Ninazu, il Guardiano dell’Oltretomba, mitologia egiziana
Ninazu era una divinità minore della mitologia sumera, conosciuto come il guardiano e guida delle anime dei defunti.
La sua funzione di psicopompo gli permetteva di morire, discendere negli inferi e risorgere per risalire sulla terra. Ninazu era collegato alla vegetazione, alle fasi lunari, alla misurazione dei campi e ai serpenti, che probabilmente si trovavano numerosi tra i canneti e i campi ricchi di orzo o grano. Per questo motivo, veniva chiamato: re dei serpenti, invocato contro i morsi di questi animali.
Ninazu era uno dei figli della regina degli inferi, Ereshkigal, e del suo primo marito, Gugalanna. In un’altra genealogia, viene considerato figlio di Enlil e Ninlil. Ninazu era il marito di Ningirida e padre di Ningishzida, che condivideva molti dei suoi attributi. Il suo simbolo era il serpente Basmû intrecciato attorno a un lungo bastone, che in seguito divenne il famoso caduceo, simbolo della medicina nelle culture greca e romana.
Le origini di Ninazu sono incerte, così come il suo sesso: sebbene generalmente descritto come una divinità maschile, alcuni lo considerano femminile o una personificazione di un particolare momento dell’anno.
Il culto di Ninazu rimase circoscritto alle città di Eshnunna, nella Sumeria settentrionale, e a Enegir, situata sul fiume Eufrate. Veniva anche considerato l’amministratore del mondo sotterraneo e, essendo un demone, era spesso invocato per incantesimi e magie per scacciare il male.
GENEROSITA’ DI NINAZU
Ninazu veniva adorato il sesto mese dell’anno, durante il quale gli venivano portate offerte e doni. In cambio, la divinità garantiva una produzione agricola abbondante. Era il dio delle piogge primaverili, e alcuni archeologi ritengono di aver individuato la sua figura in un antico sigillo mesopotamico risalente alla prima dinastia, che raffigura un uomo in piedi con altre figure, brandendo un tridente su un leone e un serpente in mano.
La storia di Ninazu racconta che un giorno Enlil, vedendo che la terra era verde e rigogliosa ma priva di frutti, decise di donare i cereali con ricchi semi. Ninazu e suo fratello Ninmada discesero nel Kur, “il paese del non ritorno,” e decisero di portare orzo e grano agli esseri umani.
Inizialmente, gli uomini non conoscevano i cereali e si nutrivano di erba come le pecore, camminando a quattro zampe. Con la conoscenza dei cereali portata da Ninazu, l’agricoltura iniziò a svilupparsi. Gli esseri umani iniziarono a coltivare, raccogliere e inventare attrezzi agricoli, estendendo le coltivazioni e scavando canali per irrigarle. Grazie a queste innovazioni, prosperarono, e anche le divinità beneficiarono della fede e dei doni dei loro seguaci.
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Città di Ninazu
Il mito di Ninazu era particolarmente venerato nella città di Eshnunna, della quale era il patrono. Tuttavia, il suo culto declinò durante il periodo paleo-babilonese, sopravvivendo in minima parte nella città di Ur, fino a essere dimenticato. Il dio Tishpak, un’altra divinità mesopotamica, inizialmente associato alla guerra e successivamente ai serpenti e all’agricoltura, prese il suo posto. Tishpak veniva venerato nel tempio di Ninazu, l’Eshkil, “la casa pura.”
Con la conquista del re Hammurabi, diverse divinità furono sostituite, ma Ninazu e Tishpak rimasero separati nell’elenco degli dei sumerici. A differenza di altri dei, Tishpak non aveva origini divine né una storia consolidata, ma il suo culto ebbe comunque una certa notorietà.
Sebbene Ninazu e Anubi appartengano a mitologie diverse, condividono il ruolo di guide per i defunti nell’aldilà. Entrambi erano responsabili di proteggere e guidare le anime nel loro viaggio dopo la morte. Mentre Ninazu era una divinità associata alla vegetazione e ai serpenti, Anubi era strettamente legato ai riti funerari e alla giustizia.
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Facciamo il punto!
Sia la mitologia egizia o mitologia egiziana che quella sumera, sono molto similari a livello di divinità.
Solo che nell’evoluzione culturale, miglioramento del tenore di vita e di benessere o potere politico, ci sono state delle evidenti differenze.
Ninazu, inizialmente, è il dio dei morti, l’accompagnatore delle anime verso il luogo di non ritorno. Compiti che sono uguali a quelli di Anubi.
Tuttavia, Ninazu è anche il dio che regala agli uomini i cereali che sono alla base dell’alimentazione dell’antico egitto, mesopotamia e, in generale, di tutta l’asia minore. Esso rappresenta quindi la morte, ma anche la rinascita. Un dio psicopompo che viaggia senza alcun problema tra il mondo dei morti e quello degli uomini.
Contrariamente vediamo invece Anubi che, nella mitologia egiziana, diventa uno dei Dii più importanti perché, in Egitto, la morte era un culto molto importante. Anubi potrebbe, secondo alcuni studiosi, essere l’evoluzione di Ninazu della mitologia sumera.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe