Mischipeshu, la pantera dell’acqua: spirito dei nativi americani
Mischipeshu, o Mishibizhiw, è una figura leggendaria del folklore delle tribù dei nativi americani, come: Cree, Algonquin, Ojibwe, Shawnee, Anishinaabe, popolazioni indigene che vivono nei Grandi Laghi del Nord America e del Canada. Queste tribù abitano una vasta area caratterizzata da migliaia di chilometri di coste e fitti boschi. La leggenda di Mischipeshu è diffusa anche nelle grandi pianure. Mischipeshu è un felino gigantesco, conosciuto anche come la grande lince o il grande gatto, molto simile a un drago, che abita il letto dei fiumi e dei laghi. La sua dimora principale è l’isola di Michipicoten, situata nel Lago Superiore.
Mischipeshu è noto per rapire uomini che navigano sulle sue acque, trascinandoli sul fondo e facendoli affogare. È considerato un demone o un diavolo, dai nativi americani, capace di entrare in una persona e possederla. Tuttavia, non è sempre visto come un essere malvagio; spesso viene invocato per ottenere buona sorte. Mischipeshu, che possiede tutti i poteri dell’acqua dolce e del mondo sotterraneo, è in eterna lotta contro il Thunderbird, l’uccello del tuono, che ha i poteri del cielo.
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La magia della pantera dell’acqua
La pantera d’acqua è una creatura di grandi dimensioni dalla forma simile a un leone di montagna, o puma, o a una lince. Al posto delle squame, ha aculei affilati che percorrono la sua schiena e la coda, oltre a piume ai lati delle zampe e della faccia. Sulla fronte ha corna di cervo o di bisonte. Nonostante le sue dimensioni gigantesche, è molto agile e veloce nei movimenti e nei salti. Sebbene sia una creatura malvagia, viene venerata e pregata per avere fortuna, specialmente nella pesca e per scacciare le malattie.
In un grande lago sorgeva un’isola di fango, circondata da popoli indigeni. Il lago era impossibile da attraversare al centro, costringendo tutti a girare intorno alla riva per raggiungere l’altro lato. L’isola era evitata perché si credeva ospitasse uno spirito cattivo.
Un giorno, durante una festa in uno dei villaggi sulle sponde del lago, tutte le tribù si misero nelle canoe e costeggiarono il lago per arrivare al villaggio. Due donne, partite in ritardo, decisero di attraversare il lago passando per l’isola di fango. Mentre la prima remava, la seconda reggeva la sua pagaia di cedro. Entrando nel fango, notarono un buco di acqua limpida che girava come un vortice. Quando si trovarono in mezzo, la grande pantera emerse e attorcigliò la coda intorno alla canoa per trascinarla giù. Una delle donne, con un colpo secco della sua pagaia, tagliò la coda della pantera, che cadde nella canoa trasformandosi in rame. La pantera scappò nel fango e scomparve. Le due donne, ridendo, arrivarono alla festa raccontando l’accaduto. Il pezzo di rame fu dato al padre, e tutti chiesero frammenti di quel rame come amuleto portafortuna.
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Spirito mitologia nativi americani
La pantera d’acqua è una figura mitologica che rappresenta sia il bene che il male e che è associata alla protezione del rame, un metallo conosciuto dai popoli nativi americani. I ritrovamenti archeologici hanno confermato che questi popoli lavoravano il rame già 9000 anni fa. Il rame si trova in grandi quantità nelle vicinanze dei Grandi Laghi del Nord America e del Canada e veniva utilizzato per realizzare punte di lance, coltelli, asce e altri piccoli utensili. Gli indigeni avevano imparato a riscaldare e battere il rame per costruire armi, ma a un certo punto della loro storia abbandonarono la sua lavorazione, tornando a usare pietra e ossa di animali, riservando il rame per ornamenti come bracciali e collane.
La dualità di Mischipeshu, combina aspetti benevoli e malvagi.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe!