Giano bifronte: Dio del passato, futuro e strade
Perché dimenticare quando nemmeno il tempo è in grado di sopprimere quel legamento antico con le divinità naturali?
Gennaio il mese che appartiene a un dio tanto antico quanto stupendo, tanto amato e temuto: Giano bifronte. Iniziamo con qualche curiosità. Ti sei mai chiesto da dove nasce il nome del mese di gennaio. Gennaio perché si chiama gennaio? Chi ha inventato gennaio?
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Passato, presente e futuro
Questo mese è legato al Dio della natura noto, nell’antica e prima mitologia romana, come: giano bifronte. Il suo nome originale è Janus, che significa, in latino antico: la porta. Però il nome per intero di questa divinità in latino è: Janus duplex, che significa: la porta a doppio fronte.
Si tratta, in un concetto di vita, di una porta che guarda al futuro e una al passato o meglio si guarda il passato e contemporaneamente il futuro, creando quindi: il presente.
Ovunque sia la porta che volete aprire, cioè pensare al passato da cui trarre insegnamento oppure sperare nel futuro, dovete sempre avere chiaro che le due porte sono unite. Un collegamento diretto con quello che stiamo vivendo oggi, quindi con il presente. Il discorso può sembrare complesso, ma in realtà è un semplice insegnamento filosofico. Se tu ora pensi al passato ti può sovvenire un ricordo triste o bello, ma che ti ha insegnato qualcosa. Su quell’esperienza vissuta puoi però costruire il tuo futuro.
Il futuro a cui si pensa è qualcosa che si vuole immaginare in base a quello che è stato il proprio passato. Tra le due porte, in cui ti prendi quel momento per riflettere su passato e futuro, ecco che stai vivendo nel presente. Janus duplex o giano bifronte rappresenta tutto questo! Però attenzione che non è solo la porta come concetto vitale, fondamentale nell’antica roma e nella primaria mitologia italica o romana. Anzi possiamo dire che questo dio rappresenta il primo dilemma della vita! Giano bifronte: il tempo!
Gennaio prende il suo nome da Janus ed è un mese interamente dedicato al culto di questa divinità. Anzi in passato questo era il mese del “tempo sospeso”.
Mai chiesti perché proprio in questo periodo c’è il capodanno rispettato nel nostro calendario? Come mai si dice addio al vecchio anno e si dà il benvenuto al nuovo? In questa festività si butta via il passato e si pensa al futuro.
Dio delle strade
Giano bifronte o janus duplex è uno dei primi dii italici onorato nella prima mitologia antica romana.
La più antica e prima divinità del popolo del Lazio o del Latio, dove sono state trovati i primi insediamenti umani italici. Appartiene alla categoria dei dii dei boschi. Rappresenta il tempo che dirige la vita, nel senso che tutto ha il suo tempo, sia gli esseri umani che non. C’è da dire che esiste la sua controparte nella mitologia greca, in cui si hanno le prime testimonianze diversi secoli più tardi. In grecia viene identificato con il titano Crono o Cronos, il dio del tempo esiliato dagli dei dell’Olimpo e sconfitto da Zeus. Ad ogni modo, Giano bifronte presiede i passaggi, le porte, le strade, vie e perfino i viottoli oltre al tempo. Infatti è oggi ancora il dio protettore delle città, case e ponti.
Talmente sacro e seguito nel primo impero romano che ogni sua statua era posta all’inizio e alla fine dei ponti o alle porte delle città. Noi di Il bosco delle streghe siamo andati più affondo sul significato delle strade e abbiamo scoperto due concetti piuttosto interessanti.
Primo: Per quale motivo Giano le protegge? I primi uomini, per andare da un luogo ad un altro, percorrevano strade che, con il tempo e con il passaggio umano, venivano scavate nel terreno. Dunque una strada si crea solo quando si dedica tempo nel percorrerla e ripercorrerla. Tra l’altro questo è un comportamento istintivo anche negli animali. I lupi, ad esempio, raramente si avventurano in territori che non conoscono. Essi camminano per chilometri e chilometri su percorsi che sono sicuri e che essi hanno scoperto di essere tali, cioè sicuri, solo con il tempo, insegnando anche ai cuccioli, tale strada.
Secondo: Il termine: nella tua vita devi seguire la tua strada, non nasce come motto o proverbio o modo di dire, dal nulla. Esso nasce appunto dagli insegnamenti di Giano Bifronte. La vita umana non è piatta o sicura, è una strada che può essere in salita o in discesa, che ci obbliga a fare sbagli, cadere, rialzarci, rimanere fermi o agire. Qualsiasi sia il cambiamento che si fa, esso nasce dalle esperienze che ci fanno crescere, cambiare e pensare. Tutto questo si semplifica in: il tempo insegna e dagli insegnamenti costruiamo il percorso della nostra vita.
Dunque la strada è la rappresentazione reale che indicava, per gli antichi romani, il tempo! Giano bifronte è il protettore di ogni inizio di attività, venerato durante il primo periodo della nascita di Roma e dell’Impero romano.
Il suo primo tempio venne eretto dove oggi si trova il quirinale. Un luogo sacro che si usava anche durante dei rituali in tempo di guerra. Si aprivano le porte principali del tempio durante i periodi di guerra, per essere chiuse in tempo di pace. Questo indicava l’inizio e la fine di un evento.
Prima divinità del Latio
Giano bifronte nasce nella terra del latio, oggi chiamata lazio. Prima divinità italica.
Il mito di Janus lo ritroviamo antecedente alla nascita preromana, vale a dire prima della creazione della città di Roma. Noto come il primo dio italico. Nato nella mitica epoca dell’età del bronzo. Chiamato: il creatore o anche: Pater Deus, padre degli Dei, poiché il tempo è un qualcosa che nemmeno le divinità possono cambiare. Anzi possiamo dire che anche le divinità sono soggette al tempo che passa.
Dio e Re fondatore della città del Gianicolo a roma, che significa: luogo abitato da Giano!
Questa è la città che si affaccia sul Tevere dove esisteva un guado naturale che, secondo le leggende antiche, era il passaggio del Dio Giano. Fu lui a donare la civiltà agli abitanti laziali che in quel tempo erano primitivi e cominciavano a istituire le prime leggi.
Giano sposò diverse ninfe tra cui Camese, ninfa delle acque, che gli diede tre figli: Camasena, Clistene e Tiberino, quest’ultimo è il Dio del Tevere.
Le tre versioni sulla nascita di Giano
Esistono ben 3 versioni diverse su chi fosse Giano.
La prima ci racconta che Giano decise di accogliere ed ospitare Saturno, cioè Cronos in greco, scacciato dalla sua terra dal figlio Giove. Costui, per riconoscenza, gli diede il dono della veggenza e del tempo, permettendogli di leggere il passato e di vedere il futuro.
La seconda leggenda ci narrano che in realtà, Giano, era appunto Saturno, il dio del tempo, che decise di cambiare il suo nome in Giano per nascondersi dalle ire o vendette di Giove e fondò la civiltà italica.
La terza versione, quella più accreditata in base ai reperti e siti archeologici ritrovati in tutto il territorio laziale, raccontano che Giano era semplicemente uno dei tanti dii dei boschi.
Venuto a contatto con i primi umani primitivi, notò che essi erano uniti da una forza di “comunità” essi si facevano forza uno con l’altro, ma non capivano quanto fosse breve la vita. Per questo si mostrò agli uomini insegnando cosa fosse il tempo e come si può imparare da esso per costruire una comunità più forte. Nel corso dei secoli gli uomini divennero più forti perché insegnavano, alle nuove generazioni, quello che essi avevano imparato nella loro breve vita. Ecco che vennero formati i primi villaggi e le fondamenta di Roma.
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Giano e il suo passaggio
L’origine di giano è dunque arcaica, cioè antica. Viene posta inizialmente tra le divinità acquatiche e gli fu riconosciuto il potere di far zampillare dal terreno le sorgenti.
Uno dei miracoli a lui attribuito fu questo: Accadde che i Sabini, nemici dei romani, stavano per entrare nella città da una porta lasciata aperta. Giano bifronte, rendendosene conto, fece zampillare un forte getto di acqua per far indietreggiare i nemici mettendoli in fuga e salvando Roma.
Una sua rappresentazione ci mostra giano sempre in compagnia del Dio quirino, dio della lancia. La lancia in realtà era il suo bastone che, il dio del tempo, aveva sempre con sé che usava come supporto per camminare. Un giorno il dio conficcò la sua lancia nel terreno e da qui nacque il quirinale, il suo primo tempio. Durante l’espansione dell’Impero romano, giano bifronte fu adottato, come divinità, da tante popolazioni, come divinità principale.
