Pulcinella maschera: o’ scugnizz e napoli, significato maschera pulcinella
Pulcinella maschera simboleggia, in tutto il mondo, la città di Napoli. Pare che le sue origini siano antichissime, risalenti al IV secolo A.C. Nata da un’antica forma di teatro popolare le Atellane che venivano recitate in lingua Osco (era una lingua parlata nel meridione).
Tale personaggio era il protagonista di alcune scenette briose e volgari, ma brevi. Basate su interpreti fissi, come il vecchio, il padrone, immancabile il contadino, l’ignaro passante e l’’innamorato.
Originariamente il nome di Pulcinella era: Maccus, un servo furbo e geloso, un gran mangione e chiacchierone. Sempre innamorato di qualcuna, ma mai ricambiato. Essendo un servo (anch’esso apparteneva agli zanni, cioè ai servi dell’antica Roma), veniva spesso bastonato, sia dal padrone che da altri personaggi.
MACCUS, IL PULCINELLA ANTICO
Il Maccus, in scena, era vestito con una tunica bianca, con in testa un tutulus, berretto a cupola fatto di stoffa ricamato che era in uso sia tra gli uomini che le donne. La sua maschera bitorzoluta era fatta in cuoio, dal colore bruno con guance piene e un gran naso. La farsa delle Atellane venne ritrovata, in alcuni reperti, inserita anche a Roma da attori campani. Il reperto che ne parla lo cita come la: fabula atellana.
Ben presto venne recitata anche in latino. Tutte queste somiglianze lo accomunano a Pulcinella anche per le origini esclusivamente alle città campane. La maschera non è mai stata dimenticata, anzi essa appartiene alla tradizione antica della città napoletana. Nonostante fosse ritenuta, da parte della chiesa, uno dei personaggi tipici della religione pagana. Come mai?
Ebbene la fabula atellana, che poi è diventata una famosa commedia, uno stile d’arte ironico che raccontava la vita del popolo, originariamente era collegata alle feste di Dioniso, da cui è nato il carnevale. Una delle caratteristiche principali di questa fabula era l’inneggiare alle:
- Grandi mangiate
- Alle abbuffate
- Ai rituali orgiastici
Ovviamente poi è stata modificata per essere presentata al popolo, dove è poi diventato uno spettacolo per tutto l’anno. I personaggi o le maschere che ci sono rappresentano tutti elementi pagani, pulcinella è il lato “pigro e truffaldino” del dio Dioniso, ma che è anche la parte che fa più ridere.
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Imbroglione e fanfarone, pulcinella
Pulcinella è un imbroglione, un chiacchierone e un morto di fame. Scaltro, intelligente, svogliato, senza ne arte né parte e senza voglia di lavorare. Lui si adatta alle più strane situazioni senza concludere niente. Gli piace cantare e suonare.
Nella pulcinella maschera il vestito è interamente bianco con pantalone e camicia larga fermata in vita da una cintura. Sul volto possiede una mezza maschera nera solcata da rughe e naso ricurvo. In testa ha una calotta o un cappello a punta che ricade su un lato della testa, anch’esso sempre bianco. Ornato di un fazzoletto legato al collo rosso.
Questo personaggio è un uomo, un servo semplice di grande arguzia e genialità che affronta i suoi problemi con allegria. Risponde a tono a chi lo deride prendendolo in giro. Parla a sproposito con la sua voce stridula, da vecchia comare pettegola. Imbroglione che quando viene scoperto, sempre scoperto, prende bastonate a più non posso.
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Napoletano DOC!
Pulcinella maschera incarna i vizi e le virtù del popolo di Napoli. Nonostante i problemi e i guai, si riesce a scherzare e sorridere per andare avanti. Ci si adatta a fare mille lavori. A volte viene rappresentato con una gobba che ne deforma il corpo facendolo pendere da un fianco e con dei cornetti appesi al collo. Questa è la parte scaramantica della maschera che porta fortuna anche se può sembrare di avere un aspetto funereo soprattutto per la sua maschera.
Vedere o toccare chi porta la gobba propizia la prosperità, benessere e scaccia il malocchio o le negatività.
Pulcinella maschera è un ribelle che con le sue canzoni e i doppi sensi irriverenti, prende in giro politici e signori. Il suo motto è: chi si sente offeso, offeso sia, ma io di nomi mai ne feci e mai ne ho fatti.
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Curiosità e leggende
Altre leggende lo identificano con un contadino, tale Puccio D’Aniello. Avendo poca voglia di vangare e zappare tutto il giorno, preferì unirsi a una compagnia di artisti girovaghi. Un’altra ipotesi è che il nome derivi da pulcino, che in dialetto napoletano si dice: pulliciniello.
Il suo personaggio ha portato anche molti modi di dire come: chist’ e o segreto e pulicenella, tradotto dal dialetto: questo è il segreto di pulcinella. Che cosa vuol dire? Ebbene pulcinella maschera è un chiacchierone e non si sa tenere nulla, né un suo segreto e tantomeno quelli degli altri. Quindi il modo di dire indica: che è un segreto che tutti conoscono.
Altro modo di dire è: stai a fa il pulcinella, cioè indica: una persona poco seria, uno sbruffone.
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