La maledizione di Tutankhamon: magia ed esoterismo
Tutankhamon, un faraone dell’antico Egitto, è avvolto dal mistero non solo per la sua vita e morte, ma anche per una leggendaria maledizione che sembra circondare la sua tomba. Scoperta il 26 novembre 1922 nella Valle dei Re in Egitto dall’archeologo Howard Carter, finanziato dal ricco conte inglese Lord Carnarvon, la tomba ha suscitato grande interesse e superstizione.
La ricerca della tomba durò ben oltre 5 anni di scavi e di strane morti, oltre a blocchi dati da incidenti sul lavoro. In seguito solo grazie alle donazioni di un appassionato egittologo inglese, ricco e nobile, fu possibile scoprire l’esclusiva tomba di Tutankhamon.
SCOPERTA DELLA MALEDIZIONE DI TUTANKHAMON
Dopo anni di scavi, Howard Carter individuò uno scalino che rivelò l’accesso alla tomba di Tutankhamon. La scoperta, annunciata in esclusiva dal Times di Londra, fu segnata da una presunta maledizione: sull’entrata della tomba era scritto: “La morte sopraggiungerà con rapide ali per chiunque profani la tomba del re”.
Poco dopo, Lord Carnarvon morì di un’infezione causata da una zanzara, seguita da una complicazione durante la rasatura, sebbene la maledizione sia stata esagerata dai media.
La maledizione di tutankhamon divenne reale quando si elencò i morti che lavorarono agli scavi durante e negli anni avvenire. Nel giro di 10 anni morirono più del 70% dei lavoranti, compreso l’archeologo che la scoprì.
Mitologia sul faraone bambino
Tutankhamon, il dodicesimo sovrano della XVIII dinastia, noto anche come il “re bambino”, salì al trono a soli 8 anni. Figlio di Akhenaton, il “re eretico”, Tutankhamon ripristinò il culto delle antiche divinità egizie, cambiando il suo nome da Tutankhaton a Tutankhamon, che significa “immagine vivente di Amon”. Sposò la sorellastra Ankhesenamon e governò per pochi anni, morendo a soli 18 anni a causa di una salute cagionevole. Dalla moglie ebbe 2 bimbe che però no superarono il primo anno di vita. Vennero seppellite e mummificate rimanendo all’interno della tomba del padre.
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Misteriosa morte di Tutankhamon
La morte del faraone Tutankhamon è avvolta dal mistero perché non è chiaro la causa. Alcuni studiosi ipotizzano che ci fosse in atto un complotto politico e che sia morto per avvelenamento dopo poche settimane di agonia. Cosa che però non è stata rilevata, con le attuali analisi eseguite sulla mummia, sul suo corpo. Tra l’altro il complotto politico, in epoca egiziana, non era comune come per l’Impero romano. Questo perché c’era la credenza e convinzione che il faraone avesse sangue divino nelle sue vene. Cercare di ucciderlo avrebbe portato la popolazione a perdere i raccolti e quindi ad essere maledetti.
C’è chi invece parla semplicemente di una malattia dovuta alla ricca alimentazione dovuta al suo rango. Anche questa è una teoria non convalidata. Purtroppo in Egitto il cibo, iniziando dalla coltivazione fino all’allevamento, era contaminato dalle sporcizie organiche e fecali delle acque del Nilo. In aggiunta zanzare e altri insetti che trasportavano malaria e malattie contagiose rendevano molto breve la vita della popolazione intera.
Infine c’è un’altra teoria che è tra le più verificate. Tutankhamon aveva una salute molto cagionevole a causa di un danno nella spina dorsale. Si suppone che fosse la patologia della “spina bifida”. La sua schiena aveva una curvatura innaturale dovuta ad una fusione delle vertebre superiori e di un’apertura interna che si era calcificata. Si potrebbe supporre che fosse spina bifida oppure un trauma grave, come una caduta, subita quando era un bambino in fasce.
Faraone e satana
Contrariamente alle associazioni con il demonio, nate con il Cristianesimo, Tutankhamon non ha alcuna connessione. Vittima delle circostanze e delle azioni di suo padre, Akhenaton, che sconvolse l’antico Egitto con la sua eresia monoteista, Tutankhamon dovette affrontare la restaurazione delle pratiche religiose tradizionali. La sua tomba, riempita di oltre 5000 oggetti preziosi e la celebre maschera funeraria, ora è esposta al Museo del Cairo.
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Articolo scritto e pubblicato su e da Il bosco delle streghe