Pan: divinità dei pastori e della natura selvaggia
Pan il dio capra, metà uomo e metà capretta! Una divinità appartenente alla mitologia greco e romana. Noto per essere il dio dei pastori, della natura selvaggia, ma anche della sessualità più sfrenata.
Il dio Pan è una divinità olimpica che però non viveva insieme agli altri Dii. Un satiro che scorrazza liberamente nel mondo degli uomini intrecciando la sua vita con quella umana. Questo satiro era una divinità venerata fino all’estremo, al fanatismo, presso Pompei, dove c’era il fauno, riportato alla luce dagli scavi. Amato dal popolo romano.
Tuttavia cosa sappiamo di Pan?
NASCITA DEL DIO PAN
La nascita di Pan è avvolta nel mistero e nelle contraddizioni, come molte storie mitologiche antiche. Secondo prima traduzione recuperata dalla storia mitologia e da leggende popolari, Pan è figlio del dio Hermes e della ninfa Driope. Tuttavia, altre fonti citano che sua madre fosse la splendida Dea Afrodite come sua madre.
Vogliamo parlare di questa seconda versione che è la più veritiera per la storia mitologica. La splendida dea Afrodite amante di Ares, il dio della guerra, rimase incita. Partorì Eros, il bellissimo dio dell’amore e del sesso. Il suo splendore era tale che esso non poteva essere danneggiato dall’altro aspetto dell’eros, vale a dire: la passione violenta, il desiderio che annebbia la mente, sesso fugace che era affine a sé stesso. Per questo insieme nacque anche Pan, il satiro. Lui incarna tutte queste “perversioni” che sono tra gli aspetti più oscuri dell’amore.
Questa incertezza sulle origini di Pan riflette la natura caotica e imprevedibile del dio stesso.
Pan nacque con un aspetto grottesco. La parte superiore del corpo è di uomo e la parte inferiore di una capra completo di zoccoli e non di piedi. Sulla testa aveva le corna di un caprone. Alla vista del neonato, la madre fu così spaventata dal suo aspetto che fuggì.
Il suo nome Pan nasce dal termine Panico poiché era questa emozione che scatenò lo spavento incontrollato nella genitrice che lo abbandonò senza pensarci due volte, in preda alle gride e all’isteria.
Hermes, tuttavia, trovò il bambino e lo portò con sé sull’Olimpo, dove gli dèi accolsero Pan con gioia e risate per il suo aspetto stravagante e il suo carattere gioioso.
L’intervento di Hermes, che comunque fu il salvatore del neonato abbandonato alla nascita, ha confuso la tradizione ed è per questo che, in alcune versioni, si pensa che fosse lui il padre.
La ninfa “siringa”
L’indole libera e curiosa di Pan lo portava a fuggire spesso dall’Olimpo, finché lui stesso non decise di crescere nelle foreste e campagne, lontano dalla civiltà degli uomini e dalla solennità degli olimpici. Sin da piccolo, dimostrò una connessione profonda con la natura e gli animali. Le sue compagnie preferite erano le ninfe ed altri satiri, di aspetto più grottesco e brutto, che erano selvagge simili a lui.
Infatti, al contrario degli altri satiri, Pan era mastodontico e ben formato. Il corpo da uomo era muscoloso e il viso bello, nonostante ricoperto dalla barba. Le gambe caprine anch’esse erano possenti e muscolose. Dotato di una forza divina e immortale.
Come dio dei pastori, egli vigilava sulle greggi e proteggeva i pastori che lo veneravano. Nella solitudine della foresta si ingegnò e creò la famosa siringa, cioè il flauto a più canne, che sapeva suonare con maestria. Compose melodie incantevoli che ammaliavano le ninfe e le fanciulle.
Tale strumento fu costruito per onorare Siringa, una delle ninfe che sfuggì alla spietata corte violenta di Pan. La ninfa, inseguita, rimane intrappolata in una palude. Pur di non concedersi a lui si trasformò nelle canne tipiche di questi ambienti. Il satiro, struggente di desiderio, decise di tagliare le canne e creare uno strumento musicale da suonare ogni volta che fosse colto dalla malinconia, in ricordo di questo “fugace amore non consumato”.
I racconti di Pan
Il Dio dei pastori è noto per le sue tante avventure che rientrano tutte in amori piuttosto sofferti e violenti, dove si mettono in luce i diversi aspetti del suo carattere e delle sue abilità. La prima che è tra le più amate è appunto la storia di: Pan e Siringa.
La bella ninfa Siringa attrasse la curiosità di Pan grazie alla sua splendida voce. Il satiro si innamorò perdutamente di lei, ma lei era una ninfa devota a Artemide. Per servire la dea era necessario che le sue seguaci rinunciassero all’amore e rimanessero per sempre delle vergini. All’ennesimo rifiuto della ninfa Pan venne colto dalla sua ira e dal suo desiderio. Iniziò a inseguirla e Siringa gli sfuggì. Intrappolata in una palude invocò aiuto agli dèi del fiume Ladone. Essi la trasformarono in canne di palude. Quando Pan stava finalmente per prenderla, si ritrovò a stringere delle canne. A questo punto tagliò alcune di esse, le legò insieme creando il flauto che porta il nome della ninfa.
C’è poi la storia di: Pan e Eco
Eco era una ninfa con il dono della parola, ma anche del pettegolezzo. Tuttavia la Dea era anche fedele a Giove (Zeus per i greci). Per questo intratteneva sua moglie Giunone (Era per i greci) mentre il dio era impegnato con le sue amanti o con le imprese per corteggiare altre donne.
