Mammu, Dio delle Nebbie: essenza del terrore – mitologia egiziana
Mammu, o Mummu, conosciuto anche come Umun in sumero, era il dio babilonese delle nebbie e delle tenebre.
Citato nei poemi epici come l’Enuma Elish (“Quando in alto”) e l’Atrahasis (“Il grande saggio”), Mammu era una figura enigmatica e ambigua. In alcuni testi, è descritto come il visir divino, consigliere e messaggero di Apsu, il dio delle acque dolci degli abissi. In altri, è considerato figlio di Apsu e Tiamat, formando una trinità divina. Talvolta, è raffigurato come una divinità femminile, una dea madre che tolse l’immortalità agli uomini, conosciuta anche con i nomi Mammitun, Nammu, Aruru.
Le nebbie e il suo dio esistevano prima della nascita degli Dei, e Tiamat, la dea delle acque salate, gli conferì l’incarico di placare le acque tumultuose dell’oceano primordiale. Era il consigliere fedele degli dei, aiutandoli nelle decisioni durante la guerra tra le divinità.
PRESENZA, MA NON CORPO
Mammu, e la sua figura rimane incerta. Di lui non si hanno descrizioni perché è una divinità potente che fa sentire la sua presenza, ma non la possiamo né combattere o scacciare, né schivare oppure evitare.
Curiosamente, in alcuni scritti, viene rappresentato in modo femminile nella creazione dell’umanità. Mammu poteva simboleggiare aspetti dell’acqua dell’oceano primordiale sotto forma di vapore o nebbia, strati di nebulose nell’universo o nuvole nel cielo. Il suo nome è usato anche per definire altri personaggi mitologici o azioni. Un aspetto di Mammu viene descritto come un artigiano, creatore del pensiero, dei piani, delle idee e della parola. In molte altre definizioni, può indicare qualcosa o qualcuno, e talvolta è un appellativo di Tiamat, dea dell’universo.
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Origine dell’Universo
L’Enuma Elish è un racconto mitologico che descrive le origini dell’universo e le discendenze divine degli dei. Veniva recitato durante l’Akitù, la festa del nuovo anno (equivalente al nostro capodanno), celebrata a Babilonia in presenza del re. In questo poema, Apsu aveva superato il livello di sopportazione per il chiasso fatto dai figli degli dei, ormai troppo numerosi. Dopo sei generazioni, Apsu chiamò Mammu, il suo consigliere, per suggerimenti su come difendersi da tutto quel frastuono che non gli consentiva di riposare né di giorno né di notte. Mammu suggerì di ascoltare il parere di Tiamat, che era più tollerante e paziente.
Tiamat difendeva i figli dei suoi figli e i pronipoti che lei stessa aveva creato, opponendosi alla distruzione proposta da Apsu. Alla fine, Apsu decise di aspettare, sperando che il frastuono si calmassero. Ea (Enki) venne a conoscenza dei propositi di Apsu e, con formule magiche, addormentò Apsu. Il visir Mammu cercò di risvegliarlo in tutti i modi, ma senza successo. Ea prese il sopravvento, legò Apsu e lo uccise, imprigionando Mammu che gli era rimasto fedele fino all’ultimo. Ea prese possesso degli abissi e stabilì la sua dimora insieme alla moglie Damkina, dando alla luce Marduk, il futuro eroe.
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Dio e dea ambigua
La religione babilonese era politeista, caratterizzata dall’adorazione di molte divinità, una forma di religione comune tra le civiltà antiche come gli Egizi, gli Assiri, i Cartaginesi, gli Ittiti, i Greci, i Traci e molti altri.
La simbologia delle divinità era in continua trasformazione; spesso, gli dei venivano assimilati da altre divinità, anche straniere, con poteri e caratteristiche simili. Inizialmente, queste divinità venivano associate e poi incorporate, diventando un’unica divinità. Talvolta, eroi mitologici diventavano divinità, mentre altre volte, alcune divinità venivano dimenticate.
Nei miti mesopotamici e in altre religioni, le divinità spesso rappresentavano più che personaggi reali; incarnavano azioni, sensazioni o cose. Questo modo di rappresentare il divino rifletteva la complessità della natura umana e le forze dell’universo, conferendo significato e struttura alle esperienze umane attraverso la narrazione mitologica.
Mammu, il dio delle nebbie, con la sua ambiguità e il suo ruolo nelle leggende, è un esempio perfetto di come le divinità mesopotamiche potessero assumere molte forme e significati.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe