Segomo: vittoria, un nome di Marte Dio della guerra
Segomo è una divinità della mitologia celtica gallica il cui nome, Seghos che significa: vittoria. Era uno dei numerosi epiteti che descrivevano Marte, venerato in Gallia, soprattutto dalle popolazioni dei Sequani, una tribù che abitava nel bacino superiore del fiume Arar durante l’età del ferro.
Questo ampio territorio si estendeva tra la Saône, il fiume Rodano, il Giura, una catena montuosa a nord delle Alpi che funge da confine tra Svizzera e Francia, e il fiume Reno. Qui nacque la moderna Lione, anticamente conosciuta come Lugdunum in onore del dio celtico Lug.
ENTITA’ DELLA GUERRA
Segomo era considerato un Genio Loci, una divinità locale legata espressamente al territorio. Durante l’epoca romana e con le guerre che seguirono, Segomo fu associato a Marte.Venne chiamato Mars Segomon, diventando uno dei tanti nomi associati al dio della guerra.
Numerose dediche votive a Mars Segomo sono state trovate nelle regioni francesi, tra cui Culoz, nel dipartimento di Ain.Su un monumento votivo a Bugey e un cavallo in bronzo dedicato al dio, rinvenuto in Borgogna. Così, Segomo, il vittorioso, divenne anch’esso il dio della guerra, raffigurato come un imponente Marte in uniforme o con una tunica, con elmo, scudo, lancia o spada in mano.
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Giovane dio marte
Per gli antichi romani, Marte era il dio del valore militare e della guerra. Anticamente, tuttavia, era una delle divinità più adorate dal popolo dei Sabini, una tribù dell’Italia centrale vissuta in epoca arcaica.
Il suo carattere primitivo era quello di proteggere i campi coltivati e scacciare il male, diventando il dio del tuono e della pioggia per accrescere la fertilità e l’abbondanza dei raccolti, il verdeggiare dei boschi e la fertilità. La sua potenza cominciò a crescere, interpretando la forza e il vigore giovanile come il dio Maris, raffigurato come un giovane guerriero, un’antica divinità etrusca che venne associata a Marte e all’Ares greco, rappresentati più maturi e vigorosi.
Marte era ritenuto il progenitore della stirpe del popolo romano, un padre venerato soprattutto dalle legioni romane. Quando i Celti entrarono in contatto con i Romani, non ci furono imposizioni religiose, ma piuttosto fusioni culturali. Le similitudini tra le divinità celte e romane portarono a un’accresciuta religiosità, ognuno chiamandole con i nomi che conoscevano. Mars Segomo divenne così la divinità della vittoria in battaglia.
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Marte: il padre dei popoli guerrieri
Durante il periodo romano, Segomo venne associato anche al poderoso e potente Ercole, considerato il progenitore dei Celti. Esistono circa 60 epiteti associati a Marte, affiancandogli divinità di ogni luogo o regione. Nia Segamain, nelle leggende storiche medievali, fu il re supremo d’Irlanda che regnò sette anni prima di essere ucciso. Il suo nome significa figlio o nipote di Segamon e si ritiene fosse correlato a Segomo, divinità gallica. Queste sono solo supposizioni. Le divinità di Marte Segomo venivano venerate con doni, come una parte del bottino di guerra.
I militari si affidavano a queste divinità con preghiere e voti per affrontare con coraggio le lotte per la conquista dei territori stranieri. Le vittorie venivano onorate con statuine o dediche scolpite su pietre e spesso su targhe di bronzo, che ancora oggi vengono rinvenute nei luoghi che hanno scritto la storia con le loro battaglie.
A differenza di altre divinità nordiche più sanguinarie, Segomo era forse meno cruento. Anche a Segomo, come a Marte, venivano offerti sacrifici di animali. Vi erano animali sacri e intoccabili come l’aquila, simbolo della legione romana, e il falco, simbolo della guerra stessa ma con una visione più ampia nel vedere il pericolo e schivarlo.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe