Strega Alizon Device, cane nero, diavolo! – Strega vera spaventosa
La storia di Alizon Device si intreccia con i famigerati processi di Pendle, in Inghilterra. Tutto inizia nella zona selvaggia di “Pendle Hill”, nello Lancashire, una contea che si trova a nord ovest dell’Inghilterra.
Luogo poco seguito dalla legge e dalla religione. Un’area dove vivevano persone allo sbando: ladri, prostitute, assassini. Qui l’unica abazia esistente era stata chiusa da Enrico VIII. Comportamento tipico usato dalla legge per quanto riguarda le località “abbandonate da Dio”.
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In questa zona viveva solo gente considerata emarginati dalla società. Qui c’erano adoratori del diavolo, amanti di streghe, streghe, apprendisti maghi e stregoni. Molte le dicerie che c’erano su Pendle Hill e tante erano concentrate proprio su Alizon Device e sulla sua famiglia.
LA FAMIGLIA DEL DIAVOLO
La famiglia di Alizon rispecchiava il degrado di questo quartiere poiché viveva di espedienti e di elemosina. Perfino da piccola, in base ad alcune testimonianze giunte fino a noi, la piccola Device era costretta a chiedere l’elemosina.
Il loro guadagno principale era dato da un tale “Lui”! Non era concesso dire il suo nome se non a chi lo adorava come la famiglia di Alizon. Parliamo del diavolo. Mentre altre streghe hanno sempre negato una connessione con il demonio, Alizon è cresciuta in una famiglia che adorava il “dio oscuro” da che lei aveva memoria.
Rituali, magie, incantesimi, strani sacrifici e via dicendo, erano tutti gesti legati a Lui!
Mentre i suoi familiari lo adoravano come altri appartenenti della Comunità, Alizon aveva un rapporto diverso con Lui. La stessa famiglia temeva la fanciulla che già da bambina aveva comportamenti strani.
All’età di 6 anni camminava nel sonno con gli occhi spalancati. Girovagava parlando al nulla. Il padre e la madre l’aveva scoperta più volte mentre di notte mangiava insetti nel giardino o cavava radici. Lei rispondeva a domande che nessuno gli faceva. Il giorno dopo non ricordava di aver camminato nel sonno, ma in molti testimoniarono questo comportamento.
Tant’è che era temuta in casa e fuori. Perfino i vicini o bambini della sua stessa età non amavano la sua vicinanza o presenza.
Crescendo le sue stranezze aumentarono. Alle volte rimane imbambolata a fissare qualcuno, intensamente. Oppure si fermava fuori qualche palazzo, fissava una camera per intere ore. Camere in cui capitava qualcosa: un marito che picchiava la moglie o i figli, una donna che aveva un’amante o si prostituiva. Oppure stanze che, dopo qualche giorno, prendevano fuoco senza un motivo.
Crescendo, la piccola Alizon, comprese che mentre gli altri, come i familiari, adoravano Lui, lei lo amava!
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Incontro con il diavolo
La vita di Alizon Device è stata ricostruita dalle indagini eseguite, testimonianze dirette e indirette. Uno degli episodi più inquietanti della vita di questa giovane è il suo incontro con il diavolo, organizzato dalla nonna.
Riportiamo la testimonianza in base ai verbali dell’epoca.
Alizon device nasce nel 1593/1594 (più o meno). Non era particolarmente bella. Da bambina era magrissima, sporca, con i capelli sempre spettinati. Crescendo non cambiò molto. Aveva i capelli color castano/grigio. Occhi neri. Viso spigoloso, senza mento e un’espressione dura in viso.
All’età di 16 anni sua nonna, tale Elizabeth Southerns nota come la “vecchia Demdike”, consigliò la nipote di fare un rituale per aumentare i suoi poteri da strega.
Le parole di Alizon, durante la confessione, furono che la nonna più e più volte tentò di convincerla a fare un rituale in cui si doveva “unire” carnalmente con Lui che poteva apparirgli sotto la forma di un diavolo con un aspetto spaventoso oppure di un familiare, inteso come: persona di famiglia oppure animale domestico.
Precisiamo, per chi non lo sapesse, che i familiari sono animali che aumentano il potere delle streghe con i loro influssi. Spesso si parla di gatti, ma in realtà ne esistono tanti altri: cane, uccelli (corvi, merli, gufi o civette), topi, serpenti, addirittura orso oppure ragno.
Una volta che Lui fosse apparito, questa entità gli avrebbe succhiato qualche parte del corpo e Lui gli avrebbe concesso il potere di fare tutto ciò che ella desiderava.
Triste infanzia di Alizon
Premettiamo che Alizon, secondo alcune testimonianze, era già stata iniziata alla pratica della prostituzione quando era una bambina, all’età di 9 anni. Ricordiamoci che nel 1600 non era insolito, nei quartieri più malfamati di Londra e dell’intera Inghilterra, trovare in vendita bambini/e per scopi sessuali.
Tuttavia questo non venne ritenuto importante durante le indagini poiché la legge preferiva chiudere un occhio per non mostrare quale fosse la realtà quotidiana di questi quartieri. Essi dovevano rimanere invisibili.
Durante l’interrogatorio Alizon non rivelò chiaramente se ci fosse stato questo incontro, ma alcune frasi lasciarono stupiti gli inquirenti. Lei ammise che la sua unione con il diavolo avvenne con un cane nero. Un essere infernale che l’accompagnava sempre.
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Alizon, l’amante del diavolo
A quanto pare, all’età di 16 anni, Alizon era già una strega piuttosto temuta. Per questo la nonna ebbe difficoltà nel convincerla nel rituale di “unione”, ma ciò non toglie che la stessa Alizon decise di richiamare il diavolo da sola. Lei era una fervente credente del demonio al contrario dei suoi familiari che lo avrebbero abbandonato nel momento in cui non ricavano nulla dalle pratiche suggerite dal signore oscuro.
Negli archivi, gli scritti dei verbali, sono piuttosto confusi, ma la ricostruzione, spesso manomessa dal bigottismo degli stessi inquirenti, lasciano spazio a diverse interpretazioni.
Alizon amava il suo Lui, il diavolo. Il suo incontro avvenne con un essere infernale, un’entità spaventosa. Un enorme cane dal colore nero come la notte, non tutti lo potevano vedere, ma lei sapeva che era con lei. Questa entità la vedeva già da quando era una bambina, da quando sognava. I familiari pensarono che fosse con questa entità che Alizon parlava quando era in stato di trance.
Il segugio infernale aveva occhi neri come buchi senza il bulbo oculare. Una grande bocca con zanne lunghissime e affilate che gli spuntavano dal muso. Possente ed enorme. Il suo volto era un ringhio eterno. Aveva due code ed entrambe avevano una biforcazione alla punta.
Durante le interrogazioni ad Alizon, coloro che la interrogavano, spesso si ritrovavano la fanciulla che fissava un punto indefinito, in silenzio. Alle volte aveva un ghigno ed altre volte annuiva, come se qualcuno di invisibile gli consigliasse cosa dire.
Una situazione che era terrorizzante e questo aumentava la convinzione che lei era una strega.
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Figlia del diavolo!
Di Alizon Device si hanno tante informazioni che però riportano ad un ambiente familiare corrotto, depravato e dedito al satanismo.
Solo che la sua fama nasce anche dalla convinzione che lei fosse una delle figlie viventi del diavolo. La madre di Alison, Elisabeth Device, era una strega rinomata. Di lei sappiamo che era una fattucchiera, iettatrice, sterminatrice di bambini appena partoriti e assassina di uomini. In casa controllava con il pugno di ferro tutti i componenti, ma tale potere si estendeva persino con persone all’esterno.
Lei possedeva un familiare, inteso come animale domestico, che aumentava i suoi poteri ogni volta che lo invocava. Questo essere era un diavolo che per gli altri poteva essere un cane o un gatto, ma quando lei lo evocava con il suo nome: Bal, diveniva un’entità malefica, un demone oscuro dall’aspetto spaventoso.
Era proprio Bal che spesso si venerava in casa Device e tutto questo perché Elisabeth, la madre di Alizon, era una delle streghe benedette da Lui. Si sospettava che Alizon non fosse una figlia naturale, cioè del marito, ma fosse la figlia di Bal, quindi del diavolo. Dunque, secondo le credenze e superstizioni dell’epoca, lei era stata benedetta 2 volte dal demonio poiché era una sua erede.
Unitamente vediamo che la fedeltà di Alizon a Lui era totale, nessuno, nemmeno i suoi familiari comprendevano come potesse essere totale l’amore e la venerazione che la fanciulla avesse nei suoi confronti.
Stirpe demoniaca
A questo punto, dopo aver parlato di Alizon e di sua madre Elisabeth, risaliamo ancora più indietro è diamo qualche informazione sulla nonna: madame Demdike.
Nota per la sua astuzia e le sue doti magiche. In grando di indurre il parto con un solo sguardo malevolo, dove i bambini nascevano morti. Poteva rompere le ossa o provocare un incidente con un movimento della mano. Le sue maledizioni erano in grado di seguire per 3 generazioni, nel senso che: malediva il nonno, la maledizione passava al figlio e poi al nipote.
Invecchiando i suoi occhi divennero ciechi, ma con un solo movimento degli occhi era in grado di fare previsioni per il futuro e unitamente fare una iattura.
Purtroppo vediamo che la povera Alizon, già da bambina, era stata letteralmente “schiavizzata” sia dalla nonna che dalla madre. Perfino suo fratello, che era l’uomo di casa, si approfittava della bambina facendole chiedere l’elemosina e usandola in casa come una serva.
Tuttavia ciò iniziò a cambiare già all’età di 12 anni quando Alizon dimostrò doti magiche naturali tra cui: sogni premonitori, veggenza, maledizioni che colpivano in breve tempo, accensione di fuochi devastanti dove lei indicava e addirittura l’abilità di far piegare all’indietro chi lei fissava. Un episodio del genere capitò al fratello proprio all’età di 12 anni quando tentò di picchiarla con un bastone. Lei sibilò un nome, forse il nome del suo cane demoniaco. L’uomo improvvisamente venne colto da un malore alla schiena che lo fece piegare indietro fino a farlo cadere a terra. Il dolore durò per tutto il tempo che Alizon lo fissò immobile finché non giunse la nonna a soccorrerlo.
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Lo spillo d’argento
Arriviamo ora al 1612, Alizon ha appena 18/19 anni. Una notte la giovane percorreva una strada isolata. Alcuni dissero che sembrava che stesse aspettando qualcuno e infatti un “qualcuno arrivò”.
Un venditore ambulante insieme a suo figlio. Quest’uomo, essendo un venditore ambulante, non aveva una destinazione fissa, vendeva la sua merce di qua e di là. Dunque non era chiaro come Alizon sapesse che proprio quella notte lo avrebbe incontrato.
Il venditore si chiamava: Jhon Law. L’uomo intravide la fanciulla nell’oscurità, ma sapendo la fama di Pendle Hill cercò di non incrociare il suo sguardo e di tirare dritto per la sua strada, ma lei riuscì a fermarlo.
Inizialmente Jhon pensò che fosse una peripatetica, una donna di strada, ma Alizon non sembrava avere intenzione di adescarlo. La sua richiesta fu rapida. Esiste un verbale con la testimonianza diretta dell’uomo.
Lei lo fermò con la precisa richiesta di dargli una spilla d’argento. Jhon sapeva che le spille d’argento, si usano negli incantesimi d’amore. Ovviamente lui disse di no!
A questo punto Alizon sputò a terra al suo rifiuto. L’uomo cercò di cambiare discorso dicendo che lo aspettavano e non poteva fare tardi fece qualche passo in avanti. L’uomo udì la voce della donna che parlava rivolta al nulla: lo devo maledire? Tu me ne dai il potere?
Dopo questo Alizon puntò il dito contro il venditore che si era voltato. Lo maledisse! L’uomo sbiancò in viso, vacillava e cadde a terra. Gambe e braccia erano piegate in modo innaturale. Dalla bocca usciva bava e il respiro era affannoso. Dalle indagini si suppose che il Law ebbe un ictus.
Ancora a terra, disorientato, l’uomo ebbe la forza di rialzarsi grazie anche all’aiuto del figlio mentre Alizon fuggiva ridendo. I due, barcollando, raggiunsero una locanda vicino.