Quando la dea scoprì questo “doppio gioco” punì la ninfa costringendola a ripetere le ultime parole delle frasi che venivano pronunciate da altre persone. Nonostante ciò si narra che Eco fu una delle ninfe di cui Pan si innamorò. Tuttavia lei non ricambiava questo interesse trovando Pan grottesco e non adatto alla sua bellezza. Infuriato Pan scatenò i pastori, sui devoti, e allevamenti di capre e pecore, contro la povera Eco fino a smembrarla per intero. Tutte le sue parti del suo corpo furono disperse in tutta la terra, ma la sua voce rimase per sempre, ripetendo le ultime parole udite.
Infine troviamo: Pan e Apollo
Pan, orgoglioso delle sue abilità musicali, sfidò Apollo, il dio della musica, ad una gara per decidere chi fosse il migliore. Come giudice venne scelto il Re Mida. Il satiro suo suonò il suo flauto e Apollo la sua lira. A questo punto Mida dichiarò Pan vincitore. Apollo, infuriato per aver perso la gara, giudicato da un essere umano, trasformò le orecchie di Mida in orecchie d’asino come punizione per la sua mancanza di gusto e la sua totale ignoranza nelle arti musicali.
I poteri divini di Pan
A tutti gli effetti questo dio non è un semplice satiro, ma è diverso, sia per dimensioni, aspetto e per i suoi poteri divini. Forte al pari di Ercole, immortale come le altre divinità, non ha mai abusato dei suoi poteri, ma anzi li ha usati in modo egoistico quando più gli erano utili. Questo lo ha reso una divinità su cui non ci è dato sapere, al giorno d’oggi, quali fossero tutte le sue reali potenze divine.
Però quelle che conosciamo riflettono la sua connessione con la natura e il mondo selvaggio, con l’aspetto oscuro del sesso e delle sue perversioni, come anche la sua indole grezza e allo stesso tempo giusta.
Pan era in grado di manipolare la natura. Influenzava la crescita delle piante, riuscendo a intrappolare i nemici in folta vegetazione in pochissimi istanti. Controllava il comportamento degli animali riuscendo a renderli violenti e ad attaccare chiunque egli volesse. La sua benevolenza rendeva i campi siano fertili e gli animali selvatici diventavano pacifici, sempre che esso fosse soddisfatto delle offerte fatte da chi gli era devoto. Queste capacità lo rendono un dio essenziale per i pastori e gli agricoltori.
Le sue doti musicali erano magiche poiché con essere creava incantesimi musicali. In grado di ammaliare gli ascoltatori, sedurre fanciulle umane e ninfe. Unitamente era in grado di creare sia l’estati e il panico. Tant’è che il suo nome, Pan, nasce dalla parola “panico”. In riferimento alla paura irrazionale che poteva scatenare con il suo aspetto, la sua voce e musica o con il suo sguardo.
Il dio dai mille volti: diavolo o pan
Infine c’è il potere della metamorfosi, la capacità di trasformarsi. Un’abilità usata per sfuggire ai nemici o per avvicinarsi agli esseri mortali senza essere riconosciuto.
La sua indole solitaria portava questo dio a isolarsi nelle foreste, boschi o sulle montagne. Lontano da tutto e tutti, da uomini e dii, ma in compagnia dolce di animali selvatici e capre. Tuttavia era una creatura che amava, di tanto in tanto, il buon vino e partecipare alle gozzoviglie degli umani, come partecipare ai rituali orgiastici tipici dei rituali tradizionali per venerare le divinità. Nell’antica Roma, le orge, erano festini che facevano sia i nobili che i plebei ed erano riti religiosi.
Siccome il suo aspetto divino avrebbe facilmente spaventato gli umani o indotto a fargli delle richieste, Pan si trasformava sotto tante forme. Le metamorfosi per lui erano facili ed era abile in questo. Poteva passare inosservato oppure essere al centro dell’attenzione. Si poteva presentare come un vecchio gobbo e stanco, un saggio che aveva il dono della parola che incanta. Un giovane uomo dalle indubbie arti musicali. Un guerriero, filosofo, cantastorie. Si trasformava in quello che noi tutti potremmo desiderare.
Queste abilità le ritroviamo poi nel diavolo o satana nella cristianità! Per questo sia il suo aspetto che i suoi poteri sono uguali al diavolo.
L’ira di Pan
Fin qui abbiamo visto solo gli aspetti positivi e magari anche più attraenti della personalità del dio Pan, ma non era solo: flauto e divertimento. Come dio della fertilità, Pan può benedire campi e bestiame, garantendo abbondanza e prosperità. I rituali in suo onore spesso coinvolgono danze, canti e offerte per garantire buoni raccolti e numerose nascite tra gli animali.
Tuttavia c’è il lato più oscuro di questa creatura. Pan non amava, Pan desiderava, voleva e otteneva con la forza. Spinto continuamente da un forte desiderio sessuale. Le sue “conquiste” le possedeva anche contro il loro volere per poi tornare a vivere in totale solitudine.
Vendicativo e dove si rispetta solo la sua tipologia di giustizia. Non perdonava i ladri dei campi e degli orti, delle greggi e dei formaggi. Praticamente proteggeva chiunque era un lavoratore della terra e dei contadini. Per questo era amatissimo nella cultura rupestre. Il ladro che veniva “beccato” a rubare subiva immediatamente la sua punizione, vale a dire: sodomia. Il rapporto anale era, ai suoi occhi, la punizione peggiore e perfetta per chi rubava.
Pan è una figura unica nella mitologia greca. La sua dualità, sia benevola che malevola, libera e selvaggia, lo rende un dio complesso e affascinante. Le storie e i miti che lo riguardano ci offrono uno sguardo su come gli antichi greci vedevano la natura e il suo potere.