Mandy – bambola maledetta – la storia vera – possessione
La storia di Mandy, la bambola maledetta, con poteri paranormali o possessione demoniaca. Ha guadagnato notorietà nel 1999 grazie al libro Supernatural Stories Around British Columbia.
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Il libro ha fatto conoscere la vera storia di Mandy, documentando anche la sua nascita, vita e poteri paranormali. Televisione e radio hanno iniziato a parlare di lei, attirando numerosi visitatori al “Quesnel & District Museum” dov’è esposta dal 1991.
Mandy è una bambola di antiquariato di 91 anni, donata al museo da una persona anonima che desiderava rimanere tale.
STRANI FENOMENI paranormale
La donatrice, di cui non abbiamo informazioni, raccontò che, da quando era in possesso di Mandy, succedevano cose strane in casa che stavano, con il tempo, peggiorando. Tra i primi fenomeni c’era quello di udire piangere una bambina. Le prime due notti, appena la donna si svegliava, il pianto smetteva. Lei si convinse che fosse solo la sua immaginazione. La terza notte invece il pianto non smise e arrivava dalla camera, il salottino, dove c’era la bambola. Appena la donna entrò, il pianto smise.
Tale fenomeno continuò nelle settimane avvenire fino a quando il pianto non terminava in un grido tormentato e spaventoso ogni volta che lei entrava nella camera dove c’era mandy. Le notti in cui non si udiva piangere, si creò un’altra stranezza. Sempre nel cuore della notte, la donna veniva svegliata dal rumore di tende che venivano tirate. Una notte lei temette che si fossero i ladri e corse da alcuni vicini. Quando poi tornava a casa dal lavoro, notò che la bambola era spostata da dove lei l’aveva lasciata.
Nelle settimane a seguire trovò, nel cuore della notte, le finestre del salotto aperte e le tende scostate. La testa della bambola poi era spesso girata verso le finestre, come se stesse guardando all’esterno. Furono ben 4 le chiamate alla polizia, ma venne liquidata dalle autorità che dissero che forse c’era qualcuno che la molestava o si stava divertendo nel farle dispetti.
Non c’è nessuno, siamo sole – bambola maledetta
Dato che la donna continuava ad avere queste strane esperienze, decise di essere più prudente.
Alle finestre mise delle serrature di sicurezza e gancetti che si aprivano solo dall’interno. La stessa notte però udì le finestre battere, come se qualcuno le volesse aprire. Si precipitò nella stanza dove c’era Mandy, le finestre erano chiuse, ma i gancetti erano stati tolti, operazione che si poteva fare solo dall’interno. Chiamando la polizia, quest’ultima non sapeva cosa pensare, anzi sospettò che fosse la stessa donna ad avere dei problemi, magari si sentiva sola e stava attirando l’attenzione su di sé.
La notte seguente le finestre furono distrutte, mandate in frantumi lanciandovi oggetti contro, dall’interno verso l’esterno, in modo che fossero aperte. Possiamo ancora pensare che fosse stata la donna a fare questi atti? Potremmo, ma il problema è che quella notte, la donna non era in casa. Dato lo stress di queste esperienze, decise di passare qualche giorno a casa della sorella, a circa 6 ore di distanza dalla sua abitazione, per riposare e riassumere le idee.
La domanda è spontanea: Chi era stato a distruggere il salotto e le finestre? I vicini usciti in strada, proprio mentre continuavano a cadere oggetti solo dalle finestre di questa stanza, dissero di non aver visto nessuno entrare e tantomeno uscire.
La polizia stessa non trovò nessuno. La donna tornò a casa solo in tarda mattina notando che: erano state rotte solo le finestre della stanza dove si trovava Mandy, i gancetti delle finestre erano stati tolti dall’interno, ad essere gettate in strada, contro i vetri, erano tutti oggetti regalati, negli anni, da sua sorella. La stessa sorella che la stava ospitando quella notte. Quella stessa notte, la donna decise di passare la notte nel salotto, insieme a Mandy, rimanendo collegata al telefono con sua sorella.
Possessione: la PROVA
Era circa l’una di notte, quando la testa di Mandy si spostò per osservare il viso della donna. Quest’ultima vide solo il viso della bambola che la stava fissando, ma fino a quel momento, la testa della bambola era rivolta verso le finestre. La donna urlò e cercò di uscire fuori di casa, ma la serratura era bloccata. Dalla cornetta del telefono c’era sua sorella che gridava per richiamarla. Lei quindi tornò indietro per chiedere aiuto, ma appena presa la cornetta, ecco che cadde la linea. La donna iniziò a gridare con tutto il fiato che aveva in gola chiamando una delle vicine con cui si era messa d’accordo, durante il giorno, per intervenire in caso notasse o udisse qualcosa di strano.
