Selene, dea Luna piena, “rivale” di Artemide? Mitologia greca
Selene, conosciuta anche come la: Risplendente o la Luminosa, è la dea della luna piena, culto dei morti e unitamente della fecondità.
Raffigurata con una pelle candida e una fluente chioma spesso raccolta dietro la nuca, porta un diadema a forma di luna crescente sopra la testa e una lunga tunica senza maniche, legata sotto il seno. Cammina con una torcia in mano, simbolo della luce eterna, e talvolta con un mantello trapunto di stelle.
Selene attraversa il cielo notturno, illuminandolo con i suoi raggi argentei il mondo degli uomini.
SELENE: CHI È?
Selene è figlia di due Titani, Iperione e sua sorella Teia, dea della luce. Iperione e Teia ebbero tre figli: Elios, dio del Sole, diverso da Apollo. Quest’ultimo trasporta il Sole mentre Elios è il Sole. C’è poi Eos, l’aurora e infine Selene, dea della luna.
Ogni notte, Selene percorreva il cielo con il suo carro argentato, trainato da due buoi bianchi donatigli dal dio Pan, assistita da 9 ancelle che la aiutavano a condurre il carro lunare.
Fasi della luna
Siccome è facile confondersi nei racconti della mitologia greca e romana, è il caso di spiegare come mai ci sono tante dee della luna. Un discorso che poi aiuta a capire anche come mai esistono diverse divinità solari.
La luna ha delle fasi che si scandiscono durante la notte. Ogni fase lunare ha la sua dea specifica.
- Selene: rappresenta la luna piena, la fase della madre che dà la vita
- Artemide rappresenta la luna crescente, la fanciulla
- Ecate la luna calante, la vecchia saggia
- Perseide, la luna nuova, l’invisibile che indica la fine e l’inizio di un nuovo ciclo
Gli amanti di Selene
Selene è protagonista di numerose “avventure” d’amore. Tra le più famose c’è quella con Apollo, Endimione, Pan e Zeus.
La relazione con Zeus gli diede sua figlia Pandia. A differenza di altre relazioni più “astute” di Zeus, quella con Selene risultò semplice. Il padre degli Dei vide, una notte, la bellissima dea Selene che attraversava il cielo. All’apice del suo splendore, essendo la luna piena, Selene vide un bellissimo giovane che la guardava. Quest’ultimo non era altro che Zeus trasformatosi in un aitante e stupendo uomo. La dea discese a terra e si unì al padre degli Dei. Solo verso l’alba, il Dio decise di rivelarsi a lei.
Da quella notte nacque: Pandia che significa “tutta chiara”.
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L’amore di Apollo
La seconda relazione che, in molte versioni è confusa, parla della sua relazione con il dio del Sole. Per alcuni studiosi si pensa che Selene abbia avuto una relazione amorosa con il fratello Elios, in realtà le relazioni è con Apollo, colui che trascina il carro del Sole, il dio con cui effettivamente ha intrapreso l’avventura amorosa.
Una notte Selene, luna piena, era davvero radiosa, splendente e lucente. Dato lo splendore di Selene, i suoi raggi erano così luminosi da sembrare che la notte fosse giorno. Apollo si chiese chi fosse tanto radioso e vide la bellissima dea argentea, innamorandosene perdutamente.
Il corteggiamento fu alquanto difficile. Apollo, il dio del sole, trascorreva le notti ammirando Selene e non potendosi dichiarare. Una notte, il Dio la inseguì facendo sorgere il sole in anticipo, ma Selene, temendo la punizione di Zeus, scappò via. Il Dio, sentendosi respinto, raccolse un pugno di sassolini, li illuminò con i suoi raggi e li scagliò in cielo, creando le stelle per farle compagnia. Commosso, Selene dichiarò il suo amore per Apollo, e i due si abbracciarono, fondendo il giorno e la notte e creando l’eclissi.
Come potevano, i due amarsi? Selene non poteva mostrarsi di giorno e Apollo non poteva mostrarsi di notte. Venne concesso da Zeus, che i due amanti si potessero incontrare, di tanto in tanto, danno luogo alle eclissi di Sole e alle eclissi di luna, unendosi nel cielo.
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Endimione: il bello addormentato
La storia più famosa riguarda la relazione di Selene con Endimione, un bellissimo giovane pastore (o, secondo alcune versioni, il principe di Elide).
Selene raggiungeva una grotta sul monte Latmo in Caria per incontrarsi segretamente con Endimione per cinque notti al mese, quelle in cui la luna scompariva dal cielo. Da questo amore nacquero cinquanta figli.
Selene amava Endimione così profondamente che chiese a Zeus di donargli l’eterna giovinezza. Zeus acconsentì e, durante un incontro, Selene baciò Endimione sugli occhi, facendolo cadere in un sonno eterno che lo avrebbe mantenuto giovane per sempre. In questo modo, Selene poteva ammirarlo per tutta l’eternità, mentre Endimione dormiva con gli occhi aperti, sognando di abbracciare la sua amata.
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Pan e Selene
Meno nota è la relazione avuta con Pan, il dio dei boschi e della natura selvaggia.
Pan è considerato uno delle divinità più brutte della mitologia greca e romana. Metà busto da uomo e metà da capra. Con lunghe zampe caprine. Indubbiamente robusto e muscoloso, grande e grosso, ma grezzo nei modi. Lui rappresenta la sessualità sfrenata, violenta e passionale.
Inoltre era considerata una divinità con istinti troppo umani, come la vendetta, punizione, giustizia estrema e desiderio carnale.
L’incontro tra i due è misterioso e allo stesso tempo alquanto discusso. Pan viveva tra i boschi e una notte vide la bellissima Selene. Anche lui ammirava la bellezza della dea e unitamente suonava, per lei, della musica con la sua siringa.
Una delle versioni più “veritiere” è che, nonostante l’aspetto grottesco di Pan, la bellissima Selene amava la compagnia del Dio dei boschi durante le notti solitarie. Tuttavia, il suo aspetto, non era allettante. Pan decise di donarle 2 buoi in grado di aiutarla a trasportare il carro della luna. La stessa notte, il Dio, decise di travestirsi con un vello di pecora bianca, molto candida. A questo punto Selene discese e, abilmente, Pan la convinse a salirgli in groppa per poi giacere con la Selene consenziente.
Infatti questo è uno dei culti orgiastici ripresi durante le calendimaggio per festeggiare la luna ed è lo stesso rituale che si usa nei giorni dedicati a Pan (30 aprile) e in altre date, per evocare e venerare il dio dei boschi.
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Selene, il culto luna piena
Selene è una dea di minore importanza nel culto greco e aveva pochi templi dedicati a lei. Uno di questi era situato in Laconia. Selene poteva essere venerata ovunque con canti e preghiere.
Mentre nella mitologia romana lei aveva un’importanza maggiore, oscura, tanto da essere venerata in segreto dagli: amanti, passioni segrete, prostitute e via dicendo. Tant’è che spesso i suoi culti non erano altro che eseguiti in piena notte.
In epoca romana, un tempio dedicato alla luna e a Selene fu costruito sull’Aventino a Roma da Servio Tullio. In seguito, Selene venne assimilata alla dea della caccia, Diana, ma in modo erroneo.
I rituali di venerazione per Selene spesso includevano processioni notturne con fiaccole accese attraverso i boschi e piccoli altari in casa per chiedere protezione durante il parto. Rituali orgiastici in cui c’era la presenza di Pan sottoforma di uomo travestito con maschera, corna e velli di pecora o capra. Alla dea, sul suo altare, si offrono doni del suo cibo preferito, quali: latte, miele, frutti e fiori.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe