Oppio pianta: cos’è, a cosa serve, potere magico
L’oppio non è una pianta, ma un prodotto di derivazione di un fiore. Esso si ottiene dalla pianta di Papavero da Oppio, chiamata scientificamente: Papaver Somniferum. Originario dell’Oriente e medio Oriente, lo ritroviamo anche in Africa in grandi quantità. Anzi è proprio nel continente nero che ci sono le più grandi coltivazioni.
In Italia ci sono coltivazioni esclusivamente ad uso ornamentale dato che il suo seme o frutto contiene l’elemento dell’oppio.
L’oppio è una sostanza “demonizzata”, nel senso che oggi quando si parla di questo prodotto si pensa a prodotti che sono stupefacenti. Nella sua storia vediamo che invece è un’erba che, in passato, era dichiarata officinale, medica. La sua diffusione arrivò all’apice tra il 1700 e il 1900. In Inghilterra erano diffusi e molto frequentati, da tutti i ceti sociali, gli “oppifici”. In questi ambienti, i commensali o clienti, potevano mangiare, bere e fumare oppio in grandi quantità. Una sorta di “bar” possiamo dire. Ancora ad oggi, ad Amsterdam, ad esempio, si ritrovano questi luoghi in cui si fuma “marjuana”, ma che è sempre un prodotto controllato.
Ora vediamo esattamente quali sono le proprietà dell’oppio.
PROPRIETA’ E BENEFICI DELL’OPPIO
L’oppio contiene una sostanza psicoattiva che agisce sulle cellule nervose e neurali. Si tratta di un’erba che è uno stupefacente che può creare dipendenza. Narcotico, sedativo e calmante. Dalla sua produzione si estraggono gli oppioidi medicinali come la: morfina, ossicodone, laudano ed è si usa nella produzione di un gran numero di anestetici che vengono assunti sotto controllo medico.
Nonostante sia un’erba che viene “demonizzata” essa è un componente indispensabile per la creazione di farmaci che sono utili per malati di cancro o degenerative, insomma per quelle malattie che purtroppo creano dolori gravi e problemi neurologici.
L’Oppio è ricco di alcaloidi tra cui ritroviamo la codeina, narcotina, tebaina, laudaina , papaverina che hanno doti analgesiche, ma unitamente euforizzanti, spasmolitiche.
Tra i benefici di questa erba, cioè dell’oppio, c’è quello di alleviare gli stati di ansia, disturbi del sonno e stress emotivo.
Pro e contro di questa pianta
Il seme dell’oppio, allo stato puro, viene usato mangiandolo o fumandolo in apposite pipe. Poco alla volta, in queste tipologie di consumazione, si entra in uno stato di sonnolenza e si resta tra il sogno e la realtà con la mente confusa. In questo caso non si distingue quale sia la realtà, anche i movimenti si rallentano e la mente ragiona in modo altalenante. Si hanno sbalzi della temperatura corporea. Si ha un benessere apparente, man mano che ci si intossica, si ha il bisogno di aumentare le dosi che si assumono. Questo capita proprio a causa della dipendenza dell’erba.
Praticamente iniziando ad assumerla, il nostro organismo, inizia ad abituarsi quindi la riesce a tollerare e ciò comporta una richiesta maggiore di dose per riuscire ad avere gli stessi effetti iniziali. Dall’altro lato, il nostro organismo, appunto perché si abitua alla sua presenza, ne ha bisogno e di conseguenze, se non si assume ecco che il corpo sta male.
Ciò comporta seri rischi per la salute. Si rischia di andare in overdose. Tra i sintomi di overdose ci sono: vertigini, deliri, abbassamento della temperatura corporea, pallore, acceleramento del battito cardiaco e rallentamento di respiro fino ad arrivare al collasso cardiaco, come e morte.
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Poteri magici dell’oppio
La pianta del Papavero Somniferum era già conosciuta nella preistoria. In questa epoca gli uomini si cibavano dei suoi semi che, per i suoi elementi interni, regalava euforia e anche forza. Ecco come mai era considerata sacra.
La storia dell’oppio è molto lunga, altalenante. In alcuni rituali tradizionali essa è considerata sacra, in altri è una pianta per avere risposte divine, visioni e via dicendo. Insomma è una storia che non si conosce bene.
L’unica cosa certa è che l’uomo cominciò ad estrarre l’oppio dalla preistoria e ci sono innumerevoli scoperte archeologiche che confermano la sua conoscenza. In Egitto, nel corredo funerario di un faraone, è stata ritrovata una capsula di papavero da oppio con incisioni superficiali. Mentre in un’altra sepoltura sono stati trovati dei semi di papavero. In tanti bassorilievi ci sono incise capsule di papaveri.
Usare questa erba nei rituali funebri era comune perfino in Italia. Ci sono testimonianze, quali disegni e scritti, in cui anche a Roma era in uso tale erba. I romani lo usavano come veleno. L’oppio era impiegato in Grecia per i riti misterici di alcune divinità tra cui: Demetra. Nel medioevo, Paracelso, medico alchimista, inventa il Laudano un composto di alcool e oppio.
L’oppio in magia, anticamente, veniva usato per raggiungere uno stato di trance, lo stato di estasi che forse non riuscivano ad ottenere naturalmente e che provoca allucinazioni o visioni. Gli stregoni o sciamani conoscevano e usavano l’oppio per le sue proprietà antidolorifiche e lo somministravano alle persone sofferenti. In questo modo si alleviava immediatamente il dolore e questo era un qualcosa che si pensava fosse magico.
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Aspetto dell’oppio
Il papaver somniferum, la pianta, ama le zone a clima mite e temperato. Ha bisogno del pieno Sole e cresce sia nelle zone costiere che collinari. Basta che abbia un terreno leggero, sciolto e fertile.
Il Papaver Somniferun appartiene alla famiglia delle papaveracee. Pianta erbacea annuale con un fusto eretto, alto anche un metro e mezzo, estremamente delicato ai cambiamenti climatici o agli sbalzi di temperatura. Le foglie sono alterne e di grande dimensione oblunghe con margine dentellato. Se sfregate emanano un odore acre e hanno un sapore amaro. I fiori sono solitari all’apice del fusto, solitamente con una corolla con 4 petali che sono di vari colori: bianco, rosato, violaceo che ben presto sfiorisce lasciando ingrandire la capsula centrale del fiore.
Prima della maturazione finale, la capsula, viene incisa con un coltellino apposito prevalentemente il mattino affinché rilasci molto lattice biancastro, denso e appiccicoso. Esso viene raccolto il giorno dopo quando si è indurito o rappreso raschiando la capsula del papavero. Si raggruppa il lattice avvolgendolo nelle sue stesse foglie in modo da mantenere i suoi elementi principali. Di solito si raccolgono in panetti di colore bruno che viene chiamato Oppio.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe!