Grande spirito chi è? Sciamanesimo e significato, nativi american
I nativi americani sono uno dei popoli più antichi oggi conosciuti ed hanno una loro religione, mitologia che parte con la venerazione del grande spirito. Essi hanno popolato l’America del nord, essendo un popolo nomade, cioè che si spostava.
La loro cultura è ricca di simbolismo e di rituali che entrano nello sciamanesimo. Un mix di tradizione e misticismo. Religione affascinante e magica. Rispetto per la madre terra e la natura.
Una divinità dei nativi americani più importante è il: grande spirito. La forma divina più potente nelle loro credenze religiose. Il dio che ha dato origine a tutte le cose: alberi, animali, cielo, stelle, aria, vento… e tutto ciò che compone l’universo.
UNO È GRANDE SPIRITO, LUI È UNO
Il grande spirito è Uno, questa è una delle regole che viene rispettata dal popolo celtico ed è presente, come dogma antico, nella cultura wiccana. Una nota personale del bosco delle streghe, noi continuiamo a dire che c’è una religione antica, principale, atavica, che ha unito i popoli nel periodo di Pangea, da qui nascono poi tutte le altre culture.
Ora torniamo al grande spirito, cioè all’uno. Esso viene chiamato, nelle varie tribù, con tanti nomi. I Lacota e Sioux lo chiamano: Wakan Tanka, che significa: grande sacro o grande spirito.
Esso è chiamato anche Grande Antenato, colui che ha dato origine alla razza dei nativi americani. Altro nome è: Manitù dagli Algonchini, Watan dai Arapaho, Oki dagli irochesi, Apache, Navajo.
Alla fine il suo significato è: il creatore supremo. Fu lui che anticamente ha insegnato agli uomini come cacciare, pescare e coltivare la terra. L’uomo fa parte della natura al pari di tutti gli esseri viventi. Il grande spirito è vicino alle genti e si trova in ogni cosa.
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Cavallo pazzo, sciamano e connessione
La vita di Cavallo Pazzo si snoda tra storia e leggenda, tra misticismo e sciamanesimo. Si diceva che comunicasse con il grande spirito e che riceveva visioni. Nella leggenda si narra che era immune ai proiettili delle armi. Il suo nome, in lingua Lacota, è: Thasunke Witko, che significa: imbizzarrito, folle, esaltato.
Questo nativo americano aveva una profonda spiritualità e invocando il Grande Spirito ebbe una visione. Sognò che fluttuava nell’aria cavalcando il suo cavallo e un turbinio di pallottole lo sfiorava, ma non colpivano. Ne lui e né il suo cavallo erano colpiti. Sulla guancia aveva disegnato un fulmine e tra i capelli una penna di falco. Chicchi di grandine bianchi disegnati sul corpo. Fu questa la sua pittura di guerra.
Cavallo Pazzo divenne capo dei sioux e combatté tante guerre. Quella che lo rese famoso fu la lotta con cui sconfisse il settimo regimento di cavalleria, uccidendo il colonnello Custer a Little Bighorn. Cavallo Pazzo non fu mai sconfitto in battaglia né ferito dai nemici.
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L’impersonificazione del grande spirito
Il grande spirito non può essere visto e nemmeno toccato. Ci si accorge della sua esistenza guardandoci intorno e lo percepiamo nel cambiamento delle stagioni, negli eventi naturali, nella pioggia e nel Sole che l’asciuga.
Lo vediamo o percepiamo nella terra e nella vegetazione, tra i venti, nel giorno e notte. Infine lo vediamo nella nascita, crescita e morte, un ciclo che si ripete in eterno.
Il grande spirito ci accompagna nelle grandi praterie del cielo e ci fa arrivare dei messaggi attraverso i sogni, premonizioni e visioni. I pellerossa insegnavano già da bambini a trarre dai sogni gli auspici che potevano aiutarli. A lui erano rivolti canti e preghiere per invocare la visione del proprio totem o per propiziare benessere a tutta la tribù.
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Curiosità sui “nomi” dei nativi americani
Dopo che Cristoforo Colombo scoprì il nuovo continente, nel 1492, chiamò i nativi indiani, credendo di essere arrivato nelle indie, indiani!
Un altro italiano, Giovanni Caboto, che vi arrivò nel 1497, li chiamò: pellerossa perché si dipingevano il volto e il corpo di ocra rossa. Il nome “pellerossa” si è poi diffuso in tutta l’America.
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