Oggi è ancora uno dei simboli della città di Genova che non venne soppresso nel medioevo, com’è capitato per tanti altri territori in cui giano era considerato un dio pagano rappresentazione del demonio. In tante regioni italiane è immortalato in sculture di chiese e palazzi. Tuttavia lo troviamo sparso in tutta Europa.
Nella mitologia etrusca il suo corrispondente e Cultans, divinità anch’essa bifronte, raffigurato in statuine nude con delle chiavi in mano e con le stesse qualità o poteri.
Aspetto di giano bifronte
Janus duplex o Giano bifronte è rappresentato come un Dio, molto bello e possente.
Sulla sua testa ci sono due volti: un viso di un giovane che guarda in avanti, quindi guarda il futuro e, in contrapposizione, c’è il viso di un vecchio, che indica il passato. Essi indicano l’inizio e la fine, l’entrata e l’uscita, il futuro e il passato, la vita e la morte.
Tipica immagine che si sposa perfettamente con il capodanno, cioè con l’addio all’anno passato e benvenuto anno nuovo in cui si devono avere buoni propositi per sé stessi e per migliorarsi.
La divinità stringe nelle mani un cerchio che in realtà è un serpente che si morde la coda formando un cerchio perfetto che altro non è che la ciclicità del tempo che si rinnova in modo continuativo.
Tra l’altro il cerchio o serpente a cerchio di giano bifronte viene chiamato anche: An, ed è una definizione latina che indica appunto: anno, anello e anguilla. Quest’ultimo è uno dei piatti tradizionali da mangiare a fine dicembre, una prelibatezza presente nei banchetti in onore di Giano.
Nell’altra mano invece Giano ha un bastone o lancia, come accennato essa è la rappresentazione fisica del Dio quirino.
Alla cintola ha delle chiavi, che sono le chiavi delle porte del tempo, qui ritorna nuovamente il significato della: porta. In alcune sculture e rappresentato con le chiavi in mano e con il simbolo del cerchio sotto i piedi oppure sulla sommità del suo bastone.
Il mese del tempo
A giano bifronte era dedicata la prima ora di ogni giorno. Il primo giorno di ogni mese e il primo giorno dell’anno, che poi rappresenta il nostro capodanno e quindi andiamo a festeggiare giano bifronte in questo modo.
Numa Pompilio, nel calendario Romano, gli dedicò il primo mese dell’anno, cioè: gennaio! Infatti il termine deriva direttamente dal latino: Januaris. Inoltre vi era stata dedicata la prima festa feriale dell’anno, cioè il 9 gennaio, chiamata: Agonium.
A Roma, le famose arcate di porte e portoni, sparse in tutta la città, si chiamano: Jani. Da qui passavano i soldati per andare in guerra. Gennaio era dedicato al culto di questa divinità. Gennaio deriva da Januaris a sua volta deriva da Janus, cioè da Giano. Nome che permette di onorarlo ogni anno, ricordandolo.
I festeggiamenti del capodanno tradizionale, che saluta il nuovo anno, dicendo addio al vecchio, ci ricorda il doppio volto o doppia porta di questa divinità. Ogni anno, nonostante non lo sappiamo e magari siamo di altra religione, tramite il festeggiamento di capodanno, accendendo i fuochi, mangiando cibo sacro al dio, quali lenticchie e uva, l’intero pianeta onora giano bifronte.
Rituali dedicati a Giano bifronte
Un rito di purificazione a lui dedicato dai più giovani, consisteva nel passare sotto una trave bassa, posta tra due tempietti sacri, dedicati uno al Dio Giano e uno alla Dea Giunone.
Si sacrificava un ariete ogni primo del mese. Le sue statue erano esposte a tutti gli incroci, dentro e fuori dalla città. Si offrivano tavolette votive e candele sacre. Nelle preghiere ci si rivolge al dio giano bifronte chiamandolo Pater, come il pater nostro che oggi è una delle preghiere cristiane, ma che sono rivolte ancora ad una religione pagana.
A Roma, grazie agli innumerevoli monumenti ancora oggi ottimamente conservati, avvertiamo tutta la sua importanza. Come le tante “porte” sparse per Roma che simboleggiano il tempo, le statue dal doppio volto e gli archi. Si tratta della prima divinità italica riconosciuta e seguita dalla fondazione di Roma.
Articolo scritto e pubblicato da: IL BOSCO DELLE STREGHE
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