La denuncia
In un primo momento l’uomo si convinse che era stato un episodio capitato solo per la stanchezza del viaggio. Decise quindi di ignorare l’incontro con quella strana ragazza. Però Alizon, il giorno seguente, sicura dei suoi poteri, volle nuovamente incontrarlo per chiedergli scusa. Assicuratasi la fiducia dell’uomo gli confessò di essere una strega. Confessione che lei fece davanti al figlio di Jhon Law, Abraham.
Lei avrebbe ritirato la sua maledizione solo se l’uomo gli regalava una spilla d’argento. Lui disse che non ne aveva con sé, ma che in un paio di giorni le avrebbe fatto avere ciò che lei chiedeva.
I due, al termine di questo incontro, andarono a denunciarla al magistrato locale Roger Nowell.
Alizon Device fu arrestata insieme alla madre Elizabeth, al fratello James e a sua nonna “madame Demdike”. Furono interrogati e Alizon confessò di fare pratiche magiche e di aver venduto l’anima al diavolo. Di aver voluto fare di proposito del male al venditore ambulante Jhon Law, anche il fratello confessò di fare pratiche magiche.
Solo la madre Elizabeth negò dicendo che sua madre Demdike, era una strega e aveva sul corpo i segni del demonio. Finirono tutti in tribunale dopo questa serie di confessioni che condussero a uno dei “processi alla streghe di Pendle” più famosi.
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Interrogatorio di Alizon Device
La storia di Alizon può sembrare, per molti versi, una situazione attuale del disagio delle periferie abbandonate a sé stesse. La delinquenza e prostituzione sono all’ordine del giorno. Solo che c’è da chiedersi: per quale motivo allora la famiglia non venne processata solo per truffa e prostituzione? Come mai c’erano anche nobili e clero che avevano richiesto delle magie a questa famiglia? Perché si stava processando la famiglia per stregoneria?
Le indagini portano alla luce non solo macabri rituali, ma anche episodi confermati da più persone e dai diretti interessati della forza esoterica di queste streghe.
Durante l’interrogatorio, eseguito personalmente dal magistrato Roger Nowell, si cercò di mettere tutti i tasselli al loro posto.
Alizon era accusata di maledizione a danno del venditore ambulante, ma non solo. Aveva stregato una bambina del posto, sedotto e portato alla morte vari uomini che l’avevano conosciuta. Iatture a donne e maledizioni. Sua madre era sospettata di diverse morti di uomini, tra cui il marito.
C’è da dire che gli interrogatori avvennero anche sotto tortura. Alizon fu accusata dalla madre e dallo stesso fratello. Tuttavia ammettere di essere una strega che usava la magia per cambiare e modificare il destino altrui valeva la condanna di pena di morte.
Tutti si dichiararono non colpevoli, ma comunque le indagini mostrarono e dimostrarono la loro colpevolezza.
Il vero aspetto del diavolo
Jennet Device, di cui non abbiamo parlato fino ad ora, era la sorella più piccola dei Device. Una bambina illegittima avuto dal padre di Alizon, prima che morisse, con un’altra donna. Accolta in famiglia, maltratta, denutrita e malmenata. A lei era stata risparmiata l’atto della prostituzione, forse perché ancora molto giovane. Infatti, al processo, la bambina aveva 9 anni. Le indagini iniziarono l’anno precedente, quando ne aveva 8 di anni.
Perché parliamo ora di questa bambina? Perché furono le sue parole, la sua testimonianza a mandare alla forca tutti i componenti della famiglia di Alizon e Alizon stessa.
La bambina, Jennet, non fu iniziata all’adorazione di Lui, cioè del diavolo. Non gli era concesso di fare rituali o maledizioni. Il suo utilizzo era quella di servetta, apprendista. A lei erano affidati i compiti più ingrati: si occupava della preparazione delle erbe e della loro raccolta, della preparazione degli altari, pozioni e di altri incantesimi. Sempre Jennet era colei che si occupava di portare ai clienti eventuali pozioni o messaggi, oltre a triturare ossa o maciullare carne che serviva durante i rituali richiesti.
