Mito Irlandese delle nocciole
Una leggenda irlandese, dove la festa delle nocciole è particolarmente avvertita e sentita, parlava dei poteri specifici del nocciolo e della saggezza dei pescatori.
Una storia che fa capire come mai i vichinghi e i celti fossero un popolo di abili navigatori.
La leggenda di Fionn
Un capo druido tornò al suo villaggio con un salmone, grande e dalle carni molto sode. Nonostante fosse stato pescato giorni prima, il salmone era perfettamente conservato. Il capo druido diede ordine a Fionn, nipote e pescatore, di cucinare questo pesce pescato nel fiume Boyne.
Tuttavia, prima di affidargli il salmone, diede l’ordine di astenersi dall’assaggiarlo. Non importava se la carne rimanesse cruda, quando Fionn pensava che il pesce fosse cotto, lo doveva servire.
Durante la cottura, mentre il pesce cuoceva nel tegame, Fionn si scottò il pollice. Di riflesso portò il dito alla bocca, per riuscire ad alleviare il dolore con la propria saliva. Solo che l’acqua con cui si era scottato, era l’acqua del salmone, dunque lo aveva assaggiato. Da lui ricevette il dono dell’ispirazione.
Il salmone era uno dei salmoni che vivevano nel pozzo di Connla e si era cibato delle nocciole, i frutti caduti dai 9 alberi sacri.
In quel momento, Fionn, iniziò a pensare ed ebbe un “colpo di genio”. Decise di sostituire il salmone di Connla con un altro pescato quel giorno nel corso d’acqua vicino al villaggio. Lo servì al capo druido ancora mezzo crudo, ma questa era la prova che lui non lo aveva assaggiato.
Mentre il banchetto del capo druido continuava Fionn divise la carne del salmone e la dispensò agli altri pescatori. Questo perché il capo druido e i suoi guerrieri possedevano la forza e non avevano bisogno di intelligenza. I pescatori e naviganti avevano coraggio e a loro toccava l’astuzia.
Morale della leggenda di Fionn e del salmone delle nocciole
Esistono diverse versioni su questa leggenda. Solo che la morale è molto semplice, vale a dire che coloro che navigano hanno bisogno di un’intelligenza superiore.
Da un lato questo spiegava e spiega come mai proprio i vichinghi fossero abili navigatori. Uno dei pochi popoli che disegnavano mappe, conoscevano i cambiamenti del clima e del mare stesso. Insomma occorre una certa arguzia per riuscire a sopravvivere in mare. La scoperta di nuovi mondi e delle rotte marine deriva da una grande intelligenza che non si ferma a quel che si vede.
Inoltre, i vichinghi non erano solo un popolo che invadeva o raggiungeva altre coste, ma era in grado di farsi apprezzare per l’eloquenza e la loro curiosità di conoscere le altre culture.
Tutto questo, secondo la leggenda, deriva da Fionn e dal cibarsi del salmone del nocciolo.