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Arrivo al Museo della bambola maledetta
Come mai il museo decise di rintracciare la donatrice? Ebbene qui si apre un altro capitolo della vita di questa bambola maledetta.
Arrivata al museo il direttore era onorato di avere una bambola di oltre 90 anni, anche se poi, in base agli esami fatti sembra che la bambola sia ancora più vecchia di quel che si pensava. Dato i materiali originali e i costi per il restauro, non si fecero poi ulteriori analisi. Il direttore però affermò che appena prese Mandy tra le mani, tolta dall’involucro con cui la donna l’aveva consegnata, un involucro di tessuto, ebbe una bruttissima sensazione.
Si eseguirono tutti gli iter di controllo, dando quindi il via libera al restauro, fin dove si poteva eseguire, venne poi fotografata, questa è la foto originale di Mandy!
Il giorno dopo il laboratorio venne trovato in uno stato caotico spaventoso, tutto era sottosopra ed alcune bambole, che si stavano restaurando, erano state distrutte. Non c’erano telecamere nel laboratorio e non mancando nulla di valore si pensò che fosse stato un vandalo. Tuttavia, nei giorni a seguire, ci furono ulteriori strani fenomeni. Il personale ritrovava oggetti che erano esposti nelle teche nascosti in cassetti di uffici oppure nei bagni. C’erano dei disegni con pastelli colorati su pareti oppure su libri antichi. Pavimenti con secchi di acqua rovesciati. Insomma erano come dei dispetti.
Mandy venne poi collocata in esposizione insieme ad altre bambole e tutte, nel corso dei giorni, avevano: vestitini strappati, erano sporche di segni di pastelli sul viso, erano stati buttati giù dai fermi che le sostenevano. Fu proprio il direttore che si rese conto che la bambola di Mandy aveva poi le dita colorate di pastelli, ma i pastelli non erano mai vicino a lei.
Storia di Mandy
A rendersi conto che la bambola era posseduta, fu una sensitiva, una medium, che visitò il museo.
Quest’ultima fu immediatamente attratta da Mandy che la osservava e quando si rese conto che la bambola aveva voltato la testa quando lei si era allontanata, chiese al direttore di poterla prenderla qualche giorno con sé. Non si sa esattamente cosa sia capitato in quei giorni e nemmeno come mai il direttore si sia convinto a dare la bambola, bene del museo, a una sconosciuta. Tuttavia si indagò sulle origini di Mandy.
Ecco la sua storia: Il nome vero è Mereanda!
La bambola fu costruita prima del 1900 in Germania! Arrivando in America e poi in Canada insieme ad una bambina figli di immigrati tedeschi.
Purtroppo pare che i genitori della piccina la lasciarono a dei parenti poiché non riuscivano a sostentarla. Sarebbero poi tornati a riprenderla quando avessero trovato lavoro. L’età della bambina non è precisa, potrebbe avere dai 4 ai 7 anni. Quello che si sa è che la piccina venne trovata morta, dopo appena 7 mesi dal suo arrivo nella casa di questi parenti, chiusa in uno scantinato. Morta di stenti, magrissima.
A trovarla fu un vicino che, avvertendo un odore orribile uscire da una finestra dal vetro spaccato da un martello, che sicuramente vi era stato lanciato contro, decise di avvisare la polizia. Quest’ultima, quando sopraggiunse, trovò il corpicino della bambina a terra che stringeva la mano della sua bambola.
Una collanina con un crocefisso di metallo, di piccole dimensioni, era a terra al di sotto della finestra. Si scoprì che la collanina era della bambina e che portava sempre al collo poiché sua madre gli disse che l’avrebbe protetta dal male. L’epilogo fu che, secondo i tutori provvisori, la bambina era sparita da qualche giorno e non riuscivano a trovarla. Probabilmente era caduta dalle scale e non riuscendo a chiedere aiuto, ecco che è poi morta di stenti, senza nessuno.
Tuttavia ci furono tanti testimoni, vicini, che dissero che, da quando era arrivata la bambina, si udivano continuamente: grida della piccina che veniva picchiata regolarmente o che si rifiutava di fare chissà cosa. In molti l’avevano vista con lividi sulle braccia e sulle gambe. Aveva sempre fame perché non veniva sfamata a sufficienza. La piccina poi non parlava mai ed era tenuta sotto stretta sorveglianza dai tutori.
Domande senza risposte
Le domande furono poi tante: Ci saranno voluti giorni e giorni per: morire di fame e poi arrivare a quello stato di decomposizione e nessuno in casa si è reso conto di lamenti, richieste di aiuto e poi di quel puzzo terribile?
Se la piccina aveva avuto la forza di lanciare un martello, è strano che non aveva la forza di gridare. Dopo giorni e giorni di scomparsa, nessuno dei familiari si è rivolto alle autorità? Perché nessuno dei parenti ha chiesto a: vicini, amici e negozianti vicini, se avevano visto una bambina dato che quando la piccina usciva fuori la porta, era continuamente controllata dai parenti?
Tra l’altro si sospettava che la bambina nemmeno fosse una reale parente delle persone che l’avevano presa in custodia. Quest’ultimi erano un uomo e una donna tra i 50 e 60 anni, con un figlio di più di 30 e tutti non lavoravano. Però spesso c’era uno strano “via vai” dalla loro casa di uomini benestanti e si riconoscevano sia per gli abiti che indossavano e perché giungevano in carrozza.
Alla fine le autorità avevano risolto il caso con: morte accidentale!
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Il viaggio di Mandy
La bambola non fu buttata. Si trattava di un oggetto che, prima del 1900, aveva comunque un prezzo e venne quindi rivenduta ad un negozio che, pulita e sistemata, fu venduta nuovamente ad una donna che la regalò a sua figlia. Questa bambina era la nonna della donatrice di Mandy al museo. Siamo nel 1900, la bisnonna della “donatrice” decise di comprare una bambola a sua figlia che compiva, udite, udite 7 anni. All’epoca la manifattura europea era di moda e quindi si recò in questo negozio e fu attratta da Mandy che arrivava dall’Europa, aveva un prezzo scontato ed era adatta ad una bambina.
Il negoziante, da quel che si sa poiché era una storia interna alla famiglia della donatrice, disse solo che il prezzo era scontato perché la cliente che l’aveva comprata nuova, dopo qualche giorno l’aveva riportata in negozio perché sua figlia non ci giocava. Non disse mai che in realtà la bambola apparteneva ad una bambina morta o uccisa. La nonna della donatrice disse che lei ebbe diversi problemi nel gestire la bambola: dispetti, voci, pianti di notte, ma sua madre pensava che fossero fantasie di una bambina e poi incolpò sempre sua figlia per quelle stranezze.
Scoperta della vera natura di Mandy
La bambola rimase con questa donna anche in età adulta e quando lei ebbe la sua prima figlia riuscì a scoprire quale fosse la vera storia di Mandy. Ormai però si era legata strettamente alla bambola. Quello che oggi sappiamo è che questa donna, la nonna della donatrice, ebbe due figlie. Quando la seconda figlia aveva 2 anni, lei si separò dal marito che prese entrambe le bambine. Quest’ultime andavano spesso a casa della madre, ma non si fermavano mai a dormire. Ormai vecchia lasciò nel suo testamento che tutto quello che c’era in casa fosse bruciato.
Le nipoti decisero di tenere alcuni mobili e oggetti e Mandy, finì nelle mani della donatrice. Quest’ultima però, prima di donare Mandy al Museo, decise di rivolgersi ad un parroco, un prete, che era molto amico di sua nonna. Costui però sbiancò quando la donna gli disse che non aveva rispettato il testamento della nonna. In realtà nessuna nipote aveva bruciato quello che era contenuto in casa. Tutti, chi più e chi meno, si erano tenute qualche mobile o oggetto. Lei aveva scelto di prendere la bambola.
A questo punto il parroco gli disse che la bambola era posseduta, ma non era mai stata esorcizzata dato che la chiesa non concesse l’autorizzazione.
Lui, insieme alla nonna, provarono a romperla ed è per questo che sul viso della bambola c’era quella spaccatura. Quando compirono questa azione, dopo pochissimi minuti, una mensola alla parete si staccò e cade sul viso di sua nonna facendole perdere quasi un occhio. Nei giorni avvenire poi si furono: cadute, scottature, piccoli incendi. Il parroco dovette benedire, per 3 giorni e 3 notti l’abitazione per calmare lo spirito demoniaco della bambola. Purtroppo se veniva fatto del male alla bambola, ecco che era fatto del male alla donna.
Controllare Mandy – bambola maledetta
La possessione era piena e il legame tra le due era ormai molto forte. Tuttavia la bambola era posseduta, ma da un demone terreno, quindi non veniva prosciugata dalla sua energia vitale.