Inoltre sia Alizon, Elisabeth (la madre) che la nonna, usavano Jennet per i loro scopi e quindi lei apprese tutte le diverse arti magiche eseguite da tutte e tre le streghe. Magie date dall’esperienza di cui non parlavano tra di loro.
Fu Alizon che, durante il processo, comprese che il vero aspetto di Lui era Jannet e che il suo segugio infernale non era che un demone inferiore.
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Processo della famiglia device
Jennet aveva 9 anni. Piccola, emaciata, con evidenti segni di maltrattamento sul corpo. Capelli scuri, come gli occhi, sguardo basso, ma, ciò che notò Alizon e non venne notata dagli altri, fu la sua totale assenza di timore.
Lei era sicura di quel che diceva e di come le sue parole l’avrebbero salvata. Durante il processo lei disse che Elisabeth (la madre di Alizon) aveva un famiglio (familiare animale domestico) chiamato Ball che si mostrava sotto forma di cane o gatto nero che l’aiutava a commettere omicidi nella loro comunità. Ball aveva tentato di parlare anche con Jennet, ma lei si difendeva facendosi il segno della croce.
Mentre Alizon aveva un segugio infernale che lei non aveva mai visto, se non sottoforma di ombra, che la seguiva sempre. Ammise che tra tutte le donne della famiglia, proprio Alizon era quella che spaventava di più.
Il giudice gli chiese il motivo dato che Alizon non era stata condannata per gli omicidi, come la madre, la bambina rispose: perché Alizon non sa controllarsi!
Tali parole aprirono gli occhi ad Alizon che si rese conto che Lui si era trasformato in Jennet per mettere alla prova lei e la sua famiglia che ormai era troppo nota nelle arti oscure. Invece di adorare Lui usavano la magia nera per un tornaconto personale, cosa che per Lui era imperdonabile. Dopo il dono della magia, che Lui gli aveva fatto, loro non lo avevano ripagato.
Infine Alizon era realmente troppo avventata, superba. Eseguiva maledizioni di fronte a tutti e ciò ha messo in pericolo l’intera Comunità che adorava il diavolo, ecco come mai erano finiti alla forca.
Jennet durante la sua testimonianza raccontò cosa aveva visto. Ciò fece infuriare Elisabeth che la maledisse di fronte a tutti, nell’aula.
Alizon e le sue pratiche magiche
Le prove dimostrarono che Alizon Device e la sua famiglia, erano delle streghe adoratrici del demonio.
Riportiamo solo le prove che fecero sobbalzare i presenti in aula, dalle loro sedie.
La mucca uccisa da Madame Demdike: Un certo John Nutter di Bulhole, arrivò presso l’abitazione dei Device per chiedere a Madame Demdike di curare una mucca gravida che sembrava ammalata. La donna decise di aiutarlo sotto compenso. Alizon però voleva il vitellino che la mucca doveva partorire. Una notte la nonna fece un rituale che fece bene alla mucca che infatti tornò a mangiare. Alizon, di nascosto dalla nonna, parlò direttamente con John dicendo che se lei non avesse avuto il vitellino, avrebbe fatto morire la mucca prima del parto. L’uomo, che aveva già saldato il debito con la vecchia Demdike, si rifiutò. Mentre Alizon stava per lasciare la stalla, guardò la mucca per diversi minuti, incrociando il suo sguardo. L’uomo la cacciò in mal modo e la notte stessa la mucca morì.
Latte in burro: trasformare il latte in burro non è magia, ma lo diventa quando si parla di latte blu. Un giorno Alizon tornò a casa con un barattolo di latte blu, rancido e marcio. Lo aveva avuto mendicando. La nonna, tramite le sue arti, riuscì a trasformare il latte in burro in una quantità superiore al latte ricevuto di circa 3 barattoli. Lei non poté assistere al rituale, ma aspettò fuori la stanza della donna.
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Gli omicidi occulti dei Device!
La morte della figlia di Richard Baldwin: Richard Baldwin era uno dei vicini di terra dei Device. L’uomo un giorno si scontrò con la vecchia Demdike perché lui aveva sconfinato e aveva piantato degli ortaggi nella sua terra. Dopo 4 o 5 giorni dalla lite, Alizon e Demidike uscirono alle 10 di una notte senza luna, nel loro giardino. Avevano un lembo di tessuto dell’abito dell’uomo e lo maledissero: che tu possa soffrire per un intero anno e che il cibo che hai piantato non possa sfamare chi ami.
Il giorno dopo la bambina di Baldwin si ammalò. Per un intero anno la bambina patì la malattia, mangiava a stento e ciò che ingeriva lo vomitava. Infine morì.
Anne Nutter: la morte di Anne Nutter venne attribuita dai Device agli Chattox, una famiglia di vicini, ma in realtà fu Alizon Device che la fece morire per una maledizione. Lei era convinta che Anne ridesse di lei e che gli avesse portato via un uomo che lei amava. Dopo la maledizione, avvenuta di fronte a testimoni, la donna si ammalò e morì in 3 settimane.
John Moore junior: la morte di questo bambino, avvenuta in 6 mesi, fu attribuita agli Chattox. La maledizione che colpì il piccolo avvenne perché il padre venne stregato con un incantesimo d’amore di Alizon. Quest’ultima si fece preparare la pozione dagli Chattox perché non aveva gli ingredienti. Tuttavia Moore padre tornò dalla famiglia. Alizon maledisse la famiglia e fece morire il suo unico figlio maschio.
Hugh Moore: trovò la morte dopo una malattia di 5/6 mesi. L’uomo aveva sparlato della condotta morale di Alizon e degli Chattox. Fu lui che riportò John dalla famiglia. Un comportamento con cui si inimicò le due famiglie a cui si è poi attribuito la sua morte.
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Morte e la fine dei Device… forse
Ci furono diversi colpi di scena durante il processo. Di certo Jennet diede informazioni importanti, ma i Device riuscirono a mettere in dubbio le sue parole affermando che era una bambina fantasiosa che odiava tutti loro. In fondo era una figlia illegittima maltrattata che voleva vendetta.
Un altro colpo di scena fu quello di accusare una famiglia di vicini, anch’essi adoratori del diavolo, gli Chattox, di eseguire pratiche magiche. Li accusarono di aver ucciso il loro padre appunto con un sortilegio. A questo punto vennero arrestati anche gli Chattox.
In totale erano 12 le persone rinchiuse nel castello di Lancaster.
Le indagini proseguirono. Jennet testimoniò di tutto quello che aveva visto, compreso alcuni episodi di pratiche magiche eseguite dalla famiglia Chattox. Su 12 persone arrestate solo 2 furono dichiarate non colpevoli e 10 invece colpevoli.
Tra queste c’erano Alizon, Elisabeth e Madame Demdike. Condannate a morte e impiccate nella brughiera ai margini della città il 20 agosto 1612.
Jennet che fine ha fatto?
Non si sa bene cosa ne fu di Jennet dopo il termine del processo. Tutta la sua famiglia, che si era occupata di lei, in mal modo, ma comunque la tenevano in casa, era stata uccisa per impiccagione.
All’epoca, 1600, la chiesa non era organizzata per la tutela dei minori. C’erano dei ricoveri, ma in generale i minori erano affidati a degli istituti o a persone che comunque li sfruttavano per lavoro minorile.
Di lei sappiamo che dopo 20 anni dal processo della famiglia Device, venne anch’essa arrestata, insieme ad altre 15 persone, per stregoneria.
L’arresto avvenne dopo una denuncia di un ragazzo che era stato “sedotto” dalla 29enne Jennet. Siccome la fama della sua famiglia era nota e la giovane effettivamente era a capo di una congrega di streghe, l’arresto avvenne immediatamente.
Però non ci fu luogo a procedere. Il giovane, dopo qualche giorno, ritrattò interamente la sua denuncia affermando solo che era stata una ripicca da “amante respinto”. Le autorità competenti non scarcerarono subito Jennet perché era possibile che il giovane fosse sotto l’influenza di un legamento d’amore e quindi era schiavo del volere della strega.
Tuttavia, dopo che anche le altre persone arrestate non denunciarono Jennet, lei fu liberata e da allora si sono perse le sue tracce.
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Articolo scritto e pubblicato da: IL BOSCO DELLE STREGHE
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