sostituire. In un’altra versione è lo stesso Zeus che fa inciampare Ebe per avere la scusa di avere con sé Ganimede.
Zeus cercava un nuovo coppiere e volle il bellissimo Ganimede, giovane imberbe. Trasformatosi in un’aquila, volò fino a Troo, dove il giovane era tornato. Il ragazzo custodiva le sue greggi del padre facendole pascolare nei dintorni della città.
Il padre degli dei Zeus ormai invaghito del ragazzo, lo voleva a tutti i costi. Sottoforma di grande aquila, spiccò il volo e lo afferro con gli artigli, rapendolo.
Lo portò sull’Olimpo è ne fece il suo coppiere oltre che amante.
La ricompensa degli Dei
Il re di Troo, padre di Ganimede, quando seppe del rapimento pregò gli Dei per fargli restituire il suo figlio prediletto. Tuttavia Zeus non aveva alcuna intenzione di restituire il bel giovane.
Per riuscire a “sedare” il dolore del re di Troo, arrivò Hermes che gli porto in dono una coppia di cavalli divini e un tralcio di vite d’oro, opera di Efesto. Infine gli venne regalato un “gallo” simbolo di sacrificio agli dei, cioè di avergli lasciato Ganimede.
Molti pensano che il simbolo del Gallo rappresentasse proprio il giovane principe.
L’ira di Era, la moglie gelosa
In alcuni racconti sembra che il giovane, nonostante fosse tra gli altri dei, non era felice di non poter tornare sulla terra e la sua permanenza venne resa “amara” dalla gelosia di Era, la moglie di Zeus. La donna era venuta a sapere che lui era uno degli amanti del marito e questo voleva dire che parte delle sue attenzioni, sarebbero andare al bel giovane. Ciò nonostante il giovane Ganimede godeva della protezione del padre degli Dei.
Era tentò in tutti i modi di mandar via il principe, ma senza troppo successo.
Solo dopo che Zeus amò Ganimede decise di elevarlo al cielo ponendolo tra gli astri, creando quindi la costellazione di Ganimede, vi all’Aquila (suo simbolo) che raffigurano con un vaso che versa acqua tant’è che è la costellazione che dirige il segno dell’acquario.
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La luna di Giove
Ganimede oltre che ha un personaggio mitologico, è una delle 79 lune di Giove, la più grande. Scoperta da Galileo Galilei nel 1610. Orbita intorno al pianeta Giove e impiega 7 giorni per fare tutto il giro. Il nome gli venne dato in base al suo compito e alla sua presenza nel racconto mitologico della religione pagana.
Ganimede mitologia rappresenta la filosofia “umana”, cioè dove l’amore non ha confini e in cui l’uomo, inteso come essere umano, non deve spiegare quel che ama o quel che vede bello. Nella cultura, questo episodio, rappresenta la prima testimonianza del rapporto sessuale uomo-uomo, ma anche quale fosse il passaggio o iniziazione sessuale di alcuni fanciulli.
Non era un dio, ma era popolare
Ganimede dunque non era un dio. Non era venerato e tantomeno erano eretti templi in suo onore, ma la sua storia era molto popolare sia in Grecia che a Roma.
Il mito o leggenda offriva una giustificazione all’amore tra due uomini o tra un uomo adulto e un giovanetto. Un amore che, per loro dire, era più elevato di un rapporto con una donna poiché di stessa natura e di stessi pensieri. Platone sfruttò affondo la situazione e si servì del mito per giustificare i suoi sentimenti nei confronti dei propri alunni.
Mentre Socrate nega che il ragazzo sia stato l’amante carnale del Dio, dandogli una interpretazione più platonica, vale a dire che Zeus amava l’anima, la mente e la psiche del ragazzo. Purtroppo spesso le pratiche sessuali divenivano tabù, in alcune epoche, ed in altre veniva elevato come ad esempio Saffo.
Segno Acquario e costellazione Ganimede
Da notare che alcune caratteristiche di questo amore sono poi caratteristiche che ritroviamo nel segno zodiacale acquario. Quest’ultimo è un segno zodiacale molto passionale, legato al sesso e alle sensazioni. Purtroppo non è un segno fedele perché vuole continuamente nuovi stimoli. Ricorda quindi la storia di Zeus che, stancatosi del giovane, lo lascia andare tra le stelle.
Inoltre vediamo che il segno zodiacale acquario è servile con chi ama, romantico.
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