Non riuscendo a liberare della bambola, i due analizzarono la situazione. Negli anni, sua nonna, avevano compreso che Mandy si acquieta quando ci sono persone che la guardano, ma se lasciata sola, specialmente di notte: fa dispetti oppure piange. Se viene danneggiata si vendica. Diventa gelosa di altre persone o altri giochi. Alla fine poteva essere, in qualche modo, controllata. Il parroco poi eseguiva una benedizione della casa una volta al mese. La nonna della donatrice decise quindi di tenerla con sé per evitare che fossero possedute altre persone, ma lasciò nel testamento che tutto fosse bruciato. Una soluzione semplice. La donna era morta, quindi anche se Mandy fosse bruciata la nonna non avrebbe sofferto, perché appunto era morta.
Purtroppo però le sue ultime volontà non erano state rispettate e la bambola maledetta era ancora lì, legata ora a questa donna.
A questo punto la donatrice e il parroco pensarono ad una nuova soluzione: donarla a qualcun altro voleva dire condannare un’altra persona alla possessione. Lasciarla da sola era impossibile. Bruciarla nemmeno poiché si era legata alla donatrice. L’unica soluzione perfetta era quella di darla al museo: di giorno sarebbe stata in compagnia dei visitatori e la notte il museo è vuoto, anche se piangeva nessuno l’avrebbe sentita, quindi quella era la soluzione migliore.
Mandy da chi è posseduta?
La tesi che ha poi rilasciato la medium o sensitiva che ha tenuto con sé Mandy per qualche giorno, per poi scoprire interamente la sua storia, afferma che la bambola è posseduta dalla prima bambina!
La bambola mette a disagio, è triste! Questo è quello che potrebbe essere successo. La prima bambina era Europea ed è stata affidata a persone sconosciute in un paese straniero di cui non conosceva nemmeno la lingua. Gli abusi, come: pestaggi, lividi e grida, si pensa che fosse anche vittima di abusi sessuali da parte di eventuali clienti. Analizzando la zona, le stranezze dei comportamenti degli adulti che si dovevano occupare di lei, del basso ceto sociale, della mancanza di lavoro, presenza di uomini benestanti che frequentavano quella casa che sono poi rimasti totalmente sconosciuti e della fretta di chiudere il caso da parte delle autorità, fino ad arrivare all’assurda e inspiegabile morte della bambina, l’ipotesi di abusi diventa una realtà.
La collanina con la croce lontana dal cadavere della bambina che probabilmente l’ha lanciata via per cercare di rompere il vetro. Come a dire: io rifiuto Dio che non mi ha protetta. Lo sguardo della bambina verso la finestra che non poteva raggiungere proprio come Mandy rivolge il viso verso le finestre.
Tutto l’odio, la vendetta, gli abusi e la vita che stava perdendo, hanno permesso al suo spirito di impossessarsi della bambola diventando quindi uno spirito maligno. Quest’ultimo si fa notare proprio quando viene lasciata da sola: piangendo, facendo dispetti oppure legandosi a chi se ne prende cura. In fondo, la prima bambina poteva desiderare di avere qualcuno che le volesse bene o si occupasse di lei, questo spiega lo strano comportamento della bambola maledetta. Mandy si lega a chiunque le stia vicino.
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Bambola maledetta: influssi malefici
Alcuni parapsicologi che hanno esaminato Mandy affermano che la bambola ha poteri particolari, quasi demoniaci, forse legati al suo passato. Tuttavia, non solo le bambole possono essere infestate; anche case, oggetti vari e persino animali possono essere posseduti da demoni o spiriti.
Qui entra in campo la: Teoria della psicometria
Secondo la teoria della “Psicometria”, gli oggetti assorbono e trattengono le vibrazioni del loro possessore, portando tracce sensitive di chi li ha avuti in custodia. Questa teoria suggerisce che Mandy potrebbe aver assorbito le energie negative o le esperienze traumatiche del passato della prima bambina, spiegando i fenomeni paranormali associati a lei.
Nel 2019 è stata avanzata nuovamente una richiesta di esorcismo su mandy, rifiutata dalla chiesa poiché non si parla di un essere vivente. Mandy è oggi tenuta in custodia al museo in una teca di vetro isolata, chiusa e da sola. Tuttavia viene affidata a diversi studiosi che continuano a indagare su di lei. Mandy, con la sua inquietante presenza e la sua storia misteriosa, continua a catturare l’immaginazione di chiunque la incontri, alimentando leggende e storie di fenomeni paranormali, oltre a film. La sua esistenza solleva domande sull’occulto e sull’influenza delle energie negative, sugli oggetti inanimati o d’affezione, mantenendo viva la sua fama di bambola maledetta e demoniaca.
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Articolo scritto e pubblicato da: IL BOSCO DELLE STREGHE
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