Heka: la magia dell’antico Egitto – mitologia egiziana
La magia in Egitto si chiamava Heka. La forza primordiale che esisteva ancor prima che l’Universo, della vita sulla terra, che venne creato dalla magia della creazione.
Esiste anche il Dio Heka che si trovava al fianco di Atum quando il mondo fu creato. Rappresentato come un uomo in abiti regali con la barba ricurva e con in mano un bastone su cui si attorcigliano due serpenti. Essi ricordano un episodio un particolare.
La divinità Heka fu attaccata nel deserto da due serpenti che lo morsero. Con i suoi poteri riuscì a salvarsi da questo attacco. Il Dio prese i due serpenti e li pose, in vita eterna, sul suo bastone a rappresentare la morte che termina la vita, ma non la sua.
DIO DELLA MEDICINA E MAGIA IN EGITTO
Molto tempo dopo, con la fusione con il popolo greco, il simbolo fu assimilato dal dio greco Asclepio divinità della medicina. Mentre nella mitologia egiziana, il Dio medico era Thot che aiutò Iside a ricostruire il corpo di Osiride.
C’è da dire che i medici, nell’antico Egitto, prima di qualsiasi intervento o prima di adoperare la loro scienza, invocavano la protezione di Heka nei confronti del paziente per la sua guarigione. Questo perché la medicina era vista come un ramo della magia. Entrambe erano quasi fuse in un’unica grande scienza.
Le malattie erano viste come il risultato dell’ira delle divinità o di demoni malvagi che colpivano il genere umano. Tanti ritrovamenti documentati nei testi di medicina sono uniti a formule magiche di guarigione.
Heka: continuamente ricordato
Il dio Heka, era tanto potente, un’energia e entità unica e onnipresente, che non aveva un culto pubblico, ma era continuamente ricordato tramite le formule magiche. Esse venivano recitate durante i trattamenti medici, nei periodi di guarigioni e perfino nella creazione di medicine o farmaci. Sono stati ritrovati anche dei testi sepolcrali in quanto le sue formule proteggevano il defunto.
LEGGI ANCHE: Nectanebo: faraone mago, padre di Alessandro magno – mitologia egizia
Cuore e parola
Heka significa: colui che attira il Ka, cioè: colui che attira la forza vitale e spirituale dell’individuo.
Tale forza fornisce la personalità. Il Ka era rappresentato con due braccia unite e piegate ai gomiti che si alzavano verso il cielo.
Nella cultura antica egiziana, nella prima identificazione delle divinità primordiali, Heka era rappresentato come la: conoscenza e saggezza. Personificazione del cuore ritenuto la sede del pensiero umano e Hu della lingua che è l’autorità della parola.
Nell’evoluzione della religione vediamo che questi elementi iniziali sono rimasti. Infatti è il dio della vita e della medicina, ma anche della parola, nel senso che per invocarlo e scongiurare il male, si usano continuamente delle formule che lo ricordano.
La fusione di Hu, cioè la lingua che parla, e Ka, forza vitale, ha dato luogo al nome: Heka. Già nominandolo richiamate ed evocate il dio.
LEGGI ANCHE: Dea Am-he: divoratore dell’eternità mortale – mitologia egizia
L’oratore delle 12 porte
La magia in Egitto era praticata dai sacerdoti e dal faraone stesso, in quanto era studiata su testi conservati nei templi. Queste figure erano a conoscenza di formule magiche i famosi: Hekau. Gli Hekau significano: incantesimi.
Il Dio non aveva templi, ma essendo una divinità astratta e onnipresente, gli è stato riservato un culto che era quasi quotidiano o comunque che era ben presente continuamente nella sua popolazione, vale a dire: le formule per le guarigioni.
Heka insieme ad altre divinità, accompagnava la barca solare di Ra e Osiris nel suo passaggio sotterraneo dell’aldilà. Il suo posto era a poppa. Il suo compito era quello di pronunciare le formule magiche per aprire le dodici porte che sono attraversate dai defunti per arrivare all’eternità.
In questo modo lui aiutava a combattere il malvagio serpente Apophis che cerca in ogni modo di ostacolare la barca per non far sorgere il Sole il giorno dopo. Per questo, in alcune trascrizioni, vediamo che Heka è anche un accompagnatore di anime e lo ritroviamo nei testi sepolcrali delle piramidi, nelle iscrizioni dipinte sui sarcofaghi e addirittura su alcune mummie. Dio amato e temuto anche dagli stessi Dei.
LEGGI ANCHE: Ammit, la dea divoratrice funeraria, mitologia egizia
Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.